Qualche tempo fa è stato pubblicato un ottimo articolo, un’analisi abbastanza impietosa, in grandissima parte condivisibile, del nuovo
Atto Aziendale dell’A.O. di Cosenza. Ne veniva fuori un quadro a dir poco
devastante non solo e non tanto per il documento in sé, ma soprattutto perché delineava
l’assoluta pochezza, se non la perniciosità, dell’attuale management.
Adottare
un nuovo Atto Aziendale solo ed esclusivamente per effettuare un’attività che
nel regno animale viene indicata come “marcatura del territorio”, è
l’equivalente della celeberrima frase di Alberto Sordi, ne Il Marchese del
Grillo, “io so’ io e voi non siete un c….”, questa volta indirizzata a tutti i
cittadini della provincia di Cosenza.
L’Atto Aziendale è, per un’Azienda
Sanitaria, l’equivalente del Piano Industriale di una qualsiasi azienda
produttiva. Dovrebbe delineare obiettivi e modalità per raggiungerli; strategie
per abbattere i costi migliorando o, almeno, mantenendo qualità e numerosità
dei servizi; tagliare ciò che risulta non necessario, mantenendo ed implementando
quello che serve ai suoi clienti. Tutto ciò tenendo ben presente che,
un’azienda sanitaria, nel computo dell’economicità delle sue attività, deve
tener presente in più anche i costi sociali determinati dalle sue scelte e non
solo il suo bilancio interno. Oggi, nulla di tutto ciò. Non c’è analisi dei
fabbisogni, non c’è visione e neppure progettualità per il futuro. Mero gioco
delle tre carte dove l’asso lo trova solo e sempre il compare di turno.
A
questo disastro provinciale riesce a dare anche una valenza regionale l’azione
compiuta dal Commissario Cotticelli e dalla sua vice Crocco. Tutto il loro gran
da fare per correggere e salvare un Atto Aziendale irricevibile, si è risolto
in una delibera integrativa da parte del management dell’A.O. di Cosenza che,
definire di semplice maquillage, è un’offesa all’estetista della periferia
della solita Voghera.
Se si esclude il furto perpetrato ai danni dell’U.O.C. di
Oculistica della “Banca regionale trapianto ed innesti corneali”, da sempre
eccellenza di questa U.O., il resto è solo cambio di denominazioni a contenuti
invariati. Quel documento, ovvero l’Atto Aziendale dell’A.O., spacciato per
necessario e risolutivo per il buon funzionamento dell’Hub di Cosenza, è
rimasto fermo quattro mesi per queste offensive banalità. A questo punto, le
possibili ragioni che hanno portato a questa perdita di tempo ed alla odierna
integrazione sono due: la prima è che, vista l’assoluta inutilità per la
razionalizzazione delle attività, ci si poteva permettere di perdere tempo per
fare i “furbetti” e far finta di fare modifiche senza farlo; la seconda, è che
risponde veramente alle prescrizioni dell’ufficio del Commissario ad Acta. Nel
primo caso si tratterebbe della certificazione dell’inadeguatezza di un
management aziendale che doveva essere rimosso già da tempo. Nel secondo, visti
i quattro mesi persi per la valutazione di questo nulla assoluto, avremmo la
certificazione che anche l’Ufficio del Commissario ad Acta è assolutamente
inadeguato.
Alla fine della fiera, in qualunque caso, la sanità cosentina e
regionale deve assolutamente cambiare rotta e timonieri se vuole ancora sperare
di risollevarsi da una situazione non più gestibile da nessuno, calabrese o
meno.
Dr. Rodolfo
Gualtieri Dr. Luigi Ziccarelli
Segretario Aziendale CISL Medici Segretario
Aziendale ANAAO
Considerazioni a margine
Modificato in notturna, secondo la
tendenza nazionale, l’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, è
stato licenziato dalla Struttura Commissariale agli inizi di marzo scorso e rivisto
alcune notti fa. Ecco le discutibili variazioni su un testo già contestato:
UOC Accettazione, Accoglienza,
Attività Sanitarie: viene cambiato il nome e diventa
“Spedalità, Accoglienza, Specialistica Ambulatoriale e A.L.P.I” al fine di
mantenerla all’interno dell’ospedale e giustificare, così, un Dipartimento del
genere o per creare un primariato per chi si è sempre interessato di ALPI.
Ulteriore conseguenza, non si sa fino a quanto non voluta, è stata dare
risposta alla domanda su quali dovessero essere i criteri per diventarne
Direttore. C’è praticamente già il nome. Nella foga del maquillage, è scappata
quella “Specialistica Ambulatoriale” che nulla ha a che vedere con l’AO,
essendo di competenza dell’ASP.U.O.C. Terapia
del dolore, la quale, su richiesta del suo Direttore e in coerenza con le
linee programmatiche della Conferenza Stato-Regioni del 2017, passa dal
Dipartimento dell’Emergenza a quello Onco-Ematologico. Ma, è d’obbligo ora
chiedersi: perché fino ad oggi andava bene la sua errata localizzazione
nell’Emergenza e ora finisce nell’Onco-Ematologico? Sarà per evitare contrasti
di leadership nel Dipartimento Emergenza? Perché questa stessa Conferenza
Stato-Regioni viene tenuta in considerazione per la Terapia del Dolore e non
per la Terapia Intensiva Pediatrica che, dove c’è (e c’è, vedi DCA 89/2017),
dice debba essere gestita in locali e personale diversi da quelli dedicati agli
adulti?
U.O.S.D. Banca Regionale Trapianto
Innesti Corneali (esistente da quasi 20
anni come U.O.S. all’interno di Oculistica, viene costituita come
dipartimentale per rispondere al DCA 62 del 06/03/20, aggiornamento ed
integrazione del DCA 112/16, posteriore all’adozione di questo Atto Aziendale del
05/03/20). Anche qui due pesi e due misure con la TIP. Non se
ne comprende, poi, il suo inserimento nel Dipartimento dei Servizi e non in
quello di Neuroscienze (dove è allocata Oculistica) o Chirurgico
Polispecialistico insieme ad altre chirurgie. Essendo in un Dipartimento diverso da Oculistica, quali medici vi
afferiranno? Il bando di ammissione in una struttura Dipartimentale,
dovrebbe essere intra dipartimentale. Anche qui, sarà forse solo accentramento
di potere, da più tempo inseguito dal Direttore del Dipartimento dei Servizi,
più che razionalizzazione?
Dipartimento Materno-Infantile Area
Nord,
sparisce la dicitura Area Nord “al fine di distinguere questo Dipartimento
gestionale Aziendale da quello funzionale trasversale interaziendale tra AO Cosenza
e ASP Cosenza” (citazione dalla Delibera). Peccato che nel testo dell’articolo
35 “Dipartimento Materno-Infantile”, tranne il nome, rimane tutto com’era,
continuando a considerare interaziendale lo stesso Dipartimento e mantenendo
all’interno tutte le strutture dell’ASP compresa Neuropsichiatria Infantile ed
i Consultori Familiari.
Dipartimento del Governo Clinico
cambia solo nome e diventa “Dipartimento di Staff” in aggiunta alle strutture
di Staff che rimangono.
UOC Neurologia con Stroke Unit di
II livello sparisce dalla denominazione “Stroke Unit di II
livello” perché già presente una UOS, con lo stesso nome, sotto ordinata.
Ci si chiede: Per queste modifiche,
banali e inconcludenti, è lecito ritardare (siamo già a 4 mesi) l’applicazione
di un Atto Aziendale che, a parole, doveva razionalizzare ed efficientare
l’Azienda?
Cosenza, 30 giugno 2020
© Francesca Canino