‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

23 ottobre 2017

Cosenza, sete senza fine


L’ennesima e grave crisi idrica che ha colpito Cosenza nelle ultime settimane è stata attribuita alla rete colabrodo e alla eccezionale siccità che ha ridotto ai minimi le sorgenti già nel mese di maggio. C’è da dire che tutta la Calabria ha sete, sintomo questo che il sistema idrico regionale presenta falle in troppi punti, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi. Rimaniamo, però, nella città dei Bruzi e analizziamo la situazione e i provvedimenti, quasi nulli, delle ultime ore.
Imputare alla siccità l’emergenza idrica cittadina è un tentativo grossolano di voler trovare a tutti i costi una causa, seppure poco attinente, al problema. Sono diverse, infatti, le zone di Cosenza in cui l’acqua non manca. A risentire degli effetti della crisi è, come sempre, il centro cittadino, con rubinetti a secco da giorni e serbatoi vuoti. I residenti e i titolari delle attività di ristorazione sono stremati e invocano l’aiuto dei Vigili del fuoco e delle loro autobotti. Si deduce, dunque, che la siccità dovuta alle scarse piogge colpisce solo determinati quartieri. Una tesi paradossale. Per lo stesso motivo, è paradossale individuare nelle perdite sulla rete la mancanza di acqua nelle case, considerato che tutta la rete cittadina è un colabrodo. A secco, peraltro, sono anche i rubinetti delle case che ricadono nel percorso della rete che è stata rifatta ultimamente, cioè nel tratto che inizia da piazza Riforma e termina a via Zara.
Il problema è, dunque, più complesso: PARE, infatti, che la causa della grande sete sia da addebitare a delle manovre errate fatte su alcune tubature che servono il centro città. Pare anche che l’intervento sia stato piuttosto rovinoso e che un eventuale ripristino della precedente situazione richieda tempi non proprio brevi.
L’amministrazione comunale ha fatto sapere, un paio di giorni fa, che sarà messo in funzione un serbatoio situato in località Cozzo Muoio e che si procederà alla verifica della potabilità dell’acqua di due pozzi in località Colle Mussano. Si tratta di serbatoi comunali realizzati diversi anni fa, che, da quanto si è appreso, pare fossero fuori uso. Non si è a conoscenza dei motivi per cui solo ora è stata presa in considerazione la possibilità di attingere l’oro bianco dai suddetti pozzi, dopo, cioè, che la città ha trascorso la sua più torrida estate senza acqua e, soprattutto, dopo la gravissima crisi idrica che Cosenza ha vissuto nello scorso mese di gennaio, quando tra Sorical e il comune c’è stato un rimpallo di responsabilità durato per molte settimane. Sarebbe bastato poter usufruire già da allora dei pozzi in questione e assicurare ai cittadini la giusta razione di acqua giornaliera, evitando penurie dannose per i commercianti e disagi per i residenti.  

23 10 2017
©Francesca Canino 


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