Vi chiedo gentilmente di pubblicare questa mia lettera che denuncia un grave disservizio che molti cosentini stanno vivendo in questi ultimi giorni. Lunedì scorso, di mattina, mio figlio si è recato all'ufficio anagrafe di Cosenza per il rinnovo della carta di identità, documento indispensabile sempre, ma per lui, in questo periodo, è vitale quasi perché deve partire per lavoro.
Ma una amara sorpresa lo attendeva: da ben due giorni, infatti, non si rilasciano carte di identità (né magnetiche né le vecchie cartacee). Solo in casi di urgenza rilasciano quella cartacea. Su cosa si basa l'urgenza? Chi ne stabilisce i criteri? A parte questi interrogativi, se si vuole avere la carta d'identità si deve aspettare e seguire alcune procedure. Bisogna prenotarsi, presentarsi all' appuntamento e attendere una settimana prima di avere il nuovo documento. Mi chiedo cosa stia succedendo a Cosenza, visto che praticamente è tutto bloccato e per un qualcosa che veniva tranquillamente rilasciato in pochi minuti ora si deve aspettare due settimane.
Lettera firmata
‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria
08 ottobre 2019
05 ottobre 2019
Reggio Calabria, operazione Antiques dei Carabinieri NTPC
Nella mattinata, in Reggio Calabria, a seguito di ulteriori sviluppi investigativi emersi nell’ambito della più complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore dottor Giovanni Bombardieri, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cosenza, coadiuvati, nella fase esecutiva, dall’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due antiquari, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di ricettazione di un dipinto del Seicento, provento di furto consumato il 19 luglio 2016 ai danni di un antiquario bolognese.
Il provvedimento cautelare scaturisce dal prosieguo dell’attività d’indagine convenzionalmente denominata “Antiques”, svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza con il supporto dei militari del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, e dai Sostituti dottor Giovanni CALAMITA e dottor Alessandro MOFFA.
Nell’ambito dell’attività investigativa, il 26 luglio di quest’anno sono state già eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nonché 20 decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria a carico di altrettanti indagati (due dei quali sono gli odierni arrestati) ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte, quali dipinti, sculture in bronzo e marmo e oggetti chiesastici provento di furto in territorio nazionale e della loro esportazione illecita, per la successiva commercializzazione in ambito internazionale.
Le investigazioni, avviate nel novembre del 2015 a seguito di un controllo ad un esercizio commerciale d’antiquariato di Reggio Calabria e corroborate anche da attività tecniche e di riscontro mediante l’utilizzo della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, hanno consentito di:
- acquisire numerosi elementi investigativi di colpevolezza nei confronti dei componenti di un pericoloso sodalizio criminale, con base a Napoli e provincia e con ramificazioni nel bresciano, dedito alla ricettazione di beni antiquariali trafugati sul territorio nazionale e commercializzati anche tramite antiquari calabresi compiacenti ovvero esportati illecitamente per essere venduti presso fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier;
- recuperare diverse opere trafugate, alcune di rilevante importanza, nonché un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del MiBACT;
- recuperare e sequestrare il 29 agosto u.s., a Reggio Calabria, il dipinto oggetto della ricettazione, che ha consentito l’emissione delle due misure cautelari in relazione, come motiva il GIP, “all’attualità e alla concretezza del pericolo di reiterazione del reato”.
Nello specifico, venivano recuperati beni di rilevanza storico artistica, provento di furto ai danni di abitazioni private del territorio nazionale, tra i quali emerge, per importanza, un dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, di Scuola Napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (AN), nonché di sequestrare, al valico di Ventimiglia (IM), al confine con la Francia, centinaia di beni antiquariali, costituiti prevalentemente da elementi di arredo antico e di pregio, quali sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili antichi in argento, ceramica e porcellana, trasportati a mezzo di furgoni presi a noleggio per l’occasione dagli appartenenti al sodalizio criminale. Il valore economico di tutti i beni finora sequestrati è stato stimato in circa 1.500.0000 Euro.
Cosenza, 5 ottobre 2019
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
04 ottobre 2019
Biblioteca Civica di Cosenza, dichiarato l'interesse culturale del suo patrimonio
Un cammino lungo e tortuoso sfociato nell’agognato risultato: la
Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria, considerato l’interesse
storico particolarmente importante, ha emesso il decreto di dichiarazione dell'interesse culturale del
patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza (ai sensi degli artt. 10,
comma 3, lettera a), b) e c) e artt.13 e segg. del D. Lgs. 42/2004) e ha
formalmente inviato al Presidente della Biblioteca Civica di Cosenza le proprie
prescrizioni circa i provvedimenti da adottare per assicurare una buona tenuta
e conservazione del patrimonio librario e documentario. Ai Carabinieri NTPC è
stata inviata una nota contenente sia l'informativa in merito alla
Dichiarazione emessa sul patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza, sia gli
adempimenti prescritti.
La notizia giunge dalla Direzione generale Archivi, che comunica
anche che la stessa Soprintendenza «ha scelto di individuare nel patrimonio
della Biblioteca civica di Cosenza l'oggetto di una propria proposta
progettuale presentata nell'ambito della Programmazione PON Cultura e sviluppo
FESR 2014-2020 — azione 6c.l.b, Asse I». Il progetto è destinato alla
digitalizzazione dei Corali Liturgici e delle pergamene custodite nell'Istituto.
Il Soprintendente archivistico e bibliografico della
Calabria, inoltre, ha notificato «al prof. Leopoldo Conforti, Presidente, e a Francesco
Antonio Iacucci, componente del Consiglio di Amministrazione, l’obbligo di conservare,
ordinare e inventariare la documentazione della Biblioteca e il divieto di smembrare
l'archivio e far uscire in modo definitivo dal territorio della Repubblica
l'archivio o i singoli documenti ad esso appartenenti». In considerazione del
decreto di dichiarazione dell'interesse culturale del patrimonio della
Biblioteca Civica di Cosenza e nell'ottica di una piena collaborazione
finalizzata ad una fattiva azione di tutela dei beni librari e documentari, la
Soprintendenza calabrese invita Conforti e Iacucci a «voler adempiere ai provvedimenti
necessari per assicurare una buona tenuta e conservazione dei beni culturali di
che trattasi. Si rappresenta che nel corso dei sopralluoghi effettuati e da
un'attenta analisi e verifica tecnico-scientifica è stato rilevato che parte del
materiale librario ed archivistico non è conservato in modo idoneo, è in
precario stato di conservazione, frammisto a materiale di risulta in locali per
lo più umidi e carenti di scaffalature sufficienti».
Si dovrà, ora, provvedere a: ricollocare in locali
salubri e idonei il materiale afferente l'emeroteca (riviste e giornali a
stampa della seconda meta del sec. XX) e le Gazzette Ufficiali (seconda meta
del sec. XX), collocato in locali inidonei al piano ammezzato del vano scala;
individuare locali idonei per la conservazione dell'archivio della Biblioteca
Civica, che oggi è situato in un posto non idoneo alla conservazione; provvedere
alla sanificazione di alcuni locali risultati troppo umidi; provvedere a un
intervento di restauro conservativo del materiale librario e documentario che
non versa in buono stato di conservazione. «Difatti – scrive la Soprintendenza - risulta
particolarmente urgente, in considerazione del precario stato di conservazione,
prevedere una progettualità che riguardi i 28 Codici corali membranacei (sec.
XVI), la platea della Chiesa Matrice di Rocca Imperiale (1777), oltre a
numerose cinquecentine e seicentine e proseguire nell'attività di catalogazione
dei fondi librari ed all'inventariazione di fondi documentari conservati presso
codesta Biblioteca Civica».
Bisogna ora evitare che la Biblioteca rimanga nella sua
attuale condizione, Provincia e Comune devono assolvere ai loro obblighi economici
nei confronti della storica istituzione, evitando elemosine e disinteresse
culturale.
Cosenza, 4 ottobre 2019
©Francesca Canino
01 ottobre 2019
Biblioteca civica di Cosenza, arrivano gli ispettori ministeriali
Visita ispettiva alla Biblioteca Civica di Cosenza. È quanto appena annunciato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del MIBAC, che in seguito a diversi articoli di stampa, alle lettere inviate dai cittadini e all'impegno della senatrice calabrese Margherita Corrado ha disposto un'ispezione nella storica istituzione cosentina, da anni in stato di abbandono.
Sfrattata nel 2017 da una parte dell'edificio, quella appartenente al Demanio, perché non erano stati corrisposti i canoni di affitto, la Biblioteca ha dovuto adibire il suo deposito a sala per il Fondo Antichi e Rari, ovvero per i libri e i documenti più preziosi che custodisce. Incunaboli, cinquecentine, corali giacciono lì senza speranza di tornare nel luogo che li ha ospitati per decenni e senza speranza di essere restaurati. Il debito con il Demanio aumenta di mese in mese, gli impiegati non ricevono le loro spettanze da dicembre scorso, l'utenza telefonica è stata interrotta per il mancato pagamento della bolletta. Non ci sono soldi. Da anni Provincia e Comune, che per Statuto sono gli enti finanziatori della Biblioteca, non stanziano regolarmente i fondi per il suo mantenimento, non programmano piani di rilancio, anzi, sono riusciti ad affossare un'antica e nobile istituzione cittadina. A marzo scorso abbiamo saputo che i bilanci erano fermi al 2013, che i due enti avevano drasticamente ridotto i fondi da erogare alla Biblioteca e che nei bilanci comunali lo stanziamento iniziale non corrisponde puntualmente al totale delle liquidazioni. Emerge il disinteresse mostrato verso la Biblioteca, usata come una cassa alla quale destinare fondi che poi vengono distratti. Non sappiamo a chi o per che cosa.
Solo pochi giorni fa, l'amministrazione comunale ha pubblicato una determina con la quale ha stanziato € 40.000 alla Biblioteca, una prima tranche del contributo pari a l04000 euro previsto in sede di bilancio comunale 2019. Non sappiamo quando e se farà pervenire la rimanente cifra, insufficiente, tuttavia, a coprire le spese correnti. E dire che il comune bruzio, per il settore cosiddetto culturale, spende ogni anno fior di quattrini per manifestazioni risibili e autoreferenziali, basti pensare alle luminarie, per le quali sono stati spesi oltre 400000 euro per l'anno in corso, o agli animali di plastica che durante l'estate sono stati sul corso principale e a tante altre iniziative servite solo a sperperare denaro. La cultura non interessa a nessuno, è ormai risaputo, e nella città dei balocchi, quale è diventata Cosenza, i libri, specialmente se antichi, possono andare in malora. E mentre la Biblioteca si avvia verso la strada del tramonto, l'amministrazione comunale torna a chiedere al MIBAC fondi per la ricerca del tesoro di Alarico, di cui non esiste alcuna traccia.
Ecco il quadro che gli ispettori troveranno quando giungeranno alla Biblioteca Civica, perché oggi questa è la situazione in cui versa.
Cosenza, 1 ottobre 2019
@ Francesca Canino
Ecco il quadro che gli ispettori troveranno quando giungeranno alla Biblioteca Civica, perché oggi questa è la situazione in cui versa.
Cosenza, 1 ottobre 2019
@ Francesca Canino
28 settembre 2019
Interdittiva antimafia blocca di nuovo i lavori su corso Mazzini
Fermati
per la seconda volta nel giro di tre mesi. I lavori di rifacimento dell’ultimo
tratto di corso Mazzini, bloccati nello scorso mese di giugno ‘per problemi
burocratici’ (questa la versione data dal comune di Cosenza), hanno ricevuto un
ulteriore stop all’inizio di questa settimana. Le motivazioni, stavolta, sono
ben più serie, visto che è scattata l’interdittiva antimafia per la ditta
esecutrice dei suddetti lavori. Ora è di nuovo tutto fermo e i disagi per i
cittadini e i commercianti sembrano non termineranno più a dicembre prossimo,
come aveva annunciato da poco l’amministrazione comunale. Non solo disagi,
però, considerato che il tratto interessato dai lavori è stato recintato nel
mese di marzo e ciò ha determinato un minore afflusso di persone presso gli
esercizi commerciali che ivi ricadono, con conseguenti perdite sul piano
economico.
I
lavori su corso Mazzini, nel tratto compreso tra viale Trieste, corso Umberto e
piazza XX Settembre, sono partiti male: a fine marzo, l’area in questione viene
recintata per allestire il cantiere, ma non si appone l’obbligatorio cartello
di cantiere e non si ascoltano gli appelli di comitati e cittadini che chiedono
di risparmiare gli alberi situati sui marciapiedi (http://francescacanino.blogspot.com/2019/03/lavori-di-corso-mazzinistrage-di-alberi.html).
Qualche
mese più tardi, a giugno per la precisione, a lavori iniziati si scopre che in
nessun modo si era tenuto conto del vincolo monumentale ricadente sull’area. La
giurisprudenza amministrativa e costituzionale riconduce, infatti, le piazze,
le vie, le strade e gli spazi urbani e pubblici realizzati da oltre 70 anni
alla categoria dei beni culturali,
indipendentemente dall’avvio del procedimento di verifica e dalla specifica
dichiarazione di interesse culturale prevista dall’articolo 13 del D. Lgs. 42/2004
(http://francescacanino.blogspot.com/2019/06/i-lavori-di-corso-mazzini-e-il-vincolo.html).
I
lavori, dunque, iniziano senza le dovute autorizzazioni alla Soprintendenza,
obbligatorie visto che vie, piazza e complessi interessati risalgono a oltre 70
anni fa e sono soggetti al vincolo monumentale (come lo è buona parte di corso
Mazzini, su cui ogni modifica, rifacimento e altro – vedi paletti di metallo –
è stato effettuato senza mai considerare il vincolo in questione). La Provincia
ha dato, inoltre, una valutazione troppo semplicistica ai lavori e anche il
passaggio di un binario della famigerata metro, previsto davanti alla caserma
dei Carabinieri, non avrebbe le autorizzazioni. Per questi motivi, a giugno
scorso, scatta il primo fermo ai lavori. Il comune parlerà ‘di problemi
burocratici’.
Come
è andata a finire? In seguito ad alcuni articoli di stampa, il cartello di
cantiere fa la sua comparsa, anche se in ritardo, sulla recinzione, riportando
i dati obbligatori, il costo dell’opera, ben 1.269.095 euro e la data fine lavori prevista per il 13 agosto scorso.
Dopo il primo stop, i lavori riprendono, ma il vincolo monumentale è stato violato.
Purtroppo, ciò si configura come prassi nella città dei Bruzi, basti ricordare
l’autorizzazione paesaggistica mancante per il ponte di Calatrava, i palazzi
del centro storico demoliti senza l’autorizzazione della Soprintendenza, piazza
Fera realizzata senza mai inviare la documentazione dei lavori alla
Soprintendenza, nonostante essa l’avesse espressamente richiesta e tante altre irregolarità
che abbiamo puntualmente divulgato. E lunedì scorso, una interdittiva antimafia
ha nuovamente bloccato i lavori.
Cosenza, 28 settembre
2019
© Francesca Canino
19 settembre 2019
Bollette acqua rincarate: le bislacche giustificazioni di Municipia
I problemi, però, non si limitano solo alla data di scadenza: la cosiddetta ‘bolletta dell’acqua’, infatti, almeno questa volta, è motivo di preoccupazione per la maggior parte degli utenti a causa delle cifre esose che vengono richieste. Analizzando attentamente la fattura, emerge che alla voce ‘Prospetto Letture’, spesso incompleto, compaiono le date (in alcuni si parte dalla fine del 2007) e la tipologia della lettura, in molti casi definita ‘reale’. Ma non è proprio così. Abbiamo chiesto dettagliate informazioni alla Municipia Spa, già Engineering Spa, società che si è aggiudicata per € 5.178.649,50 il ‘servizio di gestione ordinaria e straordinaria delle entrate tributarie ed extratributarie (durata quinquennale)’ fino a giugno 2022 e abbiamo saputo che anche quando sulla fattura appare la voce ‘lettura reale’ essa è da intendersi molte volte come ‘lettura presunta’. La risposta, quasi una giustificazione iperbolica, è scaturita dopo aver dimostrato agli impiegati della società, documenti alla mano, che alcune letture reali riportate sulle fatture non erano mai state effettuate. Di contro, abbiamo dimostrato, esibendo una ricevuta rilasciata da un operatore Engineering, che alcune letture realmente effettuate non sono state prese in considerazione ai fini del calcolo dei metri cubi consumati. La giustificazione stavolta è stata meno spinta della precedente: gli impiegati, infatti, hanno riferito che l’inconveniente è sicuramente dovuto a una dimenticanza. In pratica, la lettura non è stata ‘caricata’ nel computer, operazione che avrebbe dimezzato le somme da pagare (eccessive per molti contribuenti), addebitate invece in toto nell’ultima bolletta. A che serve, dunque, inviare degli operatori per effettuare la lettura dei contatori dell’acqua se poi ci si dimentica di conteggiarla? Val la pena ricordare che il lavoro degli operatori di Municipia ex Engineering è pagato dai contribuenti (oltre un milione di euro all’anno) che, come abbiamo visto, si ritrovano a tratti senza il servizio. E poi, perché chiedere ai cittadini di effettuare l’autolettura se la società incarica i suoi uomini a rilevare casa per casa i consumi? Delle due l’una, anche perché, malgrado una sovrabbondanza di servizi, si finisce per non farne valere nessuno.
Ma non finisce qui, visto che sul foglio della fattura compare la voce ‘Prospetto analitico’, che riporta anno per anno, a cominciare da gennaio 2013 e finire a dicembre 2018, le componenti tariffarie con i codici UI1 e UI2 (componenti tariffarie fognatura, depurazione, consumo), UI3 (Acquedotto). E' vero che si tratta di cifre minime, ma sono sempre spese per i cittadini.
Per saperne di più: http/francescacanino.blogspot.com/2015/07/cosenza-cinque-acquedotti-e-sei-pozzi.html
Per saperne di più: http/francescacanino.blogspot.com/2015/07/cosenza-cinque-acquedotti-e-sei-pozzi.html
Cosenza, 19 settembre 2019
Francesca Canino
13 settembre 2019
Cosenza, piazza XV Marzo: salviamo la Statua della Libertà d'Italia
Per i cosentini
è la statua della Libertà. Situata in piazza XV Marzo, ex piazza Prefettura, fu
realizzata da Giuseppe Pacchioni, bolognese, per ricordare un episodio della
storia cittadina che tanti martiri fece in nome di una libertà che forse non si
è mai compiuta.
Oggi il
monumento versa in pessime condizioni, è annerito, in alcune parti scrostato, pericolante.
Come spesso accade in città, i beni culturali non interessano a nessuno e anche
quando sono evidentissimi i segni dell’incuria, nessuno interviene per salvare
le vestigia del passato.
Eppure, la statua che per i più anziani rappresenta la
Madre d’Italia, racconta una storia d’amore, profondo, totale, rivoluzionario
come tutti i grandi amori, anche quando non coinvolge due persone, ma un intero
popolo che lottava per l’unità. In tanti caddero nelle Idi di Marzo cosentine (http://francescacanino.blogspot.com/2016/03/il-moto-cosentino-del-15-marzo-184.html),
in
quel sogno di libertà che solo pochi mesi dopo uccise anche i fratelli Bandiera.
L’autore, Giuseppe Pacchioni, uno dei superstiti della spedizione dei fratelli veneziani, scolpì la statua della “Libertà d’Italia” nel 1878, incidendo sul piedistallo i nomi dei patrioti che parteciparono alla spedizione e quelli dei cosentini che organizzarono il moto insurrezionale del 15 marzo 1844. Fu proprio questo evento che diede il nome alla piazza, scenario della rivolta. Le iscrizioni sulle lapidi del basamento sono state dettate da Giosuè Carducci.
L’autore, Giuseppe Pacchioni, uno dei superstiti della spedizione dei fratelli veneziani, scolpì la statua della “Libertà d’Italia” nel 1878, incidendo sul piedistallo i nomi dei patrioti che parteciparono alla spedizione e quelli dei cosentini che organizzarono il moto insurrezionale del 15 marzo 1844. Fu proprio questo evento che diede il nome alla piazza, scenario della rivolta. Le iscrizioni sulle lapidi del basamento sono state dettate da Giosuè Carducci.
In nome dei
martiri e dei tanti cosentini che ancora si emozionano dinanzi ad essa,
Salviamo la Statua della Libertà, non disperdiamo un patrimonio che è parte di
noi tutti.
Cosenza,
13 settembre 2019
©
Francesca Canino
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