Inaugurazione sabato 16 febbraio
2019, ore 18.00
La personale di Cesare
Berlingeri alla Galleria d’arte Ellebi. Dal 16 febbraio e fino al 30 marzo
prossimo sarà possibile visitare la mostra di opere su carta dell’artista
Berlingeri, eleganti e raffinate come le sue piegature su tela. È un gradito ritorno
in città dopo la grande mostra di cinque anni fa organizzata dalla Ellebi negli spazi della Galleria Nazionale di Cosenza.
L’artista, ancora una volta,
si rimette in gioco e si confronta con materiali diversi, realizza un nuovo ciclo
con oltre 150 opere su carta, che saranno pubblicate in una monografia per la
rassegna prevista, nei prossimi mesi, nelle sale della Reggia di Caserta.
Tra le opere in mostra,
degne di nota sono sicuramente “Disegno di
stelle”, “Segnato”, “Piegare le parole”, «lavori che – afferma il curatore del volume Maurizio Vanni – hanno il potere di rimettere in discussione
la realtà, lo spazio e il tempo e di ridefinire il tutto, individuando elementi
di senso nuovi destinati a modificare teorie e pensieri codificati. Berlingeri
non lavora partendo dall’idea di qualcosa che è già successo, ma quasi come in
un rito propiziatorio si proietta su ciò che deve ancora accadere. Ne
scaturisce un’evoluzione artistica costante, dove nulla è mai uguale a se
stesso e anche se lo fosse la nostra intelligenza emotiva non lo riconoscerebbe
a distanza di tempo perché essa stessa è trasformata. Tutto risponde a
un’effimera matrice che si sintetizza in una o più azioni, piegature,
avvolgimenti, istallazioni più cerebrali che fisiche, legate a forme che
esaltano maggiormente la concezione ciclica del tempo che non lo spazio».
Considerato uno degli artisti italiani più innovativi del panorama
artistico nazionale, Berlingeri è stato celebrato con una grande antologica al
Museo Marca di Catanzaro. Le sue parole sulle forme della sua arte invitano a
visitare la mostra: «La piega è una zona
di confine tra due mondi opposti e complementari, tra un visibile e un
invisibile, tra una luce e un’oscurità, ovvero tra quello che viene rivelato e
quello che l’artista ha dipinto e nascosto all’interno dell’opera stessa e che
resta un invito a guardare più in profondità. Nei miei dipinti piegati,
costituiti da più superfici sovrapposte, la superficie esterna è la prima
immagine che nasconde totalmente o parzialmente le altre. E tale fatto invita
l’osservatore a leggere la proiezione dell’opera nel suo svolgersi interiore
che alla fine riguarda la stessa intimità di chi indaga».
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