‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

22 gennaio 2019

Lettera di una 85enne in lista di attesa per cure, solite vergogne

Gentile giornalista, scrivo a voi perché ho sempre letto sul Quotidiano della Calabria i vostri articoli sulla sanità e sullo stato di bisogno che tanta gente accusa nella nostra Cosenza e che è in continuo aumento. Ho bisogno del vostro aiuto per diffondere quello che è ormai una piaga per gli anziani e gli ammalati e cioè le lunghissime attese che dobbiamo fare per una visita specialistica o un esame da fare in ospedale o nell’ambulatorio di via Popilia. Vergognatevi tutti, politici, impiegati e medici che non fate niente per migliorare questa situazione, perché non si può aspettare un anno e più per fare un ecocardiogramma con visita cardiologica o un qualunque altro esame con la mutua. Io ho 85 anni, sono malata, pensionata al minimo e non posso andare dai privati per curarmi perché con la mia pensione non ce la faccio. Ma non posso nemmeno aspettare tanto tempo perché non sto bene. Mi è stato proposto di andare a fare gli esami che mi ha prescritto il mio medico di famiglia in alcuni ospedali della provincia, questo è impossibile perché sono vecchia e non me la sento di affrontare il viaggio né posso farmi accompagnare dai familiari più giovani perché ognuno è impegnato. È già stato difficile trovare qualcuno per scrivere questa lettera a voi, perché io non so usare il computer e devo ringraziare un vicino di casa. Ho capito che l’Inps ci vorrebbe tutti morti ed è forse per questo che rendono inaccessibile la sanità pubblica ed anche per far guadagnare i privati. Che vergogna vedere alla mia età l’Italia ridotta così, nemmeno nel dopoguerra c’era tanto menefreghismo e disonestà.
Per favore, aiutate tutti quelli come me che si trovano nella mia situazione, sono un essere umano e chiedo solo di essere curata.
Grazie gentilissima giornalista e tanti affettuosi saluti
Lettera firmata

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