Agosto 2019: tra
le varie notizie che affollano il web e i giornali cartacei emergono quelle
riguardanti la sanità calabrese. Una vergogna leggere che a Castrovillari “Medico
trasferito, stop agli interventi”, “Ortopedia a ore all’ospedale di Locri”, “Cetraro
e Soverato, sospensione punto nascita”, “Cosenza, emergenza sangue”, “Cosenza,
la lunga attesa degli OSS”, “Cosenza senza infermieri, si corra ai ripari”, “Ospedale
chiuso a Cariati”, “Dimissioni reggente Asp: sanità cosentina allo sbando,
ospedali a rischio chiusura” e tantissimi altri articoli che descrivono le
condizioni della sanità regionale, da decenni in uno stato pietoso (http://francescacanino.blogspot.com/search?q=dossier+sanit%C3%A0).
Nonostante si
siano avvicendati governi di diversi colori, assessori e commissari vari nominati
per riequilibrare i conti e migliorare, conseguentemente, la sanità calabrese, in
realtà non si è fatto altro che perpetuare una situazione di drammatica crisi,
che nessuno ha potuto, o meglio voluto, risolvere. E alla domanda di salute dei
cittadini, la risposta è stata per anni una sola: “Siamo in Piano di rientro”.
Una giustificazione che non regge più.
Nessuno ha mai reso pubblici i conti
della sanità calabrese, nessuno ha mostrato le carte, nessuno si è impegnato
seriamente per migliorare i nostri ospedali. Però i commissari sono stati
retribuiti, e pure molto bene, mentre in Calabria si continua a morire e a
subire le pesanti conseguenze della malasanità. Anche il cosiddetto Decreto
Calabria tarda a far sentire i suoi effetti e per questo ci chiediamo per
quanto tempo ancora i calabresi dovranno accontentarsi di una sanità
raffazzonata, dovranno pellegrinare da una città all’altra per trovare un
ospedale aperto e funzionante, dovranno emigrare in altre regioni per curarsi. Perché
il commissario ad acta Saverio Cotticelli è immobile dinanzi a questa tragica situazione?
Eppure la stampa nostrana non lesina notizie sulla malasanità e nessuno può dire
di non essere stato informato su quanto avviene nelle strutture sanitarie
calabresi, sui servizi da terzo mondo, sui Pronto soccorso presi d’assalto e
inefficienti per mancanza di personale.
Ci chiediamo,
inoltre, perché si è dimesso, pochi giorni fa, il direttore facente funzione
dell’Asp di Cosenza? Perché nessuno ha mai ordinato un’ispezione in questa
stessa azienda, diretta per lunghissimo tempo da un personaggio come Raffele Mauro?
Perché nessuno indaga su tutti quelli che hanno fagocitato la sanità,
assurgendo grazie ad essa al ruolo di dominus
della politica calabrese, creando, sempre grazie ad essa, una rete di clientes che li mantiene al potere da oltre trent’anni? Perché i parlamentari calabresi sono immobili dinanzi a questo sciagurato
sistema? E la commissione antimafia ha in mente di avviare delle indagini o non
ritiene opportuno farlo? È possibile che a nessuno interessa la salute dei
cittadini?
Sì, è possibile
e sapete perché? Innanzitutto perché chi ci governa, a tutti livelli, ci
considera solo elettori-servi-clienti-contribuenti senza diritti né umanità; in
secondo luogo perché tutta questa massa di gente che ricopre posizioni di
potere se ha problemi di salute si fa curare nei migliori ospedali italiani o
stranieri, ha denaro a volontà per accedere a costosissime terapie e ha amici
(sempre clienti) che assicurano loro la precedenza al Pronto soccorso
anche se vi arrivano in codice bianco.
Per noialtri, invece, solo un calvario infinito.
È ora di ribellarci.
Cosenza, 14
agosto 2019
Francesca Canino
È una situazione drammatica! Si spera che con i nuovi direttori sanitari, qualcosa cominci a cambiare, rapidamente!
RispondiEliminaIl.problema è tutto il contesto, un direttore da solo può fare poco
EliminaFai bene, come sempre, ad invitare i nostri concittadini ad alzare la testa. Ammirevole la tua ricerca ed incitamento alla reazione. Purtroppo noi calabresi non siamo cittadini, siamo rimasti sudditi. Non si spiegherebbe, altrimenti, la rielezione sempre degli stessi "vassalli".
RispondiEliminaVero quel che scrivi, ci proverò ancora
Elimina