‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

26 maggio 2020

Tamponi e contagi in Calabria, le bravate del presidente Santelli e del deputato Sapia



Potrebbe essersene andato quasi all’improvviso dopo oltre tre mesi di terrore, morti, ammalati, quarantene e restrizioni. Potrebbe essere ancora in circolazione, meno aggressivo forse, ma sempre tra noi. Il SARS-CoV2-19, dopo aver sconvolto l’intero pianeta, sembra essere scomparso, almeno nell’italico suolo, intorno al 4 maggio, come dimostrano le reazioni e i comportamenti delle persone nella cosiddetta ‘fase 2’. Infatti, tra movida, spiagge affollate, aperitivi e assembramenti senza il rispetto delle regole, molto spesso privi di controlli, si deduce che il virus sia ormai solo un ricordo. A sostegno di quanto appena affermato, intervengono i numeri, drasticamente ridotti, dei contagi, che negli ultimi giorni in Calabria risultano essere pari allo zero. Ma quanti sono i tamponi realmente effettuati e processati nella fase 2?


Dopo aver appreso che migliaia di tamponi sono stati probabilmente congelati e abbandonati in alcuni magazzini, i dubbi si sprecano, anche perché nessuno si è degnato di chiarire quello che era stato denunciato con grande clamore. Ma procediamo con ordine e facciamo un salto indietro: il 12 maggio scorso, il deputato M5S Francesco Sapia ha richiesto indagini immediate in seguito alla circolazione sui social di un audio di un operatore del 118, il quale dichiarava che in Calabria potrebbero essere stati congelati migliaia di tamponi non processati, con grave pregiudizio per la salute dei calabresi. Secondo Sapia «sarebbe del tutto falsato il bollettino giornaliero dei contagi comunicato dalla Regione Calabria, che per disposizioni della Protezione civile nazionale sta gestendo l’emergenza sanitaria relativa al Covid-19».


Un fatto gravissimo che ha occupato le prime pagine dei quotidiani locali e nazionali per alcuni giorni, destando preoccupazione e sdegno tra i cittadini, convinti che nell’affaire fossero implicati diversi dirigenti e forse anche il presidente della regione Santelli. Quest’ultima si era già resa responsabile dell’imposizione del bavaglio a giornalisti e dirigenti sanitari, affinché non rilasciassero agli organi di stampa informazioni sui numeri del contagio. Dai primi di aprile, difatti, i numeri sui contagi, i ricoveri, gli isolamenti, i guariti, i decessi sono prerogativa della regione. Difficile pensare che possano corrispondere al vero dopo i fatti denunciati da Sapia, che, con un comunicato del 15 maggio, ha chiesto di sciogliere «i forti dubbi che nessuno ha ancora fugato, a partire dal commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, che non ha ancora fornito elementi precisi» e ha trasmesso una richiesta di accesso agli atti al direttore della centrale operativa del 118 dell’Asp di Cosenza, Riccardo Borselli, per conoscere il numero dei tamponi giacenti alla data del 12 maggio. Il parlamentare ha anche assicurato che «non ci fermeremo finché non si farà luce, al di là delle indipendenti, preziose attività della magistratura. È doveroso che i responsabili sanitari collaborino, nell’interesse di tutti i calabresi».

Inutile dire che il tutto si è risolto in una bolla di sapone. Sapia non ha fatto più domande e non ha cercato le risposte ai quesiti posti in precedenza, i suoi interlocutori si sono guardati bene dal proferire verbo e tutte le altre forze politiche si sono mostrate indifferenti. Eppure, il caso dei tamponi congelati e abbandonati è un fatto gravissimo che non sarebbe dovuto cadere nel dimenticatoio, come purtroppo è avvenuto. I cittadini ora devono sapere perché i tamponi sono stati congelati, chi ha dato l’ordine di congelarli, perché i politici calabresi non si sono interessati alla vicenda e perché Sapia ha sollevato il polverone e poi non ha insistito per avere risposte. Sono ormai trascorse due settimane dalla scoperta dei tamponi congelati e il ritorno alla normalità, con tutti i rischi che potrebbe comportare, avrebbe dovuto indurre il deputato a cercare la verità. Invece si tace.


Politici e amministratori calabresi hanno deciso che in regione i contagi devono essere zero, che le attività devono riprendere, che non si può impedire di fermare gli affari della stagione estiva alle porte. Con buona pace del virus e dei parlamentari che agitano le acque, ma anche di quelli che si sono voltati dall’altra parte per non vedere.
Cosenza, 26 maggio 2020
© Francesca Canino


 






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