NELLA fretta di presentare qualcosa al tavolo ex
Massicci in modo da sbloccare i 100 milioni di premialità, il commissario ad
acta Massimo Scura ha proposto
in blocco il piano di riordino della rete ospedaliera elaborato da Urbani
all'epoca di Scopelliti. Il piano avrebbe dovuto analizzare i fabbisogni di
salute dei calabresi, adeguarli agli standard ospedalieri nazionali, stabilire,
cioè, di quanti abitanti deve essere formato il bacino d’utenza perché una
determinata specialità possa essere strutturata in unità complessa. Se per una
cardiochirurgia, per esempio, necessitano due milioni di abitanti per mantenere
alti standard di efficacia ed efficienza, considerato che la Calabria conta 1,8
milioni di abitanti si dovrebbe avere una sola cardiochirurgia in regione. Così
si sarebbe dovuto agire per tutte le altre specialità. Il piano di riordino
avrebbe, inoltre, dovuto esplicitare i criteri e le linee guida per gli atti
aziendali, invece si è sostituito completamente a questi, riducendo quasi a
zero gli spazi dei direttori generali. La cosa più grave, però, è l’assoluta
mancanza di qualsiasi criterio generale e oggettivo nella stesura, che non si
basa sui fabbisogni di salute dei cittadini di una certa area, ma su dati
storici delle prestazioni erogate dalle Unità Operative Complesse (UOC)
esistenti. Se l’Ortopedia di Cosenza lavora con solo 7 medici è chiaro che non
può soddisfare celermente i bisogni di un vasto bacino d'utenza come quello
dell'Annunziata. Di esempi del genere, in questo piano, ve ne sono a iosa: la
Dermatologia che resta UOC a Reggio e a Catanzaro, mentre a Cosenza diventa
Unità Operativa Semplice (UOS); la Chirurgia toracica, molto importante e con
ottima casistica a Cosenza, resta UOS con 10 posti letto e a Catanzaro e Reggio
sono invece UOC. Discorso a parte deve farsi per la Terapia Intensiva Neonatale
(TIN), in cui si è creata una
evidente sperequazione e si deve
aggiungere che Cosenza è punto di riferimento regionale per la Chirurgia
pediatrica e, particolarmente, per quella neonatale.
Quale logica è stata perseguita?
Cosenza è un ospedale HUB e la sua provincia è la più estesa della regione, ma
dai numeri riportati è chiaro che non è stato applicato alcun criterio
oggettivo nella stesura del piano di riordino.
Declassata
Dermatologia a Cosenza, ecco i numeri:
Nel 2014 l'Unità di Dermatologia ha eseguito 12.000 prestazioni,
tra cui 2000 visite di Pronto soccorso e di consulenze urgenti, 350
interventi chirurgici, 750 trattamenti laser, 2000 trattamenti di
fototerapia, 1000 visite di dermatologia pediatrica, 700 dermatoscopia in
Epiluminescenza computerizzata, 300 capillaroscopie. É anche centro di
riferimento per le malattie rare, per la psoriasi, per le malattie
sessualmente trasmesse, per dermatiti allergiche da contatto, per tumori
cutanei (melanomi ed epiteliomi) ed è l'unico centro calabrese che effettua
microfototerapia con laser ad eccimeri come in pochissimi centri pubblici del
territorio nazionale. Nella stessa sede si effettua terapia Fotodinamica. Non
si capisce perché a Cosenza sia stata trasformata in unità semplice e abbia
ricevuto un diverso trattamento rispetto agli altri hub calabresi. A
Catanzaro le unità complesse sono state addirittura raddoppiate.
|
CITTA'
|
UOC POSTI LETTO
|
BACINO DI UTENZA
|
PERCENTUALE DEL TERRITORIO REGIONALE
|
COSENZA
|
10
|
800.000 abitanti
|
45%
|
CATANZARO
|
5
|
Cz, Kr, RC,
Lamezia 1.000.000 abitanti
|
Cz, Kr, RC, Lamezia 55%
|
CROTONE
|
4
|
||
LAMEZIA
|
2
|
||
REGGIO CALABRIA
|
8
|
©Francesca Canino
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