I lavori per la realizzazione della metro non sono ancora iniziati, ma l’opera risulta già in perdita al punto che è stato chiesto un mutuo di 35, 8 milioni di euro.
La metro di Cosenza è forse l’opera più contrastata dai cosentini negli ultimi cinquant’anni.
È difficile trovare un altro progetto destinato alla città dei Bruzi che ha
ricevuto tanti “NO”, tante petizioni, tanti articoli e tante irregolarità. Queste
ultime hanno richiamato l’attenzione di tecnici, giornalisti e legali per le
mancate autorizzazioni, per la chiusura al traffico e per l’impatto ambientale.
C’è, però, un
argomento che è stato meno dibattuto degli altri e che merita grande attenzione
perché riguarda la parte economica dell’opera. È stato scritto e detto tante volte
che la metro, costo complessivo € 160.000.000, è economicamente insostenibile. Già
lo scorso anno, l’economista Matteo
Olivieri asseriva che: «Il fondo
regionale per il trasporto pubblico rimborsa solo il 65 per cento del costo a
chilometro, mentre il restante 35 per cento è a carico dell’utenza. Nel
caso della metrotramvia, il costo chilometrico a vettura è stato stimato in 7,5
euro, mentre si prevede che ciascuna delle 11 vetture (scorte comprese)
effettuerà annualmente 416.000 chilometri. Questo vuol dire che i costi di gestione annuale potrebbero
arrivare a sfiorare i 35 milioni di euro, di cui la Regione Calabria ne
rimborserebbe al massimo 22,3 milioni, mentre i rimanenti 12,6 milioni sarebbero
ogni anno a carico degli utenti. Non
è un caso che risulta pendente una richiesta di mutuo pari a 35,8 milioni di
euro presso la Banca Europea per gli Investimenti (BEI, Banca Europea Investimenti)».
A distanza di diversi
mesi, si apprende che il mutuo, richiesto dalla Regione Calabria, risulta
approvato con valore retroattivo, come risulta dal seguente link: http://www.eib.org/en/projects/pipelines/pipeline/20100232.
Inoltre, secondo
la Regione Calabria, la consultazione popolare non era necessaria perché la
conferenza dei servizi (marzo 2010) aveva dato parere favorevole all'opera. Ciò
è contrario allo spirito della legge e allo statuto comunale di Cosenza, art 8.
Alla conferenza dei servizi del 2010,
tuttavia, non era stata invitata alcuna associazione o comitato.
Duole constatare che otto anni fa, quindi nella fase iniziale del progetto, si
aveva già contezza delle perdite a cui sarebbe andata incontro la metropolitana di
superficie; paradossale, risulta, invece, che si sia deciso di mandare avanti un
progetto ritenuto già fallimentare, tanto che si decise di chiedere un mutuo
alle BEI; fuori da ogni logica appare, infine, la decisione di sventrare viale Parco, inaugurato
nel marzo 2011, per costruire la metro. Equivale a dire che, mentre il viale
non era nemmeno terminato (costato 12 milioni di euro), già si lavorava per
distruggerlo e far posto alla metro. Uno sperpero di denaro inaudito a fronte dei
problemi atavici che i calabresi vivono quotidianamente. È ora di invertire la
rotta.
Cosenza, 29 settembre 2018
© Francesca
Canino
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