Un filo apparentemente invisibile lega la Cina,
Cosenza e Genova, un legame che sembra basarsi su finanziamenti milionari,
appalti e tangenti gestiti da politici e imprenditori.
Nell'inchiesta di Roma sull'ex direttore
generale e poi ministro dell'ambiente Corrado Clini, arrestato nel maggio
scorso per peculato, emerge che duecento milioni di euro sarebbero stati spesi
dal Ministero dell'ambiente in Cina per progetti mai realizzati o mal
realizzati. Altri 15 milioni di euro sarebbero stati stanziati per il
Montenegro. Oltre a Clini, era finito ai domiciliari per lo stesso reato anche
l'imprenditore Augusto Pretner. Quest'ultimo, socio dello Studio Galli, era
responsabile del progetto per la salvaguardia e la riqualificazione del territorio
iracheno, finanziato sempre dal Ministero guidato da Clini con 54 milioni di
euro. Altri indagati nell'inchiesta sono la compagna di Clini, Martina Hauser,
e alcuni imprenditori. Il quotidiano 'La Repubblica' ha scritto infatti: “Poi
ci sono gli affari di famiglia. Non solo le collaborazioni con imprenditori o architetti amici e le consulenze
affidate alla compagna, Martina Hauser, ma anche i contratti stipulati con i
figli di Clini”.
C'è una determina dirigenziale di Palazzo dei
Bruzi (n. 157 del 2012), sede del Comune di Cosenza, che ha come oggetto la liquidazione
di competenze professionali per le attività relative al “Programma di bonifica
e risanamento ambientale comprendente i controlli di perdite idriche e della
qualità dell'acqua”. Essa dispone il versamento di 40.000 euro «ad avvenuta
incamero delle somme erogate dal Ministero» allo Studio Galli Ingegneria Spa di
Padova, ovvero la medesima società citata nell’ordinanza di custodia cautelare
emanata nei confronti di Clini e Pretner. Gli interventi di risanamento
ambientale a Cosenza erano compresi nel programma attuativo dell'accordo tra il
Comune di Cosenza e la Direzione generale per lo sviluppo sostenibile del
Ministero dell'ambiente, stipulato il 2 agosto 2011, quando Clini era direttore
generale del dicastero 'verde'. E a Cosenza l'assessorato all'Ambiente era
guidato da Martina Hauser.
«C’è un elemento comune – seppur indiretto e
quindi al di fuori della vicenda giudiziaria – tra l’inchiesta della
Procura di Ferrara costata i domiciliari all’ex ministro Corrado Clini e
l’amministrazione calabrese retta dal sindaco Mario Occhiuto» ha scritto nelle
scorse settimane un giornalista calabrese su un importante quotidiano locale
con riferimento allo Studio Galli. Ma non è il solo elemento se si considera
che nella seconda inchiesta che ha coinvolto l'ex ministro Clini è finita anche
la sua compagna Martina Hauser, assessore a Cosenza dall'inizio
dell'amministrazione Occhiuto fino a pochi mesi fa, quando cioè è stata
indagata.
Alcuni interrogativi sono d'obbligo: perché le
attività relative al Programma di bonifica e risanamento ambientale non sono
state affidate a uno studio di Cosenza o della Calabria? Perché il
sindaco-architetto Occhiuto ha nominato Martina Hauser assessore all'ambiente
del comune bruzio?
In una nota a firma del Pse dei giorni scorsi
si legge che «Non abbiamo mai avuto risposta alle ripetute interrogazioni
rivolte al sindaco in relazione all’attività istituzionale della signora Hauser
e ai motivi che l’avevano condotta da Trieste a Cosenza, dove la si ricorda
esclusivamente per l’inaugurazione di un canile e per le ingenti risorse a ciò
destinate. Ci chiedevamo – e chiedevamo agli uffici – quante volte l’assessore
avesse partecipato alle riunioni di giunta ed ai consigli ed a quali costi
(indennità, rimborsi, trasferte e altro). Non lo abbiamo mai saputo. Oggi
apprendiamo che – secondo la magistratura inquirente – avrebbe, in concorso con
l’ex ministro e con altri, incassato e veicolato tangenti per opere in Cina.
Naturalmente siamo fermamente convinti del principio costituzionale di
presunzione di innocenza. Tuttavia l’oggettiva evidenza dei fatti indica ai
cosentini un’altra cosa, e cioè che la nomina della signora, per quanto
formalmente legittima, non era dovuta alle competenze della stessa quanto più
probabilmente ai legami tra lei, il compagno e l’architetto Occhiuto, il quale,
come è a tutti noto, ha lungamente lavorato in Cina, proprio nel settore in cui
quella che sarebbe divenuta suo assessore avrebbe – secondo la ricostruzione
dei Pm - contribuito a rastrellare tangenti. Dunque ribadiamo ciò che abbiamo
detto nelle interrogazioni: non c’era altra figura per l’assessorato
all’Ambiente?».
Ultimo interrogativo: perché i milioni (269 in
totale) stanziati per la Cina, il Montenegro e l'Iraq non sono stati destinati
alle emergenze italiane? Lo sfasciume pendulo è sempre più a rischio e il fango
di Genova ne è l'inequivocabile dimostrazione. «Non ci sono soldi» è la frase
che i sindaci pronunciano con maggiore frequenza nei loro discorsi e le
tragedie, quindi, si susseguono con cadenza quasi mensile. Però si impiegano
milioni per finanziare opere da realizzare all'estero, architettando sistemi
cervellotici per intascare tangenti e favorire parenti e amici.
© Francesca Canino
21-10-2014
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