‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

10 maggio 2021

Cosenza, i sindacati dei medici ospedalieri: troppi soldi a chi ha gestito il piano vaccinale

 


In una recente riunione svoltasi con le sigle sindacali dei medici ospedalieri per approvare il regolamento per le prestazioni aggiuntive dei medici, sono stati esaminati alcuni aspetti del piano vaccinale messo in atto dall’Azienda ospedaliera di Cosenza. I sindacati hanno chiesto il rispetto delle regole, poiché pare che il piano sia stato gestito in maniera ‘allegra’ da chi, peraltro, non avrebbe avuto i requisiti per farlo e ha incassato, tuttavia, fino a 35000 euro. Altri avrebbero addirittura percepito 70000 euro. Tutto questo mentre gli operatori sanitari che hanno lavorato nei reparti Covid, esponendosi ogni giorno al rischio contagio, non sono stati ancora retribuiti.

Il piano, hanno fatto notare le sigle, è stato coordinato dal dr. Pellegrino, trasferito alla U.O.C. di “Prevenzione, Protezione e Sorveglianza Sanitaria” da quella di Malattie infettive, causa prescrizioni che gli impedivano di effettuare una turnistica completa. Proprio per questo, però, non avrebbe potuto accedere alle attività di prestazioni aggiuntive, come previsto dalla normativa. Il dr. Pellegrino, invece, dopo la tragica scomparsa del Dr. Marrocco, ha gestito tutto il piano delle vaccinazioni, stabilendo orari, turni, vaccinatori e liste dei vaccinati, pur essendo questa materia di medici Igienisti.

Al Pellegrino, secondo quanto appurato dai sindacati medici, sarebbero stati liquidati 35000 euro, oltre al suo normale stipendio, per aver fatto 180 ore mensili di prestazioni aggiuntive per tre mesi. Al Covid manager, dr. Cesario, ne sarebbero stati liquidati 70000. Per legge non si può andare oltre alle 48 ore settimanali, di cui 38 sono di servizio ordinario, quindi non si sarebbe dovuta superare la soglia massima delle 60 ore al mese.  

Alla fine della riunione, i sindacati medici hanno posto un aut aut: o la restituzione di quanto è stato liquidato (e ciò vale anche per i vaccinatori che hanno partecipato al piano) o la trasmissione dei dati alla Corte dei Conti. Non è ammissibile che si possano percepire somme equivalenti ad oltre quattro volte lo stipendio di base. Con somme simili si sarebbero potute assumere due persone per un anno.

Ma su chi ricadono le responsabilità della gestione allegra?

Le prestazioni aggiuntive devono essere autorizzate dalla Direzione Generale su precisa richiesta del Direttore di U.O.C., essere verificate dall’U.O.C. Programmazione e Controllo e dopo la firma, da parte del Dirigente Medico che deve eseguirle, segue la firma di apposito contratto con l’U.O.S.D. preposta al coordinamento ALPI. Ulteriore controllo avrebbe dovuto esercitare l’U.O.C. Risorse Umane. Ci si chiede se e come sia stata data questa autorizzazione a chi, per suo stesso status, non poteva eseguire prestazioni aggiuntive. Tutto lecito?

In piano di rientro, in piena pandemia, con prestazioni ridotte al lumicino, sono stati liquidati migliaia di euro per prestazioni aggiuntive che forse non potevano essere fatte.

Cosenza, 10 maggio 2021

© Francesca Canino

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