Il mandato di 24.000 euro destinato alla Biblioteca
Civica di Cosenza, una vera miseria a chiusura del contributo relativo all’anno
2018, è stato inviato in banca il 28 ottobre scorso per essere liquidato e ancora
oggi, 7 novembre 2019, è fermo in banca. Il suddetto contributo deve essere
utilizzato per gli stipendi del personale, che, ricordiamo, non ricevono i loro
compensi da circa un anno. Con 24.000 euro si riuscirà a liquidare non più di
un paio di stipendi, ma il problema è un altro e cioè che se questi fondi non
arriveranno entro lunedì prossimo andranno perduti. Causa dissesto. Nessuna
speranza, invece, per l’acconto 2019 di 40.000 euro che il settore cultura del
comune bruzio ha preparato un mese fa circa: è troppo tardi e finirà anch’esso
per essere fagocitato dal dissesto. L’appello, seppure tardivo, è stato
lanciato dal consigliere comunale Bianca Rende in un delirante post su
facebook, nel quale chiede addirittura di essere aiutata a capire «come vengono impiegati i contributi del
comune e della provincia?».
Il quadro è desolante, ma chiaro da molto tempo,
poiché la crisi della Biblioteca Civica risale a diversi anni fa e nessuno ha
mai cercato di risolverla. I soci finanziatori, che per statuto sono Comune e
Provincia di Cosenza, hanno dimostrato un disinteresse totale per la Biblioteca,
al punto che dal 2014 i bilanci non sono stati più approvati. In quel periodo, sindaco e presidente della
Provincia erano la stessa persona, sarebbe stato più semplice, dunque,
gestire economicamente l’istituto culturale, invece si è assistito al suo tracollo
con la complicità di tutta la politica cittadina. Gli immondi teatrini che a
turno sono stati messi in scena da associazioni e istituzioni presenti sul
territorio si sono rivelati inutili, a volte dannosi e tante volte
autoreferenziali oppure occasione di guadagno, non esclusivamente economico,
per i soliti noti.
Nella scorsa settimana, la Biblioteca ha ricevuto la
visita, annunciata peraltro circa un
mese fa, degli ispettori ministeriali,
il cui esito è ancora top secret. Sappiamo che la visita è stata gestita dai
funzionari della Biblioteca Nazionale, ma nulla di più. I problemi sono tanti,
evidenziati in particolare dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica
della Calabria in occasione della
dichiarazione dell'interesse culturale del patrimonio della Biblioteca Civica
di Cosenza, quando è
stato notificato al prof. Leopoldo Conforti, Presidente, e a Francesco Antonio
Iacucci, componente del Consiglio di Amministrazione, «l’obbligo
di conservare, ordinare e inventariare – scrive la Soprintendenza - la
documentazione della Biblioteca e il divieto di smembrare l'archivio e far
uscire in modo definitivo dal territorio della Repubblica l'archivio o i
singoli documenti ad esso appartenenti; di voler adempiere ai
provvedimenti necessari per assicurare una buona tenuta e conservazione dei
beni culturali di che trattasi. Si rappresenta che nel corso dei sopralluoghi
effettuati e da un'attenta analisi e verifica tecnico-scientifica è stato
rilevato che parte del materiale librario ed archivistico non è conservato in
modo idoneo, è in precario stato di conservazione, frammisto a materiale di
risulta in locali per lo più umidi e carenti di scaffalature sufficienti. Difatti,
risulta particolarmente urgente, in considerazione del precario stato di
conservazione, prevedere una progettualità che riguardi i 28 Codici corali
membranacei (sec. XVI), la platea della Chiesa Matrice di Rocca Imperiale
(1777), oltre a numerose cinquecentine e seicentine e proseguire nell'attività
di catalogazione dei fondi librari ed all'inventariazione di fondi documentari
conservati presso codesta Biblioteca Civica».
Per
ridimensionare i problemi della Civica, l’amministrazione provinciale ha auspicato
il contributo di soggetti economici privati sensibili, suscitando le ire dei
cittadini. Intanto, pare sia stato organizzato un incontro per giorno 25
novembre con il sottosegretario ai Beni culturali Anna Laura Orrico, Gilda De
Caro, membro di Civicamica e Francesco Alimena. Ormai è tardi.
Cosenza, 7 novembre 2019
© Francesca Canino
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