‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

07 settembre 2018

La Colonia Silana "Federici" di Camigliatello



da Apollinea, 2008
La Colonia Silana per i bambini malarici sorse in seguito al terremoto del 28 dicembre 1908, dopo la costituzione della “Lega Nazionale contro la malaria” che attuò un piano di contenimento della malattia nella speranza di debellarla.
Anche in Calabria erano sorte le prime sedi ed a Cosenza, nello stesso anno, era nato un comitato della Lega sotto la guida del professore piemontese Bartolomeo Gosio, scienziato di fama mondiale ed esperto di malaria. Direttore del Laboratorio scientifico della Sanità, fu tra i precursori della scoperta della penicellina, infatti isolò dalle muffe una sostanza chimicamente pura, dotata di notevoli proprietà antibatteriche, definita 'sostanza G'. Il comitato di Cosenza, oltre a Gosio, comprendeva il medico provinciale di Cosenza Domenico Migliori, il Segretario comunale Patti e due altri noti medici cosentini: Angelo Cosco e Adolfo Tafuri.
Quando il Comitato antimalarico di Cosenza decise di fondare una struttura per i piccoli ammalati, fu indicato come sito idoneo la località 'Federici' di Camigliatello ed il comune di Cosenza, con delibera 11 Giugno 1910, decise di donare tre ettari di un terreno di sua proprietà e di disporre l'assistenza medica gratuita per i bambini ricoverati con proprio personale sanitario. Si accollò, inoltre, le spese per l'impianto della struttura ed il trasporto dei materiali e degli arredi e concesse anche un sussidio annuo di tremila lire.
In seguito, lo stesso comune vendette all'Amministrazione dello Stato per le foreste demaniali tutto il restante terreno adiacente alla Colonia, un maestoso contesto boschivo di pini nel quale si respirava aria resinosa e balsamica. La Colonia aveva anche una fontana costruita nel 1910 ed intitolata al professore Gosio. All'inizio il posto in cui era sorta la Colonia mancava di tutto quello che era necessario ad un vivere civile, era isolato e coperto completamente dalla neve in inverno, non esistevano i collegamenti con gli altri centri, non c'era acquedotto e l'acqua che serviva per tutti i bisogni proveniva da tante piccole fonti, la stessa che alimentava la piccola fontana, niente illuminazione nè riscaldamento, solo mandrie di animali e qualche casa isolata di gente che vi abitava tutto l'anno per accudire le bestie. La farmacia più vicina era a 20 chilometri di distanza, anche se lo Stato era presente con l'ufficio postale, la casa cantoniera, una caserma di Guardie Forestali e, solo nella bella stagione, una piccola stazione di Carabinieri.

Il decollo della struttura ebbe inizio nel 1910 e fu caratterizzato da una alacre attività e da una serie di opportune iniziative che vide anche il concorso operoso del 'Comitato romano della Lega Nazionale contro la malaria'.
Il primo padiglione fu offerto dalla Direzione di Sanità, già utilizzato per ospitare i superstiti del terremoto ed il 28 Giugno 1910, alla presenza delle autorità cosentine e provinciali, si inaugurò ufficialmente 'La Colonia per bambini malarici'.
Gosio e Migliori affidarono l'organizzazione della Colonia a Giuseppina Le Maire, una donna piemontese giunta in Calabria come volontaria per prestare soccorsi ai terremotati: dotata di molta generosità, rimase colpita dalle condizioni delle popolazioni calabresi del tempo e si dedicò per oltre vent'anni ai bambini calabresi malarici. Insieme alla pediatra Angela Borrino, prima donna in Italia ad ottenere una cattedra universitaria (Perugia), alla quale si unirono successivamente alcuni volontari e delle suore, si costituì il primo nucleo.

Provvidenziali aiuti erano giunti dalla Regina Elena, dalla fondazione Carnegie, dalla Croce Rossa americana, dal Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, dall'Associazione Donne di Cremona, dalla Marchesa Lucifero di Crotone, dal Marchese Berlingieri che offrì un padiglione, mentre un altro a due piani, più bello ed imponente, fu offerto dall'ingegnere Barrese. Da quel momento la Colonia fu in continua crescita, si arricchì successivamente di nuovi padiglioni, verande ed arredi che ne accrebbero la fama, tanto da attirare molte personalità del mondo dell'arte che vi rappresentarono spettacoli e concerti.
Nel 1925 la Contessa Adorno fece dono alla Colonia di una chiesetta edificata in memoria del figlio Enrico, giovane aviatore caduto nel corso di un'esercitazione e Giuseppina Le Maire donò una campana.
Un paio d'anni dopo, il Prefetto di Cosenza, con idoneo decreto, cambiò la personalità giuridica della Colonia in Ente morale: era inconcepibile, infatti, che una realizzazione di tale importanza avvenisse fuori dal Regime. La gestione fu affidata al Podestà di Cosenza Tommaso Arnone e fu cambiata l'intestazione da Domenico Migliori a Michele Bianchi. Per i suoi indiscussi meriti a Giuseppina Le Maire fu concesso di dirigere la struttura: da quel momento iniziarono importanti opere finanziate con fondi pubblici ed entrarono in funzione regolari corsi scolastici diretti dallo storico Giuseppe Isnardi.

Il 1936 fu l'anno di maggiore espansione ed efficienza dell'Ente morale, che fu additato ovunque come esempio di struttura pubblica di alti fini sociali e di grande funzionalità. I padiglioni finalmente erano riscaldati da un impianto a termosifoni, il primo in tutta la Sila, primato condiviso col nuovo acquedotto realizzato contemporaneamente insieme all'impianto elettrico.
Durante la seconda guerra mondiale la struttura fu occupata dalle Forze armate tedesche e da quelle americane, subendo molti furti e danneggiamenti. Nel 1947, a richiesta del Commissario Prefettizio, la Colonia fu affidata per un periodo di quindici anni all'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno (ANIMI), con presidente il piemontese Umberto Zanotti Bianco, futuro fondatore dell'associazione Italia Nostra. L'ANIMI operò nella struttura fino al 1965, ospitando bambini bisognosi indirizzati dall'Assistenza post-bellica: nel '47 ne ospitava 130, dei quali oltre 50 erano stati inviati dal Consorzio Antitubercolare di Cosenza.
Successivamente l'intero impianto fu affidato con una delibera del 1978, al comune di Spezzano della Sila che ne aveva fatto richiesta e, fino al 1980, gli furono concessi gli immobili, i mobili e tutte le attrezzature, con l'obbligo da parte dello stesso, della buona conservazione. In seguito lo rilevò la Regione Calabria, che lo utilizzò in parte per lo svolgimento di corsi di formazione professionale.

Attualmente l'intero complesso mostra evidenti segni di un avanzato deterioramento, tanto che la maggior parte degli edifici non è più agibile. Comune, Provincia, Regione ne rivendicano la proprietà, ma la grandiosa e bella struttura è abbandonata. Da una visura storica compiuta lo scorso anno, si apprende che l'Ente Colonia Silana 'Domenico Migliori' è domiciliata presso la Prefettura di Cosenza, che il lussureggiante parco appartiene al Demanio, ma l'attuale e reale proprietario dovrebbe essere il comune di Spezzano.  



Giuseppina Le Maire
Nacque a Rivarolo Canavese (TO) nel 1860 e morì a Torino l'11 Maggio 1937. Portava sempre un cappellino sui capelli quasi bianchi – scriveva lo storico Antonio Cicala in una sua relazione - ed il sorriso le illuminava perennemente il volto. Vestita quasi sempre di bianco, Giuseppina Le Maire ispirava simpatia a chiunque aveva modo di conoscerla, s'intratteneva volentieri a parlare con le persone che incontrava. La sua forza d'animo era inversa alla sua figura gracile e mite, innamorata della Calabria l'aveva eletta a sua seconda patria ed in qualsiasi circostanza la difendeva dai malevoli luoghi comuni in cui le accadeva di imbattersi. Ad un articolo della giornalista e scrittrice lombarda Ada Negri, pubblicato sul 'Marzocco' nel 1913, nel quale erano contenuti giudizi poco lusinghieri sulla Calabria e i calabresi, le rispose confutando con forza le opinioni espresse dalla giornalista, invitando la Negri a venire in Calabria per vedere con i propri occhi la realtà calabrese senza farsi influenzare da alcun pregiudizio. La Sila fu il suo maggiore campo d'azione, ma riuscì a trovare il tempo per creare altre analoghe iniziative in posti sperduti, privi di strade e di energia elettrica, che lasciava poi alla direzione di altre persone. Nella frazione S. Angelo di Cetraro, insieme ad un professore del posto, riuscì a realizzare la prima vera scuola rurale della Calabria. Lasciò la Colonia nel 1933 per problemi familiari e morì a Torino nel 1937.

Cosenza, 7 settembre 2018
©Francesca Canino




15 commenti:

  1. Salve mi chiamo Giuseppe Guzzo e da circa un anno sto cercando di recuperare e rilanciare la struttura nella parte superiore alla colonia e sopra la fontana.Chiaramente il tutto non è facile ma ci voglio provare a rilanciarla.

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    1. Da pochi giorni abbiamo appreso che il Parco Nazionale della Sila, nel cui territorio ricade la Colonia, ha ricevuto un cospicuo finanziamento per ristrutturarla e rilanciarla. Grazie

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  2. Nulla da dire, provo tanta rabbia e dispiacere per Camigliatello. Sto viaggiando in modo veloce verso i 70 e mi accorgo di non aver fatto quello che avevo in mente. Ho fatto la mia parte nel campo delle Sistemazioni Idrauliche Forestali dei bacini e nel comparto dei Rimboschimenti ma forse dovevo fare di più.

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    1. Non deve provare rabbia, molte volte non dipende da noi

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  3. Spero che il Comune di Spezzano della Sila legga quanto pubblicato e nei suoi prossimi programmi trovi priorità la Colonia e il suo parco.
    Ing. Luigi C. Conforti

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    1. Il comune di Spezzano non si è mai interessato alla Colonia, nonostante le varie sollecitazioni, ecco il motivo della sua decadenza

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  4. Ho letto con sofferenza quanto pubblicato.
    Ancora una volta debbo prendere atto che la storia non cambia...gli interessi dei pochi prevalgono sempre su quelli dei molti.
    Per fortuna, in questo marasma, qualcuno/a brilla per bontà, direi meglio per santità !
    Facciamo sì che il mondo cambi in meglio in tutti i sensi.
    Ci credo poco....2020 anni di cristianesimo hanno prodotto ben poco !
    Buona vita a tutti.

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  5. Buongiorno! Socio socio fondatore di una cooperativa socio assistenziale nato in Sila ed amante del nostro territorio, se riusciamo ad unire le forze potremmo fare una richiesta per un progetto che può interessare sia anziani che i ragazzini pensando ad una struttura modulare integrata una via di mezzo tra Albergo della terza eta e colonia per ragazzi. www.homecaresystem.it - Dr. Luigi Vizza (3491946060)

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    1. Da pochi giorni abbiamo appreso che il Parco Nazionale della Sila, nel cui territorio ricade la Colonia, ha ricevuto un cospicuo finanziamento per ristrutturarla e rilanciarla. Potrebbe contattare il presidente del Parco

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  6. Provo una forte emozione rivedere le foto della mia Colonia M.Bianchi ho trascorso 2 anni meravigliosi negli anni 58,59 ,gestita dalle suore di ordine francese riapritela x il sociale.Mi prenoto come volontario ,se qualcuno ha delle foto inerente agli anni 58/59 la mia carlotassoni89@yahoo.it Grazie

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    1. Provi a contattare il Parco Nazionale della Sila

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  7. Da pochi giorni abbiamo appreso che il Parco Nazionale della Sila, nel cui territorio ricade la Colonia, ha ricevuto un cospicuo finanziamento per ristrutturarla e rilanciarla. Grazie

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  8. Sembra che il presidente del Parco si confronterà anche con le associazioni

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  9. Potrei avere qualche notizia in più sulla ex Colonia Federici?
    Vorrei mettermi in contatto con te, Francesca
    Grazie per il tuo impegno.
    Teresa Liguori
    Italia Nostra
    Sez. Umberto Zanotti Bianco Crotone

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