‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

06 maggio 2020

icittadinisegnalano: Perché non sono stati fatti i tamponi agli ospiti della casa di riposo di Mongrassano?

"Gentile giornalista, ci rivolgiamo di nuovo a Lei perché vogliamo chiarezza. Pochi giorni fa le abbiamo scritto per i dubbi che nutriamo sull’esecuzione dei tamponi alla Casa di riposo “Serenità” di Mongrassano, il nostro paese. Solo ieri, dopo quasi dieci giorni, sono stati resi noti i risultati dei tamponi fatti nella suddetta struttura. Tutti negativi! Bellissima notizia, peccato che i tamponi siano stati fatti solo ai dipendenti della Casa di riposo e non agli anziani ospiti, i quali, da quando è iniziata la quarantena, vivono tagliati fuori dal mondo, infatti non possono ricevere nessuna visita come imposto dal lockdown. Ci auguriamo che stiano tutti bene, ma vorremmo sapere perché ad essi non è stato fatto il tampone.
In un servizio andato in onda oggi, 6 maggio, su Ten, la direttrice della Casa di riposo ha esplicitamente detto che gli operatori sono tutti negativi al Covid, ma non ha fatto alcun cenno agli anziani, come ci aspettavamo, né la giornalista ha chiesto notizie in merito. Ciò che pretendiamo ora di sapere è proprio questo, perché non hanno fatto i tamponi ai loro ospiti? E quali sono le condizioni di salute di questi ultimi che vivono da quasi due mesi chiusi nella Casa e senza vedere nessuno? Siamo preoccupati, ma fiduciosi, perché sappiamo che sono in buone mani, però c’è bisogno di chiarezza e le risposte devono darle. Grazie".
Lettera firmata

03 maggio 2020

icittadinisegnalano: Casa di riposo di Mongrassano, tamponi eseguiti in ritardo e ancora senza esito


“Proprio in queste ore abbiamo appreso dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia che in Calabria sono stati spediti 84000 tamponi, ma ne sono stati fatti solo 37000 su 2 milioni circa di abitanti. Se ci sono oggi zero contagi e pochi tamponi i sospetti chiaramente sorgono. Ci piacerebbe sapere perché sono stati effettuati pochi tamponi e perché inoltre di alcuni, che pare siano stati eseguiti, non si conosce l’esito. Mi riferisco alla Casa di riposo Serenità di Mongrassano, in cui, fino a pochi giorni fa, nonostante il caso villa Torano fosse scoppiato già da tempo, nessuno aveva fatto i tamponi agli ospiti e al personale. 

Noi viviamo nel cuore di un territorio che comprende centri come Torano, Fagnano, Bisignano, dove ci sono stati casi di contagi, motivo che avrebbe dovuto spingere il sindaco di Mongrassano e il responsabile della Casa di cura Serenità a fare immediatamente i tamponi agli ospiti. Ci chiediamo perché il 14 aprile sono stati consegnati i tamponi e dopo oltre una settimana il sindaco, in una intervista al Tg3 ha detto di essere sul punto di farli. Finalmente, dopo oltre dieci giorni vengono fatti e ad oggi non si hanno ancora i risultati. Non sono troppi dieci giorni?

Se si volessero tutelare i diritti e la salute dei propri concittadini si farebbe ferro e fuoco al fine di eseguire i tamponi con la massima celerità, soprattutto perché Mongrassano è circondato da paesi con casi di contagio. Perché è passato tutto questo tempo? Si vuol nascondere qualcosa visto il palese conflitto d’interesse tra l’amministrazione comunale di Mongrassano e la Casa di Riposo Serenità? Perché si è andati ben oltre i 14 giorni dall’esplosione del focolaio di Torano per fare i tamponi? Ad essere malpensanti potremmo pensare che con il passare del tempo gli eventuali infetti asintomatici presenti in struttura nel frattempo guariscono e nessuno saprà mai se il virus ha colpito il nostro centro, con tutti problemi che da ciò potranno scaturire. Non c’è chiarezza sui contagi, inutile allora pubblicare quotidianamente il bollettino regionale che offende la nostra intelligenza. Intanto noi a Mongrassano attendiamo…”.
Cosenza, 3 maggio 2020
Lettera firmata

01 maggio 2020

L'ordinanza della discordia: Santelli apre alle attività, gli ordini dei medici chiedono un passo indietro



L’incauta ordinanza del presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, emanata il 29 aprile scorso a tarda sera, scontenta cittadini e sanitari. Tra i primi, molti hanno rispettato le prescrizioni; tra i secondi è d’obbligo ricordare che la categoria degli operatori sanitari, in questo periodo di pandemia, ha lavorato di continuo e che in tanti hanno perso la vita a causa del virus. Oggi, dopo due mesi abbondanti di sacrifici e vittime, il numero dei contagi resta ancora alto. Il buon senso avrebbe imposto di non allentare le misure adottate, ma in Calabria è stato deciso di vanificare gli sforzi fatti finora. Ecco perché l’ordinanza del presidente Santelli del 29 aprile 2020: “Disposizioni relative alle attività di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, attività sportive e amatoriali individuali e agli spostamenti delle persone fisiche nel territorio regionale” ha creato malcontento e sospetti tra i calabresi, consci che il pericolo non sia ancora passato.
Non si è fatto attendere il comunicato stampa dei presidenti degli Ordini dei Medici delle cinque province calabresi, che hanno rivolto «un urgente ed accorato appello ai governanti della nostra Regione affinché recedano dai loro propositi».  
L’ordinanza in questione non è stata ritirata da Santelli nemmeno dopo la diffida del ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. Molti i sindaci che hanno avversato la decisione del presidente, dichiarando che non attueranno quanto deciso dalla Regione. Intanto, i cittadini sono esposti a rischi considerevoli, poiché «l’emergenza sanitaria in atto – scrivono i presidenti degli Ordini delle cinque province calabresi - non è affatto conclusa, ce lo ripetono a chiare lettere tutti gli esperti, nazionali e internazionali, per cui dovremo imparare a convivere ancora per un tempo imprecisato con questa mortale minaccia. La fine dell’isolamento assoluto è giusta e necessaria, anche per motivi sanitari, ma richiede la massima prudenza e una attenta gradualità di tempi e modi, contraddetta invece dalla volontà di riaprire locali di ritrovo, che corrisponde, nei fatti, a un indiscriminato via libera per tutti, dalle probabili conseguenze negative che nessuno vuole e che vanificherebbe i sacrifici finora compiuti con enorme senso civico dai calabresi. Ascoltateci! Auspichiamo altresì che nella imminente regolamentazione del ritorno di calabresi nella nostra regione siano previsti tutta una serie di garanzie fra l’altro l’obbligo di test specifici e recenti oltre che della doverosa quarantena controllata. Per ogni essere umano i beni primari da garantire e tutelare sono la vita e la salute».
Scienza e politica, e qui per politica intendiamo giochetti meschini ideati da burattinai senza scrupoli e messi in atti da burattini senza materia grigia, non trovano sempre un punto di incontro e a pagarne pesantemente le conseguenze saranno i cittadini e i sanitari.
Cosenza, 1 maggio 2020
© Francesca Canino


24 aprile 2020

icittadinisegnalano: Mongrassano, sono stati eseguiti i tamponi agli ospiti della casa di riposo Serenità?



“Ieri sono stati registrati 439 casi positivi di Coronavirus a Cosenza e provincia dall’inizio dell’emergenza. Dei casi in più, registrati dall’Asp bruzia, 9 provengono dal focolaio di Torano, giunto a 126 casi complessivi sparsi in diversi centri limitrofi. Devo pensare che il peggio debba ancora arrivare per noi che viviamo in questi paesini che hanno avuto contatti con persone operanti a Torano, perché ritengo che non siano state messe in atto tutte le precauzioni dovute. Alcune strutture inoltre sembrano essere state dimenticate, come se non appartenessero alla categoria delle case di riposo o Rsa e a poco valgono certe rassicurazioni pervenute a mezzo stampa dal primo cittadino perché è ben risaputo che alcuni accorgimenti non sono stati messi in opera.


Vorrei parlare della Casa di Riposo denominata “Serenità”, che si trova a Mongrassano centro, una struttura che ospita una quarantina di anziani ed è stata affidata dal comune, così come ci è dato sapere, a titolo gratuito ad una società, che la gestisce non senza qualche ombra. Sembra intanto che lo scorso anno sia stata oggetto di alcune indagini da parte della Guardia di Finanza (che cercava di far luce sui pagamenti effettuati dagli ospiti) e che poi sia stata riconvertita nella cooperativa sociale Scico. Sembra anche che il dirigente attuale non abbia i titoli per svolgere tale compito, ma abbia invece parentele importanti. A parte queste informazioni che vorremmo venissero verificate prima o poi, vorrei sapere se sono stati effettuati i tamponi agli ospiti della Casa di riposo e se c’è qualche residente di Mongrassano che ha avuto contatti con villa Torano. Ho infatti notizia che un compaesano è stato ospite della Rsa toranese, che sia stato dimesso nel mese di marzo e che non sia stato messo in quarantena.
Sono molto preoccupata per quello che potrebbe accadere, visto che Torano è stata e sarà ancora una bomba di contagi, per questo vorrei essere rassicurata in merito all’adozione delle misure di prevenzione previste per questo terribile periodo. Si faccia sapere pubblicamente se gli ospiti della Casa serenità hanno fatto il tampone e quali sono stati gli esiti. È un diritto di tutta la comunità sapere per eventuali precauzioni da adottare”.
Lettera firmata





20 aprile 2020

L'Ospedale di Cosenza ha il suo nuovo direttore amministrativo


L’Azienda ospedaliera di Cosenza ha il suo nuovo direttore amministrativo. Dopo otto mesi e tre avvisi pubblici, a cui hanno partecipato diversi candidati calabresi e non, il commissario Panizzoli ha nominato Laura Coppola nella triade dirigenziale dell’ospedale cosentino.


Coppola proviene da una ASL abruzzese e affiancherà il direttore sanitario, la veronese Simonetta Bettelini e il commissario straordinario Giuseppina Panizzoli nella gestione dell’Hub cosentino. Nomine che possono essere legate a un filo, considerato che il presidente della Regione Calabria, come abbiamo più volte scritto, potrebbe nominare i nuovi direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere entro maggio. Se così fosse, la nuova direttrice amministrativa resterebbe in carica al massimo per una quarantina di giorni, in caso contrario solo fino a ottobre, termine entro il quale, come previsto dal Decreto Calabria, commissari e direttori decadranno.

Nessuna professionalità calabrese, come si può ben notare, si trova attualmente alla guida del nosocomio bruzio, ciò comporta spostamenti frequenti e poco opportuni nel periodo di quarantena che stiamo vivendo. Infatti, abbiamo più volte segnalato i viaggi del commissario straordinario nella sua città, Bergamo, viaggi che non si sono arrestati in questi mesi di pandemia, nonostante diversi decreti abbiano imposto di non lasciare i comuni in cui ci si trova, ad esclusione di motivi gravi o di lavoro. In entrambi i casi, però, è stata imposta la quarantena, mai rispettata dal commissario. E oggi, visto che la direttrice amministrativa proviene dall’Abruzzo, ci chiediamo se rispetterà la quarantena o seguirà l’esempio di colei che l’ha nominata.
Cosenza, 20 aprile 2020
© Francesca Canino


19 aprile 2020

Ex assessore comunale Savastano: si torni a discutere sui processi urbanistici



«Intendo fare alcune riflessioni sull’articolo pubblicato da ‘Il Quotidiano del Sud’ ieri, sabato 18 aprile, a firma di Empio Malara, architetto cosentino e professionista affermato ed esperto, che ha coordinato vari processi urbanistici, compreso il Piano Regolatore di Rende».
A parlare è Francesco Savastano, ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Cosenza negli anni ’80, che partendo dalle considerazioni di Malara su un auspicato cambiamento delle città dopo la pandemia, ha delineato la sua idea di area urbana.

Francesco Savastano
«Esprimo, innanzitutto, il mio compiacimento per l’iniziativa, soprattutto perché affronta problematiche urbanistiche attuali come la gestione del territorio, che parte dal Centro storico di Cosenza per arrivare ad abbracciare anche tutta la città nuova. Si pone il problema della conurbazione tra Cosenza e Rende, da immaginare come un unico comune, premesso che le due città, con Mancini e Principe, si erano impegnate ad attuare questo disegno con l’ausilio di diversi tecnici che avrebbero approvato i Piani Regolatori, tendenti ad uno sviluppo lineare a nord di Cosenza».
È una verità incontestabile, infatti i PRG di Cosenza e Rende hanno seguito questo indirizzo, vero?
«Sì, il piano Malara a Rende e il piano Vittorini a Cosenza esprimono questa linea di sviluppo. Tuttavia, vorrei ricordare che l’ultimo PRG affidato all’architetto Sara Rossi e alla relativa équipe, con il voto in Consiglio dell’on. Mancini, involontariamente non citato dall’architetto Malara, nell’analisi evidenzia una valutazione, giustamente, diversa del territorio dell’hinterland cosentino, che certamente non esclude l’idea di conurbazione di alcuni territori con Cosenza, tenendo conto delle nuove realtà maturate nel tempo».
I piani sono rimasti delle utopie
«C’è da dire che sono cambiate molte cose e che la situazione ha subìto ulteriori modifiche negli ultimi 9 anni. Vi sono stati contrasti molto forti, tuttora esistenti, che hanno fatto perdere tempo per importanti servizi (es: l’ospedale o la metropolitana leggera sull’asse attrezzato) e alcuni miliardi già impegnati, che sarebbero stati certamente un’occasione di sviluppo e soddisfazione per i cittadini. Basti pensare al periodo di pandemia che stiamo vivendo, in cui sarebbe stato utile il nuovo ospedale o l’asse attrezzato, ovvero viale Parco, chiuso da mesi e mesi».


Si parla anche di Centro storico
«La nota dell’architetto Malara ha il grande pregio di porre all’ordine del giorno della città di Cosenza il problema della gestione del territorio e del recupero del Centro storico in modo particolare, riaprendo il discorso sulla qualità della vita e dello sviluppo della città in termini nuovi e moderni. È importante ricordare, inoltre, che si dovrebbe pensare a un utilizzo razionale dell’area delle Casermette, a una riqualificazione della zona comprendente la casa circondariale e ad inserire il ponte di Calatrava in un sistema viario, così come era stato concepito, funzionale all’area in cui sorge e che si colleghi alla strada per la Sila».
Cosa augurarsi ora?
«Spero che i partiti politici, ‘quelli che esistono’, e gli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri e le varie associazioni, invece di dedicarsi alla propaganda, tornino a discutere su questi problemi che da anni sono sospesi, si impegnino a realizzare quanto serve per la nostra realtà, piuttosto abbandonata negli ultimi nove anni, in cui si è preferito pensare al superfluo e allo spreco».
Cosenza, 19 aprile 2020
© Francesca Canino

15 aprile 2020

LETTERE: La Sanità calabrese è immersa in una palude di sabbie mobili che lentamente la sta inghiottendo

Carissima Francesca,
non posso certo dimenticare il tuo impegno professionale e civile contro il potere costituito e in difesa della sanità cosentina ai tempi della “tenda blu”. Di questo, purtroppo, hai pagato le conseguenze. Sono passati gli anni, ma da allora nulla è cambiato e, in piena onestà, non so se ancora si possa fare qualcosa per interrompere la pietosa via crucis percorsa dalla sanità regionale.

Seguo il tuo blog, mi ha colpito molto quello che hai scritto in “Sanità nel cosentino: silenzi, immobilismo e nomine discutibili”, che non è solo giusto, ma dovrebbe spingere tutti i cittadini (ma lo sono ancora?) di questa provincia e dell’intera regione ad una riflessione: cosa c’è che non va in questa nostra terra? E’ forse colpa dell’aria e dell’acqua che, tanto inquinate, sconvolgono chiunque le usi causando cotanto disastro?

Da trent’anni, in Calabria, abbiamo attuato l’alternanza in politica. Cinque anni di centro destra, cinque di centro sinistra. Abbiamo potuto costatare differenze tra loro? Nel rinnovo degli uomini no, ancora oggi sempre gli stessi; nei provvedimenti per rilanciare l’economia no, sempre lo stesso sfacelo; nel migliorare l’ambiente no, sempre la stessa colpevole incuria; nell’ammodernare le comunicazioni no, sempre quelle del dopoguerra; nel rilanciare la sanità no, ognuno ne ha devastato un pezzo riducendola ad uno stato tanto emaciato da ricordare molto da vicino, con il rispetto dovuto a quei martiri, i poveri prigionieri dei lager nazisti.

Ma la cosa che veramente avvilisce è quella che tu, con grande lucidità, hai sottolineato nel tuo articolo: l’immobilismo più assoluto. In questi ultimi anni stiamo vedendo cose che gli altri umani non riuscirebbero neanche ad immaginare. Un immobilismo che, però, pare propedeutico al colpo di grazia. Commissari ad acta che tirano fuori decreti, un tanto al chilo, per generare solo confusione. Altri che vanno in giro, di incontro in incontro, a far promesse a tutti per poi dimenticarsene appena usciti dalla sala del convegno e non fare nulla di nulla. Commissari di aziende sanitarie che, come Celestino V, neanche accettano l’incarico. Altri che, manco il piè veloce Achille, accettano e si dimettono prima che qualsiasi media sia riuscito a darne la notizia. Quelli fantasma che ci sono, ma nessuno li ha mai visti. Quelli alla marchese del Grillo che: “io so io e voi non siete un c….” ma poi sono costretti a dimettersi in fretta e furia. Direttori Amministrativi che, appena data un’occhiata al bilancio aziendale, scappano nottetempo. Direttori Sanitari che non si danno la pena neanche di rendersi conto del materiale umano e strutturale a loro disposizione e sparano sentenze alla Mago Otelma. In tutto questo la Sanità regionale è sempre più immersa in una palude di sabbie mobili che lentamente la sta inghiottendo.

Mi ripeto: che sia radioattiva l’aria? Ultimamente ci arrivano manager della sanità da ogni luogo, dalle regioni virtuose e persino dall’estero. Vengono preceduti da fama di aver fatto faville nei loro precedenti incarichi. Giunti qui, dimostrano solo che, per ottenere risultati persino migliori, sarebbe bastato fare due passi a corso Mazzini o sul lungomare di Paola e prendere i primi che passavano. Per ridurre le spese non acquistando nulla, non assumendo nessuno, tagliando prestazioni e servizi fregandosene delle necessità dell’utenza e degli operatori, ci vuole mica un genio.

E’ però vero che, Calabresi e Cosentini in particolare, ci dobbiamo svegliare. Dobbiamo riappropriarci del ruolo di cittadini. Votare questo o quello non basta. Una volta che li eleggiamo, dobbiamo vigilare sul loro operato e dobbiamo farlo soprattutto nei confronti di quelli cui abbiamo dato il nostro voto. Se uno non l’ho votato mi aspetto che non sia capace di fare cose buone. Da chi ho votato devo pretendere il meglio. Accettare o addirittura elogiare il mal governo di chi ho votato, è becera partigianeria, è comportarsi da sudditi. Denunciarne il cattivo operato non è tradimento né ammissione di errore. Star loro col fiato sul collo è essere cittadini consapevoli dei propri diritti.
Calabresi… SVEGLIA! Alzate la testa. Dobbiamo pretendere i nostri diritti non nel momento del bisogno, ma oggi. Dobbiamo chiedere con forza una sanità che funzioni. In caso contrario, nell’emergenza, ci rimarrà solo di sperare nel miracolo. Attenti, però, perché di santi, in giro, non sempre ce ne sono. E non vi venga in mente di pensare che sanità privata e assicurazioni potranno risolvere il problema. Dove funziona così, la sanità è solo per i ricchi, veramente tanto ricchi.

A te, Francesca, dico: non mollare. E’ dura, ma non mollare. Ad essercene come te che, nel loro piccolo, sono una spina nel fianco del potere. Continua con i tuoi ticchettii. Gutta cavat lapidem, basta avere pazienza e costanza.
Un medico