‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

30 giugno 2020

Ospedale di Cosenza, il disastro dell'atto aziendale e l'inadeguatezza dei manager cittadini e regionali


Qualche tempo fa è stato pubblicato un ottimo articolo, un’analisi abbastanza impietosa, in grandissima parte condivisibile, del nuovo Atto Aziendale dell’A.O. di Cosenza. Ne veniva fuori un quadro a dir poco devastante non solo e non tanto per il documento in sé, ma soprattutto perché delineava l’assoluta pochezza, se non la perniciosità, dell’attuale management. 

Adottare un nuovo Atto Aziendale solo ed esclusivamente per effettuare un’attività che nel regno animale viene indicata come “marcatura del territorio”, è l’equivalente della celeberrima frase di Alberto Sordi, ne Il Marchese del Grillo, “io so’ io e voi non siete un c….”, questa volta indirizzata a tutti i cittadini della provincia di Cosenza. 

L’Atto Aziendale è, per un’Azienda Sanitaria, l’equivalente del Piano Industriale di una qualsiasi azienda produttiva. Dovrebbe delineare obiettivi e modalità per raggiungerli; strategie per abbattere i costi migliorando o, almeno, mantenendo qualità e numerosità dei servizi; tagliare ciò che risulta non necessario, mantenendo ed implementando quello che serve ai suoi clienti. Tutto ciò tenendo ben presente che, un’azienda sanitaria, nel computo dell’economicità delle sue attività, deve tener presente in più anche i costi sociali determinati dalle sue scelte e non solo il suo bilancio interno. Oggi, nulla di tutto ciò. Non c’è analisi dei fabbisogni, non c’è visione e neppure progettualità per il futuro. Mero gioco delle tre carte dove l’asso lo trova solo e sempre il compare di turno. 

A questo disastro provinciale riesce a dare anche una valenza regionale l’azione compiuta dal Commissario Cotticelli e dalla sua vice Crocco. Tutto il loro gran da fare per correggere e salvare un Atto Aziendale irricevibile, si è risolto in una delibera integrativa da parte del management dell’A.O. di Cosenza che, definire di semplice maquillage, è un’offesa all’estetista della periferia della solita Voghera. 

Se si esclude il furto perpetrato ai danni dell’U.O.C. di Oculistica della “Banca regionale trapianto ed innesti corneali”, da sempre eccellenza di questa U.O., il resto è solo cambio di denominazioni a contenuti invariati. Quel documento, ovvero l’Atto Aziendale dell’A.O., spacciato per necessario e risolutivo per il buon funzionamento dell’Hub di Cosenza, è rimasto fermo quattro mesi per queste offensive banalità. A questo punto, le possibili ragioni che hanno portato a questa perdita di tempo ed alla odierna integrazione sono due: la prima è che, vista l’assoluta inutilità per la razionalizzazione delle attività, ci si poteva permettere di perdere tempo per fare i “furbetti” e far finta di fare modifiche senza farlo; la seconda, è che risponde veramente alle prescrizioni dell’ufficio del Commissario ad Acta. Nel primo caso si tratterebbe della certificazione dell’inadeguatezza di un management aziendale che doveva essere rimosso già da tempo. Nel secondo, visti i quattro mesi persi per la valutazione di questo nulla assoluto, avremmo la certificazione che anche l’Ufficio del Commissario ad Acta è assolutamente inadeguato

Alla fine della fiera, in qualunque caso, la sanità cosentina e regionale deve assolutamente cambiare rotta e timonieri se vuole ancora sperare di risollevarsi da una situazione non più gestibile da nessuno, calabrese o meno.

 

         Dr. Rodolfo Gualtieri                                                                     Dr. Luigi Ziccarelli

Segretario Aziendale CISL Medici                                                  Segretario Aziendale ANAAO

 

Considerazioni a margine

Modificato in notturna, secondo la tendenza nazionale, l’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, è stato licenziato dalla Struttura Commissariale agli inizi di marzo scorso e rivisto alcune notti fa. Ecco le discutibili variazioni su un testo già contestato:

UOC Accettazione, Accoglienza, Attività Sanitarie: viene cambiato il nome e diventa “Spedalità, Accoglienza, Specialistica Ambulatoriale e A.L.P.I” al fine di mantenerla all’interno dell’ospedale e giustificare, così, un Dipartimento del genere o per creare un primariato per chi si è sempre interessato di ALPI. Ulteriore conseguenza, non si sa fino a quanto non voluta, è stata dare risposta alla domanda su quali dovessero essere i criteri per diventarne Direttore. C’è praticamente già il nome. Nella foga del maquillage, è scappata quella “Specialistica Ambulatoriale” che nulla ha a che vedere con l’AO, essendo di competenza dell’ASP.U.O.C. Terapia del dolore, la quale, su richiesta del suo Direttore e in coerenza con le linee programmatiche della Conferenza Stato-Regioni del 2017, passa dal Dipartimento dell’Emergenza a quello Onco-Ematologico. Ma, è d’obbligo ora chiedersi: perché fino ad oggi andava bene la sua errata localizzazione nell’Emergenza e ora finisce nell’Onco-Ematologico? Sarà per evitare contrasti di leadership nel Dipartimento Emergenza? Perché questa stessa Conferenza Stato-Regioni viene tenuta in considerazione per la Terapia del Dolore e non per la Terapia Intensiva Pediatrica che, dove c’è (e c’è, vedi DCA 89/2017), dice debba essere gestita in locali e personale diversi da quelli dedicati agli adulti?

U.O.S.D. Banca Regionale Trapianto Innesti Corneali (esistente da quasi 20 anni come U.O.S. all’interno di Oculistica, viene costituita come dipartimentale per rispondere al DCA 62 del 06/03/20, aggiornamento ed integrazione del DCA 112/16, posteriore all’adozione di questo Atto Aziendale del 05/03/20). Anche qui due pesi e due misure con la TIP. Non se ne comprende, poi, il suo inserimento nel Dipartimento dei Servizi e non in quello di Neuroscienze (dove è allocata Oculistica) o Chirurgico Polispecialistico insieme ad altre chirurgie. Essendo in un Dipartimento diverso da Oculistica, quali medici vi afferiranno? Il bando di ammissione in una struttura Dipartimentale, dovrebbe essere intra dipartimentale. Anche qui, sarà forse solo accentramento di potere, da più tempo inseguito dal Direttore del Dipartimento dei Servizi, più che razionalizzazione?

Dipartimento Materno-Infantile Area Nord, sparisce la dicitura Area Nord “al fine di distinguere questo Dipartimento gestionale Aziendale da quello funzionale trasversale interaziendale tra AO Cosenza e ASP Cosenza” (citazione dalla Delibera). Peccato che nel testo dell’articolo 35 “Dipartimento Materno-Infantile”, tranne il nome, rimane tutto com’era, continuando a considerare interaziendale lo stesso Dipartimento e mantenendo all’interno tutte le strutture dell’ASP compresa Neuropsichiatria Infantile ed i Consultori Familiari.

Dipartimento del Governo Clinico cambia solo nome e diventa “Dipartimento di Staff” in aggiunta alle strutture di Staff che rimangono.

UOC Neurologia con Stroke Unit di II livello sparisce dalla denominazione “Stroke Unit di II livello” perché già presente una UOS, con lo stesso nome, sotto ordinata.

Ci si chiede: Per queste modifiche, banali e inconcludenti, è lecito ritardare (siamo già a 4 mesi) l’applicazione di un Atto Aziendale che, a parole, doveva razionalizzare ed efficientare l’Azienda?

Cosenza, 30 giugno 2020

© Francesca Canino

 



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