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Dopo due anni di pandemia bussa alle porte del mondo
l’incubo della guerra. Potrebbe essere l’ultima, come si è sempre detto, si
spera, tuttavia, sia l’ultimo annuncio di una guerra mondiale.
L’era della pace, quella perenne oltre i tempi e gli spazi, è da auspicare. Anzi è da costruire. Bisogna iniziare subito, analizzando quanto accade intorno a noi indipendentemente dalle ragioni o dai torti che spingono le varie nazioni a desiderare il conflitto armato. L’essenziale adesso non è prendere posizione verso l’una o l’altra parte, quanto osservare i primi effetti che questo periodo di guerra ha già prodotto. Effetti che devono far riflettere perché hanno minato pesantemente la società italiana, pur senza l’uso delle bombe vere e proprie.
Armi più sofisticate sono state sganciate e i risultati sono
stati quelli sperati da chi le ha ideate e usate a svantaggio delle libertà dei
popoli. Sono, così, state attaccate e uccise la libertà di stampa e di opinione.
Allo stesso modo è stata sacrificata la libertà di manifestare pacificamente
nelle piazze per non disturbare i signori della guerra, protesi verso obiettivi
ancora semisconosciuti alle masse. Si è raggiunto, però, lo scopo di eliminare
la partecipazione del cives alla
costruzione del suo futuro. E grazie a giornalisti, politici e movimenti che hanno
snaturato la loro missione si è giunti al punto in cui è stata oltraggiata la
Costituzione. Non solo, non si distinguono più le notizie vere da quelle false
e nessuno scende nelle piazze a manifestare contro la guerra.
Non è concepibile che un paese che si dice
democratico come l’Italia abbia fatto a pezzi la sua Costituzione, violando
questa volta l’art. 11 che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali, nel silenzio del Parlamento.
Non è concepibile che ogni notizia data dai media
debba essere messa in dubbio. Ancor peggio è essere inondati da ‘news’ volutamente costruite che poi si
rivelano false e assistere successivamente alla tempesta di contumelie che
colpiscono chi prova a smentirle, anche con prove inconfutabili. Ormai, chi
scrive senza accodarsi al mainstream
è tacciato di essere ‘filo x’ o ‘filo y’, nel silenzio dell’Ordine dei
Giornalisti.
Non è concepibile che i vari movimenti pacifisti non
siano scesi con determinazione nelle piazze di tutto il paese per urlare il loro NO alla
guerra.
Dove sono i pacifisti, i non violenti, la società
civile che sventola la bandiera della PACE?
Dove sono i giornalisti che scrivono con le loro
penne e non con quelle del potere?
Dove sono i parlamentari che devono far rispettare
la Costituzione e anelare al benessere del popolo che li ha eletti?
Tutti impauriti di finire sulla lavagna nera nelle liste dei “cattivi”?
Si contribuisce, in questo modo, a propagare le più
pericolose falsità della storia contemporanea. Intimiditi, imbavagliati,
inermi, “gli attori e i convenuti” di questo machiavellico gioco hanno la
grande responsabilità di aver partecipato in prima persona a destrutturare una
società già provata.
Tra informazione mercenaria e strategia del terrore,
una guerra è stata già vinta: la gente non partecipa, è anestetizzata,
disinteressata, distante, indifferente sulle sorti del mondo, ovvero sulle
proprie sorti. Ora non rimane che evitare la guerra vera, quella che potrebbe
essere l’ultima.
Per questi motivi, sarebbe necessario scendere nelle
piazze, protestare, informare correttamente i cittadini, obnubilati dalla
propaganda delle parti e vittime della contrapposizione tra “Buoni e Cattivi”.
Fondamentale sarebbe, inoltre, divulgare notizie
documentate, senza cadere nella trappola della propaganda o delle
contrapposizioni, per evitare che la nostra società di esseri liberi e pensanti
venga trasformata definitivamente in una società di soggiogati.
24 marzo 2022
Francesca
Canino
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