Gli
scontri avvenuti in alcune città italiane sabato 9 ottobre scorso per dire no
al Green Pass sono da
condannare per la violenza usata e da analizzare per quanto sottendono. Nelle ultime settimane, il Governo ha
adottato la linea dura:
chiunque entri in un luogo pubblico per lavorare deve essere munito di Green
Pass e anche chi
lavora da casa deve esserne in possesso. Il provvedimento non vale,
però, per gli utenti che entrino in un luogo pubblico per accedere a un
qualunque servizio. Si fa fatica a trovare una logica all’imposizione del Green
pass, più simile, invece, a un ricatto verso i renitenti al vaccino che creerà
pressione psicologica e numerose difficoltà ai lavoratori e alle aziende. E che
sia un ricatto si evince dalle parole del ministro Brunetta, secondo il quale i tamponi servono ad aumentare il costo della
non vaccinazione con l’accrescimento del costo psichico ed economico, poiché “sottoporsi al tampone giornalmente crea uno
stress tale per cui, alla fine, i non vaccinati vorranno vaccinarsi”.
Ad
oggi, l’Italia è oggi il primo stato in Europa che ha limitato i diritti
rendendo obbligatorio per Decreto il cosiddetto “certificato verde”, nonostante abbia, con la Risoluzione 2361/21, esortato
gli Stati membri dell'Unione europea a “garantire
che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che
nessuno è sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere
vaccinato, se non lo desidera personalmente; garantire che nessuno venga
discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di potenziali rischi per
la salute o per non volersi vaccinare”. Illogico. Come illogico risultano
le disposizioni per i luoghi pubblici: oggi, al bar, diversamente da quanto
accadeva fino ad agosto scorso, all’interno si può stare assembrati al banco,
ma da solo al tavolino no; in discoteca si deve tenere la mascherina che poi si
toglierà in pista, dove l’assembramento è al massimo, come l’emissione di
droplets. Il virus non si contiene o sconfigge così.
A
distanza di mesi dai primi vaccini, pur ritenendo che essi siano fondamentali
per il contenimento della pandemia e dei ricoveri ospedalieri, si deve
constatare che si sono, tuttavia, verificati casi di contagio tra persone che
hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino. L’alternativa, quella dei
monoclonali, non è stata utilizzata a dovere laddove essi siano stati consigliati,
a vantaggio dei vaccini e probabilmente di Big Pharma. E oggi, che si assiste
sempre più a casi di cittadini
immunizzati e contagiati da altri immunizzati qualche risposta dovrebbero darcela.
Infine, bisogna soffermarsi sulla pericolosa contrapposizione tra pro-vax e
no-vax, che potrà nuocere alla nostra società, già provata da mesi di pandemia.
Il quadro non è entusiasmante, per questo sarebbe bene che cittadini, media e
politici riflettessero sul futuro che ci attende.
Movimento Nuovi Orizzonti di Cosenza
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