Mi
indignano le manifestazioni, i discorsi, i post sui social che inneggiano alla
libertà dei nostri giorni, figlia, secondo molti, del sacrificio dei partigiani.
Ma a quale libertà si riferiscono? A quella che ha fatto del nostro un paese di
clientes a vita del politichicchio-tiranno di turno? A quella che in nome di un
poco specificato modernismo ed europeismo condanna i giovani studenti a una
ignoranza che non ci appartiene? O a quella che ha messo il bavaglio a tutte le
voci libere ancora circolanti?
Nessuna
difesa, negli ultimi decenni, si è levata a favore dei diritti del cives,
conquistati con il sangue dei soldati italiani, dei dispersi, dei dissidenti,
dei dimenticati, dei partigiani. Il risultato è una società anestetizzata,
impoverita, strumentalizzata, funzionale ai governanti che hanno determinato l’attuale
situazione del popolo italiano, caratterizzato, tra le altre cose, da una
scuola ormai alla deriva.
Ritenete
che si possa essere liberi senza la dovuta istruzione?
E
dopo anni di studio niente lavoro se non si vota e non si fa votare il
candidato dalle mille promesse disattese. Nessuna pensione, di conseguenza,
quando si invecchierà e limiti di età posti per le poche offerte lavorative.
Ritenete
davvero che si possa essere liberi senza un lavoro equamente retribuito?
Devi
vivere? Allora emigra e se all’estero trovi un lavoro poco attinente agli studi
compiuti, a chi importa? In alternativa puoi rimanere nella tua terra e
affollare i carrozzoni politici in attesa di...
Esiste
la libertà di emigrare? Ed esiste la libertà di poter scegliere se accettare l’immigrazione
selvaggia degli ultimi anni che arricchisce associazioni, imprenditori, cosche
e politici e trasforma i migranti in nuovi schiavi e i minori non accompagnati
in dispersi? Ma davvero gli Italiani vogliono queste aberrazioni?
I
sedicenti eredi dei protagonisti del 25 aprile 1945, che ancora si fregiano
dell’azione e dell’idea partigiana, sono diventati simili a coloro che sono
stati combattuti dai partigiani stessi e sono quelli che oggi continuano a
distruggere il mercato del lavoro, la scuola, l’informazione. Hanno subito una
totale involuzione, le cui conseguenze hanno trasformato il cives in paria, lo
hanno defraudato dei suoi diritti, tartassato di balzelli che non migliorano il
paese, ma che vengono investiti per arricchire gli amici degli amici e
consolidare le posizioni di politici e amministratori. E guai a dirle o a
scriverle queste cose! Per i giornalisti
liberi c’è sempre un bavaglio in agguato, una querela all’orizzonte, le porte
del carcere pronte ad aprirsi nonostante il loro sovraffollamento.
Ritenete che si possa
essere liberi senza un’informazione scevra dai condizionamenti politici o
mafiosi?
Dov’è
la libertà di denunciare i reati e sperare di ottenere giustizia in tempi
accettabili?
Manca
la libertà di vivere, di imparare, di farsi curare, di morire, di ribellarsi, di
pretendere l’uguaglianza, di essere felici. Si dovrebbe riacquistare la libertà
dei Briganti, quella esemplare del Ninco Nanco di Bennato e del suo «Quant’è
bell muriri accis», una sintesi di ribellione e libertà a cui tutti dovremmo
anelare.
E
sono stanca di sentire e leggere ogniqualvolta si scrive qualcosa non in linea
con i diktat del potere che noi giornalisti siamo faziosi, non obiettivi, ‘’assoldati’’
dagli avversari politici, come se esistessero avversari, ovvero una opposizione
all’attuale establishment.
La
libertà non ha alternative, riappropriamocene ed esercitiamola in ogni momento
della nostra vita. Si cominci da qui: lasciate un commento, un’opinione, una
reazione, non vi censurerò, né vi trascinerò in Procura per un like o un non like
lasciato in libertà.
© Francesca
Canino
Cosenza,
25 aprile 2017
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