‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

02 giugno 2020

SARS-CoV2-19: Calabria, dati monopolizzati e tamponi abbandonati, il silenzio dei politici

Dal bollettino odierno emanato dalla regione Calabria si apprende che non si registrano contagi da SARS-CoV2-19 tra la popolazione calabrese da circa una settimana, nonostante siano stati effettuati – sempre in questa settimana - migliaia di tamponi. Il numero dei contagi era in flessione già dai primi giorni di maggio, come dimostrano i grafici diffusi dalla regione. Un dato sicuramente confortante, esploso all’indomani delle prime riaperture, quando era fondamentale convincere tutti che il virus in Calabria era stato quasi sconfitto, vista l’urgenza di tornare alla cosiddetta ‘normalità’. Zero contagi, dunque, dal 28 maggio a oggi, a fronte di circa 6000 tamponi eseguiti - e si spera anche processati - in questi sei giorni. Non sappiamo se i numeri corrispondano a verità, la regione è l’unica detentrice e divulgatrice dei dati, come imposto da una ordinanza del presidente Santelli, ed è legittimo pertanto avere dei dubbi.

A dire il vero, di dubbi nel periodo della pandemia ne sono sorti diversi, ma sono rimasti circoscritti solo tra i cittadini. I politici e gli amministratori calabresi, infatti, sembrano essere spariti del tutto negli ultimi mesi, non hanno espresso dissensi sull’ordinanza del presidente della regione Calabria, con cui si vietava ai dirigenti regionali e ai direttori delle Asp e delle Aziende ospedaliere calabresi di rilasciare agli organi di stampa informazioni sui numeri del contagio, né hanno fiatato quando il deputato del M5s Francesco Sapia ha portato alla ribalta il caso dei tamponi congelati e abbandonati in alcuni magazzini.

Ma anche il pentastellato, dopo l’iniziale polverone, si è adeguato all’andazzo corrente dei suoi colleghi calabresi e ancora oggi rimane avvolto nel mistero ciò che denunciava il 12 maggio scorso, quando richiedeva indagini immediate in seguito alla circolazione sui social di un audio di un operatore del 118. Dalla voce del sanitario si apprendeva che in Calabria erano stati congelati migliaia di tamponi non processati, con grave pregiudizio per la salute dei calabresi. Asseriva Sapia che «sarebbe del tutto falsato il bollettino giornaliero dei contagi comunicato dalla Regione Calabria, che per disposizioni della Protezione civile nazionale sta gestendo l’emergenza sanitaria relativa al Covid-19» e chiedeva di sciogliere «i forti dubbi che nessuno ha ancora fugato, a partire dal commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, che non ha ancora fornito elementi precisi», assicurando che «non ci fermeremo finché non si farà luce, al di là delle indipendenti, preziose attività della magistratura. È doveroso che i responsabili sanitari collaborino, nell’interesse di tutti i calabresi».

Sapia si è fermato subito, invece, Santelli continua a sciorinare dati che nessuno può verificare e i cittadini non sapranno mai da chi è partito l’ordine di abbandonare i tamponi, né i motivi che hanno persuaso il deputato a non continuare il lavoro iniziato. 

Cosenza, 2 giugno 2020

© Francesca Canino

 

 

 

 


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