«Intendo fare alcune riflessioni sull’articolo
pubblicato da ‘Il Quotidiano del Sud’ ieri, sabato 18 aprile, a firma di Empio
Malara, architetto cosentino e professionista affermato ed esperto, che ha
coordinato vari processi urbanistici, compreso il Piano Regolatore di Rende».
A
parlare è Francesco Savastano, ex assessore ai Lavori pubblici del comune di
Cosenza negli anni ’80, che partendo dalle considerazioni di Malara su un
auspicato cambiamento delle città dopo la pandemia, ha delineato la sua idea di
area urbana.
Francesco Savastano |
«Esprimo, innanzitutto, il mio compiacimento per
l’iniziativa, soprattutto perché affronta problematiche urbanistiche attuali come
la gestione del territorio, che parte dal Centro storico di Cosenza per arrivare
ad abbracciare anche tutta la città nuova. Si pone il problema della
conurbazione tra Cosenza e Rende, da immaginare come un unico comune, premesso che
le due città, con Mancini e Principe, si erano impegnate ad attuare questo
disegno con l’ausilio di diversi tecnici che avrebbero approvato i Piani
Regolatori, tendenti ad uno sviluppo lineare a nord di Cosenza».
È
una verità incontestabile, infatti i PRG di Cosenza e Rende hanno seguito
questo indirizzo, vero?
«Sì, il piano Malara a Rende e il piano Vittorini a
Cosenza esprimono questa linea di sviluppo. Tuttavia, vorrei ricordare che
l’ultimo PRG affidato all’architetto Sara Rossi e alla relativa équipe, con il
voto in Consiglio dell’on. Mancini, involontariamente non citato dall’architetto
Malara, nell’analisi evidenzia una valutazione, giustamente, diversa del
territorio dell’hinterland cosentino, che certamente non esclude l’idea di conurbazione
di alcuni territori con Cosenza, tenendo conto delle nuove realtà maturate nel
tempo».
I
piani sono rimasti delle utopie
«C’è da dire che sono cambiate molte cose e che la
situazione ha subìto ulteriori modifiche negli ultimi 9 anni. Vi sono stati
contrasti molto forti, tuttora esistenti, che hanno fatto perdere tempo per
importanti servizi (es: l’ospedale o la metropolitana leggera sull’asse
attrezzato) e alcuni miliardi già impegnati, che sarebbero stati certamente un’occasione
di sviluppo e soddisfazione per i cittadini. Basti pensare al periodo di
pandemia che stiamo vivendo, in cui sarebbe stato utile il nuovo ospedale o
l’asse attrezzato, ovvero viale Parco, chiuso da mesi e mesi».
Si
parla anche di Centro storico
«La nota dell’architetto Malara ha il grande pregio
di porre all’ordine del giorno della città di Cosenza il problema della
gestione del territorio e del recupero del Centro storico in modo particolare,
riaprendo il discorso sulla qualità della vita e dello sviluppo della città in
termini nuovi e moderni. È importante ricordare, inoltre, che si dovrebbe pensare
a un utilizzo razionale dell’area delle Casermette, a una riqualificazione
della zona comprendente la casa circondariale e ad inserire il ponte di Calatrava
in un sistema viario, così come era stato concepito, funzionale all’area in cui
sorge e che si colleghi alla strada per la Sila».
Cosa
augurarsi ora?
«Spero che i partiti politici, ‘quelli che esistono’,
e gli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri e le varie
associazioni, invece di dedicarsi alla propaganda, tornino a discutere su
questi problemi che da anni sono sospesi, si impegnino a realizzare quanto
serve per la nostra realtà, piuttosto abbandonata negli ultimi nove anni, in
cui si è preferito pensare al superfluo e allo spreco».
Cosenza, 19
aprile 2020
©
Francesca Canino
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