‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

25 giugno 2020

Cosenza, la città dei sette colli ne perde uno



Cosenza, come Roma, è la città dei sette colli, anche se da tempo ne ha perso uno. Sono in pochi a sapere, infatti, che nel 1994 Colle Triglio è scomparso dalle carte della Variante al Piano Regolatore Generale che, in violazione della legge 1497/39, lo ha designato come zona edificabile. Un’area di grande interesse storico e paesaggistico, tutelata dalla legge, è così destinata ad essere distrutta, con conseguente alterazione dell’immagine della città antica.

Uno studio compiuto dal ‘Comitato per la Difesa della Bellezza e del Paesaggio di Colle Triglio’ dal titolo “Colle Triglio, della bellezza, dell’ambiente, del paesaggio”, riporta le fasi, le motivazioni e gli interessi di speculatori e amministratori comunali che hanno fatto sparire uno dei sette colli cosentini. Nella Carta fatta stampare dal comune di Cosenza in seguito alla Variante al PRG del settembre 1994, Colle Mussano è indicato come area di espansione sino a comprendere Colle Triglio, la cui denominazione scompare.

«L’area di Colle Triglio – precisa il Comitato – viene denominata Colle Mussano; Colle Triglio viene indicato come un quartiere alle pendici di Colle Mussano. Con sprezzo della storia… Si realizzerebbe così una insanabile mutilazione dell’organismo urbano costituito da Cosenza vecchia, mentre la città perderebbe uno dei colli più verdi, il più celebrato dagli artisti che visitarono la città tra il ‘700 e l’800. La trasformazione di Mons Triliens lo Triglio in area edificabile, prima che una sfrontata impudenza – sostiene il Comitato - è un delitto che colpisce l’identità, la cultura, la bellezza, l’ambiente e il paesaggio di Cosenza».

Nessuno ha sollevato obiezioni, il Colle è stato escluso dal centro storico e da zona A, in cui è impedita ogni nuova edificazione, è diventato zona di espansione, edificabile, tralasciando un particolare: l’area è a rischio idrogeologico. Non solo, Colle Triglio, come tutti i colli cosentini, emblema della città, è tutelato dal Decreto Ministeriale del 15/7/1969, che «legittima -  continua il comitato - la Dichiarazione di notevole interesse pubblico del centro storico ed aree limitrofe del comune di Cosenza. E mette queste aree sotto la tutela della legge 1497/39. Inoltre, una consistente porzione del suo territorio (nella sua interezza quello collinare posto a sud del centro) è sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale… in forza del pronunciamento della commissione riunitasi nel Capoluogo in data 23/2/1967».

A difesa dell’ambiente di Colle Triglio è opportuno ricordare che la tutela del paesaggio nel nostro paese ha il suo fondamento nell’art. 9 della Costituzione e la conservazione degli elementi costitutivi delle morfologie e dei beni paesaggistici è prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, «che prevede il minor consumo di suolo – conclude il Comitato - e finanche il ripristino dei valori paesaggistici da parte degli amministratori comunali».

Pertanto, la costruzione di villette a schiera sulla sommità di Colle Triglio, progetto già pronto e al momento sospeso dalla Soprintendenza, cancellerebbe la veduta storica della città, garantita dal ‘Disciplinare per gli interventi di recupero, conservazione e messa in sicurezza del Patrimonio storico costruito’ (2016), che all’art. 3 tutela “la conservazione del paesaggio e delle prospettive visuali, ivi compresa la visualizzazione da e verso il centro storico”.  

Il dio cemento cancella vincoli, storia e bellezze naturali per assecondare gli interessi di speculatori e amministratori pubblici, pur consci che a Cosenza sono numerosi gli edifici vuoti. Non c’è alcun bisogno di nuove costruzioni se non per arricchire i soliti noti e consumare suolo. Le aree storiche, soggette a vincoli, devono essere preservate da ogni tentativo di deturpamento. Scriveva Enzo Stancati nella sua monumentale opera “Cosenza nei suoi quartieri” che su Colle Triglio furono ritrovate alcune tombe di una modesta necropoli, in seguito la collina ospitò templi pagani e vi si costruirono tre importanti edifici raffigurati nella Carta dell’Angelica. Ancora oggi è dominato dal maestoso Palazzo Arnone, ex tribunale e carcere, sede della Galleria nazionale, e ospita storici edifici, tra cui Villa Rendano, palazzo Mollo, i ruderi della chiesa di Santa Teresa, l’ex orfanotrofio Vittorio Emanuele II e la chiesa di Santa Croce. Rinomato per la sua rigogliosa vegetazione, in parte distrutta dagli incendi (dolosi?) e dai tagliatori comunali, Colle Triglio è ora in procinto di essere deturpato. Che dirà la città?

Cosenza, 25 giugno 2020
© Francesca Canino




   

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