‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

13 aprile 2021

Sanità, chi ci vuole morti?

 


L’ospedale di Cosenza è scoppiato e non a causa della pandemia. I due pazienti deceduti in ambulanza in attesa di accedere al Pronto soccorso hanno cantato il ‘de profundis’ al grande Hub regionale. È tempo, ora, di indignarsi, protestare, chiamare ognuno alle proprie responsabilità, scoprire gli altarini e punire i colpevoli. Già, ma chi sono i responsabili dello sfascio? Panizzoli, Mastrobuono, Longo, Cotticelli, Scura e tutta la risma di personaggi che si sono alternati ai vertici della sanità calabrese e cosentina nell’ultimo decennio? I politici e gli amministratori calabresi? I vari ministri della salute? I boss della sanità privata? Tutti e con essi i loro manovratori.

Una regia occulta ha massacrato la sanità calabrese, affidandola nelle mani di persone che si sono mostrate incapaci e alle quali è stato imposto di rimanere immobili. Nulla sarebbe dovuto migliorare, tutto si sarebbe dovuto ripiegare su se stesso, crollare, scoppiare per l’inerzia di quanti hanno occupato finora i posti di comando. Non ci spiegheremmo altrimenti il perché la sanità calabrese è commissariata da undici anni e nonostante l’avvicendarsi di diversi commissari e subcommissari al Piano di rientro dal debito non sia stata fatta piena luce sui conti, sul debito ancora in essere; perché non sia stata riorganizzata tutta la rete ospedaliera e territoriale e vi siano state rinunce di milioni di euro (lo scorso anno, il management dell'azienda ospedaliera di Cosenza, Panizzoli in testa, ha rinunciato, di fatto senza motivazioni plausibili, all'opportunità di un reale aggiornamento tecnologico attraverso il finanziamento di 10 milioni di euro, che avrebbe permesso l'acquisto di molte nuove attrezzature: http://francescacanino.blogspot.com/2020/03/ospedale-di-cosenza-senza-guida.html).

Non ci spiegheremmo altrimenti il perché il Mariano Santo è stato chiuso nel 2015 ed è diventato un cantiere infinito, privando l’Hub di Cosenza di 120 posti letto in più. Proprio sull’ex sanatorio bruzio si è espressa nei giorni scorsi Isabella Mastrobuono, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, che, sentita in commissione sanità del comune di Cosenza, ha assicurato la riapertura dello stabilimento in 150 giorni. Favole, visto che il Mariano Santo è la classica mucca da mungere da parte dei soliti noti ((http://francescacanino.blogspot.com/2020/11/lavori-infiniti-al-mariano-santo-ecco-i.html).

Non ci spiegheremmo altrimenti il perché, come è stato riportato nei giorni scorsi da un quotidiano locale, i manager della sanità calabrese siano sempre gli stessi. Cambiano i luoghi degli incarichi e i ruoli da svolgere, ma è sempre lo stesso manipolo di persone ad occupare i posti che contano. Forse sono troppo bravi a fare in modo che nulla migliori, che tutto sprofondi nella sabbie mobili come ordinato dai loro manovratori?

Affossare la sanità pubblica equivale a condannare gli ammalati a invalidità permanenti o a morte sicura. È questo che si vuole? È per questo che l’ospedale militare è stato riconvertito in centro vaccinale? È per questo che altri ospedali della provincia rimangono chiusi? I cittadini esigono risposte, mentre i politici, che hanno mangiato tutto, stanno a guardare, i commissari eseguono gli ordini, i capoccioni della sanità privata si sfregano le mani, ignorando che anch’essi sono dei burattini, però ben pagati, strumenti di un gioco di morte.

Cosenza, 12 aprile 2021

© Francesca Canino    

 

 

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