Potrebbe essersene andato quasi all’improvviso dopo
oltre tre mesi di terrore, morti, ammalati, quarantene e restrizioni. Potrebbe
essere ancora in circolazione, meno aggressivo forse, ma sempre tra noi. Il SARS-CoV2-19, dopo aver
sconvolto l’intero pianeta, sembra essere scomparso, almeno nell’italico suolo,
intorno
al 4 maggio, come dimostrano le reazioni e i comportamenti delle persone nella
cosiddetta ‘fase 2’. Infatti, tra movida, spiagge affollate, aperitivi e assembramenti
senza il rispetto delle regole, molto spesso privi di controlli, si deduce che
il virus sia ormai solo un ricordo. A sostegno di quanto appena affermato,
intervengono i numeri, drasticamente ridotti, dei contagi, che negli ultimi
giorni in Calabria risultano essere pari allo zero. Ma quanti sono i tamponi realmente effettuati e processati nella fase 2?
Dopo
aver appreso che migliaia di tamponi sono stati probabilmente congelati e
abbandonati in alcuni magazzini, i dubbi si sprecano, anche perché nessuno si è
degnato di chiarire quello che era stato denunciato con grande clamore. Ma
procediamo con ordine e facciamo un salto indietro: il 12 maggio scorso,
il deputato M5S Francesco Sapia ha richiesto indagini immediate in seguito
alla circolazione sui social di un audio di un operatore del 118, il quale dichiarava
che in Calabria potrebbero essere stati congelati migliaia di tamponi non
processati, con grave pregiudizio per la salute dei calabresi. Secondo Sapia «sarebbe del tutto falsato il bollettino
giornaliero dei contagi comunicato dalla Regione Calabria, che per disposizioni
della Protezione civile nazionale sta gestendo l’emergenza sanitaria relativa
al Covid-19».
Un
fatto gravissimo che ha occupato le prime pagine dei quotidiani locali e
nazionali per alcuni giorni, destando preoccupazione e sdegno tra i cittadini, convinti
che nell’affaire fossero implicati
diversi dirigenti e forse anche il presidente della regione Santelli. Quest’ultima
si era già resa responsabile dell’imposizione del bavaglio a giornalisti e
dirigenti sanitari, affinché non rilasciassero agli organi di stampa
informazioni sui numeri del contagio. Dai primi di aprile, difatti, i numeri
sui contagi, i ricoveri, gli isolamenti, i guariti, i decessi sono prerogativa
della regione. Difficile pensare che possano corrispondere al vero dopo i fatti
denunciati da Sapia, che, con un comunicato del 15 maggio, ha chiesto di
sciogliere «i forti dubbi che nessuno ha
ancora fugato, a partire dal commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe
Zuccatelli, che non ha ancora fornito elementi precisi» e ha trasmesso una
richiesta di accesso agli atti al direttore della centrale operativa del 118
dell’Asp di Cosenza, Riccardo Borselli, per conoscere il numero dei tamponi giacenti
alla data del 12 maggio. Il parlamentare ha anche assicurato che «non ci fermeremo finché non si farà luce,
al di là delle indipendenti, preziose attività della magistratura. È doveroso
che i responsabili sanitari collaborino, nell’interesse di tutti i calabresi».
Inutile dire che il
tutto si è risolto in una bolla di sapone. Sapia non ha fatto più domande e non ha cercato
le risposte ai quesiti posti in precedenza, i suoi interlocutori si sono
guardati bene dal proferire verbo e tutte le altre forze politiche si sono
mostrate indifferenti. Eppure, il caso dei tamponi congelati e abbandonati è un
fatto gravissimo che non sarebbe dovuto cadere nel dimenticatoio, come
purtroppo è avvenuto. I cittadini ora devono sapere perché i tamponi sono stati
congelati, chi ha dato l’ordine di congelarli, perché i politici calabresi non
si sono interessati alla vicenda e perché Sapia ha sollevato il polverone e poi
non ha insistito per avere risposte. Sono ormai trascorse due settimane dalla
scoperta dei tamponi congelati e il ritorno alla normalità, con tutti i rischi
che potrebbe comportare, avrebbe dovuto indurre il deputato a cercare la
verità. Invece si tace.
Politici
e amministratori calabresi hanno deciso che in regione i contagi devono essere
zero, che le attività devono riprendere, che non si può impedire di fermare gli
affari della stagione estiva alle porte. Con buona pace del virus e dei
parlamentari che agitano le acque, ma anche di quelli che si sono voltati dall’altra
parte per non vedere.
Cosenza, 26 maggio 2020
© Francesca Canino
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