Le direttive ministeriali indicano il lavoro agile
come metodo per limitare il sovraffollamento nei luoghi di lavoro pubblici e
quindi il contagio del COVID 19, razionalizzando il ritorno sui posti di
lavoro, ma di tutto punto la Soprintendente di Cosenza, senza indugio e, cosa
più grave, senza interpellare i rappresentanti sindacali, riapre gli uffici a
tutto il personale in servizio, anche ai soggetti fragili e a chi possiede
figli in età scolare, autorizzando pure il pubblico esterno e addirittura una
ventina di giovani tirocinanti regionali.
Con un
comunicato firmato FP CGIL, CISL FP, UIL PA è stato
chiesto «un confronto urgente a livello centrale per la definizione dei seguenti temi:
- Revisione e aggiornamento dei DUVRI
in relazione alla mutata presenza del personale ed alla conseguente valutazione
dei rischi connessi all’emergenza COVID;
- 50% del personale da adibire al
telelavoro;
- Necessità di tutela delle categorie
fragili e dei lavoratori pendolari regionali ed extra regionali che utilizzano
i mezzi pubblici, dei lavoratori genitori con figli in età scolare».
Il lavoro agile, per il dirigente di Cosenza, non è
più necessario in barba a quanto suggerito dal governo e dal Ministero. Ci
chiediamo come mai questi dirigenti non rispettano le direttive ministeriali,
iniziando dall’ex soprintendente Pagano per finire all'attuale Casule. Nel
frattempo, il famoso cerchio magico di Pagano resta saldamente al timone di una
nave che ormai da anni è alla deriva dilaniata da contrasti interni e da
ispezioni ministeriali che non hanno mai prodotto provvedimenti conseguenziali.
In effetti, solo poco tempo fa ci chiedevamo chi comanda davvero alla
Soprintendenza di Cosenza (https://francescacanino.blogspot.com/2020/06/icittadinisegnalano-soprintendenza-abap.html).
Lettera
Firmata
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