‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

06 settembre 2017

Luigi De Franco, traduttore e studioso di Telesio

   
 Lo studioso dimenticato artefice della riscoperta di Telesio


Da “Il Quotidiano della Calabria” del 15 gennaio 2010
Gli studi sulla ‘telesina philosophia’ sarebbero rimasti fermi ai secoli passati se ad essi non si fosse dedicato Luigi De Franco, uno studioso cosentino di Altomonte, che ravvivando i momenti di silenzio sul naturalista rinascimentale, ne studiò la vita, le opere e il pensiero con un approccio scientifico nuovo, che gli valse il titolo di “doppio traduttore di Telesio”.
Luigi De Franco, laureato in filosofia e preside del Liceo Scientifico “Fermi” di Cosenza, nel 1961 accolse l’invito di Eugenio Garin a intraprendere un nuovo metodo nello studio della personalità filosofica del Telesio. Iniziò, così, il suo viaggio nel mondo telesiano, che per molti aspetti si rivelò ancora sconosciuto, per altri erroneamente esplorato.
Attento studioso, validissimo traduttore delle lingue classiche, dotato di un senso critico che lo indusse a seguire una strada diversa nella conoscenza della vita e del pensiero di Bernardino Telesio, De Franco riuscì a interpretarlo in una forma nuova che affondava la sua radice proprio nelle tracce che il filosofo ha lasciato. Nel tentativo di ricostruirne la vita, De Franco, da studioso puro, cercò di demolire le numerose favole che una tradizione secolare ci ha tramandato, traducendo gli scritti del filosofo da un latino medievale, ostico, non raffinato, senza aggiungere elementi di fantasia. Con il rigore che lo contraddistinse anche nella sua attività di preside - e i suoi alunni ricordano ancora la severità e le sgridate elargite spesso per un nonnulla - si dedicò all’analisi del testo con una logica che era sfuggita ai suoi predecessori, troppo intenti ad attribuire a Telesio fatti non desunti dai suoi scritti, bensì immaginati per aumentarne le virtù.
Confrontando le diverse edizioni dell’opera maggiore di Telesio, il “De Rerum Natura iuxta propria principia”, nelle stesure del 1565, del 1570 e del 1586 e senza tralasciare la massa di manoscritti autografi e non, De Franco si assunse l’onere di pubblicare in quattro volumi tutti gli scritti telesiani. In essi incluse la traduzione del De Rerum Natura e gli autografi, sconosciuti ai suoi predecessori perché comparsi solo nel 1956, contenuti nei due Codici Ottoboniani e nei codici manoscritti esistenti nelle diverse Biblioteche Nazionali di Napoli, Roma, Firenze, Madrid. Svolse, dunque, un lavoro da intellettuale e da ricercatore che lo spinse a documentarsi con precisione prima di presentare le varie fasi dello sviluppo del pensiero telesiano, andando oltre le mistificazioni del suo pensiero.
Il risultato di un siffatto studio, eseguito con mente libera e con l’integrità morale propria del preside De Franco, unico studioso moderno a tradurre l’opera del filosofo cosentino, sfociò in una “Introduzione” alla vita e al pensiero di Telesio fino ad allora sconosciuto, al quale egli giunse dopo la traduzione della spigolosa scrittura del filosofo e dell’arduo latino usato dal naturalista cosentino.
Emerse una figura scevra dagli stereotipi che nel corso dei secoli si erano stratificati sul suo pensiero, ostacolato dall’eccessivo immobilismo degli studiosi telesiani, non propensi a cercare nuove interpretazioni. De Franco, da buon insegnante qual era, intuì che si doveva trasmettere il ‘nuovo Telesio’ alla comunità. Sorse, allora, l’esigenza di pubblicare le opere minori in un’edizione integrale con testo critico dal titolo “Varii de rebus naturalibus libelli”, in cui De Franco raccolse tutto ciò che di Telesio è giunto fino a noi, svelandone il pensiero per troppo tempo condizionato dall’autorità della tradizione che, per non confutare il consolidato tracciato interpretativo, non tenne conto di tante nozioni contenute negli studi del filosofo. I Libelli, che proprio De Franco scoprì essere stati scritti prima del De Rerum Natura, confermano che Telesio fu il nuovo indagatore della natura e non solo l’antiaristotelico e l’assertore convinto che demolì le tesi di Galeno.
L’intera ricostruzione di tutta l’opera telesiana nelle sue varie sfaccettature, attraverso le diverse stesure, le aggiunte e le correzioni compiute da De Franco, ha dato nuova linfa alla ‘scientia’ del filosofo cosentino, affrancandola dalla tradizionale visione delle ‘auctoritates’. E gli studi del preside non si soffermarono solo su Telesio: tra una pubblicazione e l’altra sul filosofo naturalista, De Franco portò alla luce anche altre intelligenze meridionali, seguendo lo stesso metodo di ricerca usato per lo studio della ‘telesina philosophia’.
In seguito alle ricerche effettuate nei vari archivi e biblioteche e dopo il ritrovamento di documenti sparsi in diversi luoghi, l’attenzione dello studioso si incentrò sulle personalità calabresi del ‘500 e ‘600, un periodo per la Calabria che ‘è secondo solo all’età della Magna Grecia’. Molti furono i pensatori e gli uomini di scienza calabresi nati durante il Rinascimento, la cui fama non rimase circoscritta nei confini regionale. Alcuni ebbero in sorte un destino poco invidiabile, quello dell’oblio quasi totale dovuto a volte all’odio dei loro avversari, specialmente uomini di chiesa che in alcuni casi riuscirono a cancellarne perfino il ricordo.
In “Filosofia e Scienza in Calabria nei secoli XVI e XVII” De Franco delineò le figure di eminenti personaggi calabresi nati e vissuti in una regione tra le più arretrate e povere d’Italia, lontana dai centri importanti della cultura del tempo. Quasi a compenso dell’abissale ignoranza delle masse contadine in mezzo alle quali trascorsero la fanciullezza, essi raggiunsero vette altissime di preparazione culturale: ‹‹Sono stati tutti dei vinti e degli sconfitti – scrisse De Franco – pur avendo fatto di tutto per non subire tale sorte, sconfitta che ha comportato per tanti di loro, la dimenticanza quasi totale in cui sono venuti a cadere le loro opere ed i loro nomi››.
Tra questi è Agostino Doni, autore del “De Natura Homini”, a cui De Franco dedicò uno studio approfondito con la traduzione italiana del testo ne “L’eretico Agostino Doni, medico e filosofo cosentino del ‘500”. Altre sue opere sulla storia e sulla filosofia del Mezzogiorno ci rimandano un quadro inedito e preciso della cultura rinascimentale in Calabria. Queste ultime, insieme allo studio completo di tutta l’opera telesiana, affiancata dalla traduzione del “De Rerum Natura”, costituisce il lavoro ultratrentennale svolto da De Franco, il punto di riferimento per i nuovi studiosi della filosofia telesiana, che solo un appassionato poteva compiere nel tentativo di divulgare la cultura e le personalità della sua terra, spesso dimenticate. A loro si accomuna in questo aspetto, per l’essere uno degli intellettuali calabresi di grandi meriti e senza tanti riconoscimenti.

Pubblicazioni di Luigi De Franco
B. Telesii, De Rerum Natura.
La Philosofia sensibus demonstrata di T. Campanella e la filosofia di B. Telesio in T. Campanella.
La logica come scienza sperimentale. Alcune considerazioni sulla filosofia di P. Galluppi.
La Philosofia sensibus demonstrata ed il pensiero giovanile di T. Campanella.
Gli Elementi Euclidis del filosofo e matematico cosentino frate Elia Astorini.
Th. Zwinger, G. Mercuriale e N. A. Stelliola In Bibliotèque d’Humanisme et Reinessance 
T. Campanella, La filosofia che i sensi ci additano.
L'eretico A. Doni, medico e filosofo cosentino del ‘500. 
Un falso secentesco. A proposito di una pretesa opera di T. Cornelio.
T. Cornelio e la filosofia di R. Des Cartes.
Tiberio Russiliano sesto, filosofo e astrologo calabrese del XVI sec.
Giannattasius vel de animarum trasmigratione pitagorica dialogus.
T. Cornelio. Appunti per una biografia.
Scrupoli religiosi nell’opera di B. Telesio.
B. Telesio Varii de rebus naturalibus libelli.
B. Telesio poeta.
L’idea di Calabria in alcuni scritti del ‘500 e ‘600.
B. Telesio, Il sistema della natura.
Introduzione al Settecento in Calabria. Prospettive di studio.
Fr. T. Campanellae, Philosofia sensibus demonstrata.
Campanella - Del senso delle cose e della magia.
Tiberio Russiliano Sesto calabrese - Apologeticus adversus Cucullatos.
Filosofia e Scienza in Calabria nei secoli XVI e XVII. 
Bernardino Telesio: La vita e l’opera. 
Introduzione a B. Telesio. 

Cosenza, 6 settembre 2017
 © Francesca Canino  



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