‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

19 aprile 2020

Ex assessore comunale Savastano: si torni a discutere sui processi urbanistici



«Intendo fare alcune riflessioni sull’articolo pubblicato da ‘Il Quotidiano del Sud’ ieri, sabato 18 aprile, a firma di Empio Malara, architetto cosentino e professionista affermato ed esperto, che ha coordinato vari processi urbanistici, compreso il Piano Regolatore di Rende».
A parlare è Francesco Savastano, ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Cosenza negli anni ’80, che partendo dalle considerazioni di Malara su un auspicato cambiamento delle città dopo la pandemia, ha delineato la sua idea di area urbana.

Francesco Savastano
«Esprimo, innanzitutto, il mio compiacimento per l’iniziativa, soprattutto perché affronta problematiche urbanistiche attuali come la gestione del territorio, che parte dal Centro storico di Cosenza per arrivare ad abbracciare anche tutta la città nuova. Si pone il problema della conurbazione tra Cosenza e Rende, da immaginare come un unico comune, premesso che le due città, con Mancini e Principe, si erano impegnate ad attuare questo disegno con l’ausilio di diversi tecnici che avrebbero approvato i Piani Regolatori, tendenti ad uno sviluppo lineare a nord di Cosenza».
È una verità incontestabile, infatti i PRG di Cosenza e Rende hanno seguito questo indirizzo, vero?
«Sì, il piano Malara a Rende e il piano Vittorini a Cosenza esprimono questa linea di sviluppo. Tuttavia, vorrei ricordare che l’ultimo PRG affidato all’architetto Sara Rossi e alla relativa équipe, con il voto in Consiglio dell’on. Mancini, involontariamente non citato dall’architetto Malara, nell’analisi evidenzia una valutazione, giustamente, diversa del territorio dell’hinterland cosentino, che certamente non esclude l’idea di conurbazione di alcuni territori con Cosenza, tenendo conto delle nuove realtà maturate nel tempo».
I piani sono rimasti delle utopie
«C’è da dire che sono cambiate molte cose e che la situazione ha subìto ulteriori modifiche negli ultimi 9 anni. Vi sono stati contrasti molto forti, tuttora esistenti, che hanno fatto perdere tempo per importanti servizi (es: l’ospedale o la metropolitana leggera sull’asse attrezzato) e alcuni miliardi già impegnati, che sarebbero stati certamente un’occasione di sviluppo e soddisfazione per i cittadini. Basti pensare al periodo di pandemia che stiamo vivendo, in cui sarebbe stato utile il nuovo ospedale o l’asse attrezzato, ovvero viale Parco, chiuso da mesi e mesi».


Si parla anche di Centro storico
«La nota dell’architetto Malara ha il grande pregio di porre all’ordine del giorno della città di Cosenza il problema della gestione del territorio e del recupero del Centro storico in modo particolare, riaprendo il discorso sulla qualità della vita e dello sviluppo della città in termini nuovi e moderni. È importante ricordare, inoltre, che si dovrebbe pensare a un utilizzo razionale dell’area delle Casermette, a una riqualificazione della zona comprendente la casa circondariale e ad inserire il ponte di Calatrava in un sistema viario, così come era stato concepito, funzionale all’area in cui sorge e che si colleghi alla strada per la Sila».
Cosa augurarsi ora?
«Spero che i partiti politici, ‘quelli che esistono’, e gli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri e le varie associazioni, invece di dedicarsi alla propaganda, tornino a discutere su questi problemi che da anni sono sospesi, si impegnino a realizzare quanto serve per la nostra realtà, piuttosto abbandonata negli ultimi nove anni, in cui si è preferito pensare al superfluo e allo spreco».
Cosenza, 19 aprile 2020
© Francesca Canino

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