‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

17 gennaio 2020

Eolico e territori devastati, il caso Mongrassano


Un territorio martoriato. La realizzazione dell’impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica nei comuni di Mongrassano, San Marco Argentano e Cervicati (CS), precisamente in località “Aria dei venti”, ha devastato il paesaggio calabrese.

Un affare da 40milioni di euro, autorizzato dalla Regione Calabria, che prevede la realizzazione di sei torri eoliche alte 150 metri su un’area classificata ad alto rischio sismico e idrogeologico, dove è prevista una colata di circa 12mila mc di calcestruzzo, oltre al carico delle sovrastrutture.
Gli abitanti dei tre comuni sono preoccupati per la realizzazione dell’impianto da 16 megawatt che mette in pericolo un territorio fragilissimo e si interrogano su alcune irregolarità: i lavori, infatti, sarebbero dovuti iniziare nel 2014, ma sono stati prorogati all’anno successivo, e sarebbero dovuti terminare a giugno 2019. In realtà, sono iniziati nei primi mesi del 2019 e hanno già distrutto un intero patrimonio boschivo e modificato tutto l’assetto idrogeologico e ambientale, senza tener conto del vincolo incendi (l’ultimo è divampato nel 2017), né delle tradizioni, visto che la strada per la costruzione del parco ricade su un sentiero riconosciuto dall’Atlante storico dei percorsi francescani (Via Frangigena, percorsa da San Francesco di Paola da San Marco Argentano a Paola, attualmente distrutta).
Nei mesi scorsi, i lavori sono stati sospesi dalla Direzione generale del Mibac, esattamente a maggio 2019, a causa dell’autorizzazione ambientale scaduta nel 2017 e anche per alcune irregolarità nell’iter amministrativo. L’impresa costruttrice ha presentato ricorso al Tar Calabria, che ha sospeso il provvedimento del MIBAC e i lavori sono ripresi nei primi giorni di settembre. Il MIBAC ha, in seguito, presentato ricorso al Consiglio di Stato. Se ne discuterà nel prossimo mese di aprile.
La speranza è che nessuno si pieghi agli interessi della ditta esecutrice, che prosegue, tuttavia, i lavori con autorizzazioni scadute, distruggendo un intero territorio.
Nelle scorse settimane, diversi smottamenti si sono verificati nell’area interessata dai lavori, dove una grossa quantità di fango è scivolato a valle dopo aver percorso le colline che ospiteranno le pale eoliche. Il fango ha invaso pezzi di strada del comune di Mongrassano, impedendo la circolazione per ore. Si è scongiurato il peggio, visto che l’area, come abbiamo ricordato, è ad alto rischio idrogeologico e sismico, problema segnalato nel 2018 anche alla Direzione Generale Architettura Belle Arti e Paesaggio del Mibac.
RICAPITOLANDO: La realizzazione dell’impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica è stato autorizzato dalla Regione Calabria il 20 giugno 2014 alla Società Siemens Gamesa Energy Italy. È costituito da 6 pale alte 150 metri con relative opere connesse ed è situato in località “Aria dei venti”, sul crinale di una montagna che, oltre ad essere zona a rischio sismico e archeologico, è stata percorsa dal fuoco nel 2017 e nel 2008, prima, dunque, del rilascio dell’autorizzazione unica (20/6/14). Quest’ultima non si è attenuta a quanto previsto dalla legge quadro in materia di incendi boschivi (L. 353/00), secondo la quale le zone boscate e i pascoli percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno 15 anni.
L’impianto, inoltre, avrà impatti negativi sul Percorso religioso di San Francesco di Paola. Elementi, questi, che non sono stati valutati. Allo stesso modo, non si è tenuto conto che i lavori sono iniziati oltre il termine di scadenza fissato dall’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione e che il termine di ultimazione dei lavori è stato oggetto di ben due proroghe, in contrasto con quanto disposto dalla L.R. 42/08. Inoltre, il cartello di cantiere non risulta completo e non si hanno notizie della presenza di un archeologo sull’area dei lavori, come prescritto dalla Soprintendenza.

Cosenza, 17 gennaio 2020


© Francesca Canino

4 commenti:

  1. Che disastro!!! Come possiamo aiutarli?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non saprei caro Ferdinando, cosa proponi? Io ci sono

      Elimina
  2. Siamo da un anno e più A combattere per evitare la costruzione di questo " mostro industriale" e chiedere come mai con autorizzazione scaduta e iter amministrativo,fumoso in tutte le sue parti, denunce, interpellanze ecc..nessuna risposta dalle istituzioni...

    RispondiElimina
  3. L'unico modo per aiutarci é scoprire come mai con tutte le irregolarità del procedimento (Autorizzazione Unica scaduta) i lavori procedono ?

    RispondiElimina