pagina tre

31 ottobre 2021

Cosenza, il comitato di quartiere protesta per il cambio del nome a piazza Santa Teresa

 


Riceviamo e pubblichiamo

Il Comitato di quartiere via Roma, piazza Cappello, Santa Teresa insorge contro l'ennesimo affronto che da oltre dieci anni subisce da parte dell'amministrazione comunale. Nonostante sia stato eletto un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale, sebbene non ancora insediatisi, continuano le malefatte di chi ha governato la città dal 2011 a oggi. Sopportiamo da un decennio la sporcizia, i rifiuti che stazionano in ogni strada del quartiere, il traffico indicibile, la mancanza estrema di parcheggi, la movida senza regole che disturba il cuore della città nuova, ma non possiamo sopportare ora anche l'intitolazione di piazza Santa Teresa, o di una parte di essa, a chicchessia. Venerdì scorso è stata scoperta una targa da cui abbiamo appreso che è stato ricavato uno slargo, che vorremmo sapere fin dove si estende, a Umile Peluso, senatore deceduto meno di dieci anni fa. Intanto, vorremmo che chi si è occupato e si occuperà di toponomastica in città, lasciasse intatte le vie già intitolate. Si possono intitolare le nuove vie, quelle senza ancora un nome, a persone che si sono distinte per particolari meriti e se sono scomparse da oltre dieci anni, come previsto dalla normativa. Infatti, i particolari meriti del senatore Peluso stentiamo a trovarli, visto che da parlamentare è stato simile a tutti gli altri, ovvero poco incisivo per il bene della nostra terra e come intellettuale è sconosciuto ai più, non tanto per ignoranza dei più, quanto perché ciò che ha fatto è rimasto circoscritto nella sua famiglia e tra i suoi amici. Deplorevole soprattutto il fatto che la figlia di Umile Peluso, titolare di una galleria d'arte situata nello slargo Peluso, abbia fatto di tutto per intitolarsi il luogo in cui opera, senza pensare ai residenti che dovranno cambiare i documenti a causa solo della vanità di certe persone. Non sarebbe male rimettere mano alla toponomastica cittadina e ripristinare i nomi degli anni passati a tutte le strade di Cosenza, cominciando da via Roma. Ribadiamo che nella parte nuova della città, dove ci sono ancora vie senza nome, si può pensare di intitolarle a persone che si sono distinte per alti meriti, ma non a perfetti sconosciuti sponsorizzati dai loro familiari solo per soddisfare la propria vanità. Auspichiamo e vogliamo fortemente che l'amministrazione comunale, quando inizierà a lavorare, torni sui passi compiuti dalla precedente e che piazza Santa Teresa rimanga tale.

Comitato di quartiere via Roma, piazza Cappello, Santa Teresa

30 ottobre 2021

Mongrassano (Cs): nessuna chiarezza su lavori, donazioni, transito su strade con limiti di peso

 


Riceviamo e pubblichiamo

La partenza dei lavori di piazza Tavolaro è una provocazione della maggioranza verso la minoranza di Mongrassano. L'esecutivo Mariani - ancora una volta - sembra quasi sfidare noi della minoranza, che chiediamo il rispetto delle regole e un confronto basato sulla chiarezza. L’inizio dei lavori di manutenzione straordinaria di piazza Tavolaro lasciano perplessi l’intero gruppo consiliare “Mongrassano Rinasce”, lavori approvati nella delibera n.51 del 23 luglio 2021 deliberati in modo alquanto particolare. Ricordiamo brevemente i fatti: Con l’ordinanza n. 210/ del 19 luglio 2021 (ma pubblicata 50 giorni dopo sull’albo pretorio), il sindaco ordinava il divieto di sosta su piazza Tavolaro dal 20/08/2021 (e fino a fine lavori), motivando tale divieto per eseguire lavori di manutenzione straordinaria. Nel Consiglio Comunale svolto a fine luglio, il sindaco accennava vagamente sui lavori da fare a seguito di una “donazione di un contributo” di 120 mila euro dalla società che ha costruito l’impianto eolico “Area del vento”, senza entrare nei particolari. In seguito ha elencato che questo contributo sarebbe servito per i seguenti interventi: la strada Mongrassano – Pedali, la manutenzione straordinaria della piazza Tavolaro e, infine, l’acquisto di un’automobile. La nostra preoccupazione giungeva già tra i banchi del Consiglio in merito a dei lavori di cui non si conosceva nessun dettaglio tecnico e amministrativo. Consigliavamo di non far iniziare i lavori senza prima aver avviato e completato tutto l'iter amministrativo e progettuale che la normativa sugli enti locali prevede sulle donazioni di opere pubbliche da parte di privati. Non si è ancora riusciti a capire bene quali siano i lavori da fare, non c’è nessuna indicazione specifica dei materiali da usare e dei relativi quantitativi, dei mq degli intonaci previsti, e dei mq della pavimentazione di marmo travertino in piazza Tavolaro.

Per i lavori da fare sulla strada “Aria del Vento” sono segnati quattro punti su una planimetria, senza specificare per quanti metri lineari e se è usato bitume o cemento. Inoltre, manca la deliberazione della Giunta Municipale che accetta la donazione da parte di un privato. Il responsabile del servizio tecnico, ci dovrebbe spiegare come poteva portare per l’approvazione un progetto (a prescindere dalle mancanze sopra elencate) in Giunta Municipale mai donato formalmente da nessuno e mai commissionato da nessun organo comunale!

Per i motivi e le considerazioni suesposti, formalmente, il nostro gruppo ha chiesto alla Giunta Municipale di revocare in autotutela la delibera G.M. n. 51 del 23-07-2021 in quanto – a nostro avviso – è illegittima.

Esprimiamo, inoltre, il nostro rammarico per questa incresciosa vicenda, “arricchita” da un'altra particolarità: è stato autorizzato il transito di automezzi di oltre 40 tonnellate sulla strada comunale Mongrassano Centro – Pedali, dove vige il limite di 3,5 T. La strada sta cominciando ad avere visibili segnali di cedimento.

Precisiamo che il gruppo “Mongrassano Rinasce” di certo non rifiuta qualsiasi lavoro pubblico che possa migliorare la vivibilità della comunità, ma vuole portare a conoscenza una questione che ci lascia parecchi perplessi. Il nostro dovere è di informare la cittadinanza e sicuramente non molleremo la presa su questo e su altre problematiche del nostro amato paese.

Il gruppo consiliare “Mongrassano Rinasce”

28 ottobre 2021

Tra un 'pass' e l'altro: quattro passi nell'arte del periodo pandemico


Riceviamo e pubblichiamo

È luogo comune ormai ripetere che dopo la pandemia Covid-19 nulla sarà come prima. E forse sarà proprio un QR code lo spartiacque a segnare la differenza tra come eravamo prima e come saremo dopo la pandemia. Se un codice è diventato la nuova forma di linguaggio che ci identifica, allora è attraverso questa forma che con questa azione artistica si vuole spingere alla riflessione, a rimanere con uno sguardo attento in questo momento di grande cambiamento.


Grandi QR code si aggirano affissi per Recanati, “disturbati” nella loro sequenza algoritmica solo da piccoli virus verdi, gli umani. Ma basta puntarli con uno smartphone per capire di che pass si tratti… 11 QR code che indirizzano al sito del Senato verso quegli articoli della Costituzione che in questo momento, a torto o a ragione, vengono tirati in causa.


Un piccolo quadratino bianco pieno di segni, che in fondo non sappiamo neppure cosa significhino se non siamo in rete, ha permeato così tanto ogni aspetto del nostro quotidiano (dal menù del ristorante, al biglietto di viaggio, ai libri catalogati in biblioteca) che a poco a poco ha acquisito una valenza sociale e istituzionale tale da diventare il criterio di riconoscimento di ognuno di noi. Anzi della nostra idoneità o meno per poter accedere a forme primarie di vita sociale, in primis il lavoro.


Se scontato è dire che la comunicazione, oggi come ieri, utilizza codici e simboli per veicolare concetti e idee e che la nostra identità è sempre più destinata a passare attraverso un simbolo, meno scontato è a mio avviso quello su cui si deve riflettere sull’ulteriore passaggio che sta avvenendo. Con troppa leggerezza e con un certo grado di non consapevolezza, con scelte adottate nell’urgenza e nel carattere “emergenziale” in cui siamo immersi, abbiamo in qualche modo metabolizzato che un QR code venga applicato anche alla nostra sfera più privata e intima, al nostro corpo, alla nostra salute. Trasfigurati in una sequenza numerica, si abolisce sempre di più il confine tra pubblico e privato, tra la legittima possibilità di scelta e il supremo “bene collettivo”.


Non basta più essere sani. Dobbiamo avere una salute implementata.


Come Arte pubblica, questi manifesti vogliono sganciarsi da qualsiasi strumentalizzazione polemica verso argomenti già ampiamenti dibattuti, ma sono volti a riflettere e soprattutto a non dimenticare che la nostra identità e dignità non possono essere codificate ed oggettivizzate in maniera così violenta e superficiale: identità e dignità si costruiscono e consolidano su fondamenti universali che non hanno bisogno di un “permesso per”.

Teniamo ferme le nostre radici perché saranno proprio questi principi Umani e Costituzionali, Interculturali e Condivisibili, il terreno ricco e fertile su cui ricompattare e fortificare la società.

Federica Amichetti

18 ottobre 2021

Il Mariano Santo non riapre. Protezione civile e comune di Cosenza non erogheranno più i fondi per il monitoraggio del muro di sostegno

 


Nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 17 settembre scorso in occasione della ‘Giornata mondiale della sicurezza del paziente’, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Isabella Mastrobuono, comunicò la riapertura del Mariano Santo per il 15 ottobre 2021. Un’apertura annunciata a più riprese da almeno cinque anni a questa parte, ma che non è mai avvenuta, né peraltro avverrà a breve, nonostante voci di corridoio diano per certa la riapertura per fine mese, quando saranno completate le opere per rendere l’ex sanatorio completamente agibile. Pare che negli ultimi mesi vi abbiano solo parzialmente lavorato, pertanto l’ennesimo rinvio potrebbe essere certo. D'altronde, a chi conviene, se si escludono gli ammalati, portare a termine i lavori di ristrutturazione del Mariano Santo, che tra appalti, varianti, perizie, atti contrattuali aggiuntivi, formulazione di nuovi prezzi non presenti nel contratto d’appalto, si è rivelato una ‘vigna’ per tanti personaggi? (http://francescacanino.blogspot.com/2020/11/lavori-infiniti-al-mariano-santo-ecco-i.html).

Intanto, la mancata riapertura priva gli ammalati di ben 120 posti letto, una perdita che non è mai interessata agli addetti ai lavori.

 

Una determina per il monitoraggio

Oggi, alla interminabile ristrutturazione si è aggiunto un ulteriore problema: sul sito dell’Azienda ospedaliera bruzia è stata pubblicata, il 6 ottobre scorso, una determina avente a oggetto «Incarico professionale ad ing. ambientale, di durata biennale, per la verifica, controllo e acquisizione dati del sistema di monitoraggio in tempo reale con allarme, installato sul muro di sostegno della strada di accesso al nuovo padiglione di dermatologia oncologica del P.O. Mariano Santo di CosenzaDetermina a contrarre e contestuale trattativa diretta su Mepa». (http://online-aoco.sisr.regione.calabria.it/albopretorio/albopretorio/Main.do;jsessionid=F2B8186CEC5AA380D39F31B7E6FDC1E0.psisr-lx-ap32-doc?id=1797479&NUMERO_AL=&Search=Cerca&s_SP=&s_TP=DETERMINAZIONE&NUMERO_DAL=845&s_REGISTRO=DETE&DATA_DAL=&DATA_AL=&s_TESTO=&MVPG=AmvAlboDettaglioMS).

Questo perché, si legge nella determina «Nell’ambito del progetto “implementazione di un sistema di monitoraggio real time dei fenomeni di dissesto attivi finalizzato alla riduzione del rischio frana” il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Calabria ha installato un sistema di monitoraggio Real Time sul muro di sostegno posto a valle del Plesso di Dermatologia Oncologica del P.O. Mariano Santo di Cosenza… in data 23.06.2021 il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Calabria e in data 09.07.2021 il Dipartimento Tecnico settore 12 del Comune di Cosenza, con note Pec comunicavano a questa Azienda Ospedaliera, che successivamente alla data del 31.07.2021, per mancanza di risorse finanziarie e di risorse umane, non avrebbero più potuto garantire la continuità del servizio di monitoraggio del muro in oggetto… tuttavia per questa Azienda permane la necessità di provvedere al monitoraggio del muro di sostegno posto a valle del Plesso di Dermatologia Oncologica del P.O. Mariano Santo di Cosenza… pertanto in data 29.07.2021 con nota n.1148/2021 l’Ufficio proponente ha richiesto al Commissario Straordinario l’autorizzazione ad affidare l’incarico in oggetto a professionisti esperti nel settore che possano garantire la continuità del servizio».

I motivi del continuo monitoraggio
Nel febbraio 2017, il senatore Nicola Morra, con un esposto in Procura, denunciò la situazione di pericolo per l’incolumità pubblica che si era determinata alle spalle delle nuove palazzine del presidio ospedaliero, inaugurate il 28 ottobre 2016 con l’arrivo della Pet. Il muro di contenimento a valle del nuovo reparto del Mariano Santo risultava a rischio crollo. Il problema era emerso dal certificato di collaudo per le strutture del nuovo padiglione del reparto di Dermatologia oncologica, in cui si evidenziavano elementi preoccupanti per l’incolumità dei pazienti, del personale sanitario e di tutti gli utenti della strada denominata via Corsonello, che collega Cosenza con Mendicino. Dal documento si apprendeva, inoltre, che il progettista architettonico, il progettista delle strutture e il direttore dei lavori era Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, sostenitore dell’idea di un ospedale integrato che dall’Annunziata arrivasse fino al Mariano Santo. Il collaudatore escluse, secondo quanto affermava Morra, esplicitamente dall’atto di collaudo parziale il muro di contenimento posto a valle del reparto, perché era stato realizzato in maniera difforme rispetto alle prescrizioni contenute nella relazione geologica e geotecnica a corredo del progetto, in cui si sottolineava la necessità di dotare il muro, lungo 126 metri, di fondazioni profonde.

Protezione civile e comune di Cosenza non garantiranno più il monitoraggio, il problema passa all’Azienda ospedaliera
Dal 2017, dunque, il muro è stato monitorato dal Dipartimento della Protezione Civile della Regione Calabria e dal Dipartimento Tecnico settore 12 del Comune di Cosenza, che ora per mancanza di fondi non possono più garantire la continuità del servizio. Il Commissario straordinario dell’AO Isabella Mastrobuono ha così autorizzato l’avvio delle procedure di affidamento «a professionisti esterni secondo la normativa di riferimento e il professionista individuato negli elenchi aziendali di fiducia per ricoprire il ruolo di cui all’oggetto è l’Ingegnere Ambientale Luigi Russo professionista di comprovata capacità e specifica esperienza… si è provveduto all’elaborazione dell’onorario (biennale) determinato… pari ad €. 16.200.00 (escluso IVA ed oneri) … per affidare l’incarico riportato in oggetto, si è predisposta Trattativa Diretta sul Mercato Elettronico della P.A. con apposita Richiesta di Offerta a 1 operatore economico, per svolgere le seguenti attività:

• Acquisizione della documentazione pregressa

• Sopralluogo preliminare e analisi tecnica del sito di monitoraggio

• Verifica e revisione della strumentazione di acquisizione e trasmissione del sistema di monitoraggio installato

• Eventuale definizione di un nuovo progetto del sistema di monitoraggio Implementazione della nuova rete di monitoraggio real-time

• Supporto operativo e assistenza tecnica nelle fasi di verifica della strumentazione installata

e nelle fasi di installazione e controllo di nuove attrezzature;

• Rapporto tecnico di monitoraggio da inviare all’ente con cadenza trimestrale

• Definizione in accordo con la committenza delle soglie di allarme

• Definizione in accordo con la committenza delle fasi di allertamento».

Si proseguirà, dunque, a spendere migliaia di euro a causa di errori altrui. Ci si chiede, a questo punto, perché invece di continuare a monitorare il muro non si procede a metterlo definitivamente in sicurezza?


Cosenza, 18 ottobre 2021

© Francesca Canino

Cosenza e le sue vie e piazze intitolate a "La Qualunque"

 


Negli ultimi anni la città di Cosenza è stata fatta pezzi. Da questa distruzione non si sono salvati nemmeno i nomi di vie e piazze ‘storiche’, re-intitolate a personaggi spesso misconosciuti ai più. Un’operazione portata avanti in particolare dalle famiglie cosiddette ‘bene’ della città, che hanno chiesto e ottenuto l’intitolazione di strade, a volte solo pezzi di strada, ai loro congiunti deceduti. Altre volte, invece, la proposta è partita da qualche consigliere comunale che aveva interesse a ingraziarsi la famiglia del deceduto. In breve tempo, la città ha subito una trasformazione della toponomastica senza eguali. E senza meriti. E già, perché quando si intitola una strada a qualcuno, costui deve essere deceduto da almeno dieci e/o vantare particolari meriti. Ma vediamo cosa dice la legge.

In Italia, sia le associazioni, sia i privati cittadini possono chiedere di denominare in un certo modo una via, una piazza o un parco secondo la normativa contenuta nel R.d.l. n. 1158/1923, nella l. n. 1188/1927, nel D.m. 25 settembre 1992 e nella circolare del ministero dell'Interno n. 4 del 10 febbraio 1996. Generalmente, le strade possono essere intestate a persone legate alla storia cittadina e avere rilevanza per la comunità; inoltre, devono essere deceduti da almeno dieci anni. A quest'ultima prescrizione è possibile derogare se si tratta di un soggetto che vanta particolari meriti nei confronti della nazione. L’iter, che si spera sia stato rispettato, prevede una serie di passaggi tra gli uffici comunali, la giunta e il prefetto che si esprime con decreto dopo aver ricevuto gli eventuali pareri necessari (in caso di modifica di un'intitolazione già effettuata, occorre il parere della Soprintendenza).

Ultimamente, dicevamo, la toponomastica è stata stravolta con l’intitolazione a personaggi deceduti da meno di dieci anni e con meriti discutibili. Azioni che sono servite all’amministrazione comunale per conquistarsi le ‘simpatie’ (leggi voti) delle famiglie o delle associazioni richiedenti l’intitolazione e a queste ultime per vantarsi di avere avuto un notabile al proprio interno. Provincialismo alle stelle e vanità. Bisogna, a questo punto, chiedersi quali siano stati i meriti delle persone a cui sono state intitolate vie e slarghi, cosa hanno fatto di buono per la città o la regione, quanti cosentini li conoscono. Intanto la demolizione dei luoghi continua senza pietà.

Cosenza, 18 ottobre 2021

© Francesca Canino

11 ottobre 2021

Lettera aperta ai cittadini, ai giornalisti e ai parlamentari sul Green pass


Riceviamo e pubblichiamo


Gli scontri avvenuti in alcune città italiane sabato 9 ottobre scorso per dire no al Green Pass sono da condannare per la violenza usata e da analizzare per quanto sottendono. Nelle ultime settimane, il Governo ha adottato la linea dura: chiunque entri in un luogo pubblico per lavorare deve essere munito di Green Pass e anche chi lavora da casa deve esserne in possesso. Il provvedimento non vale, però, per gli utenti che entrino in un luogo pubblico per accedere a un qualunque servizio. Si fa fatica a trovare una logica all’imposizione del Green pass, più simile, invece, a un ricatto verso i renitenti al vaccino che creerà pressione psicologica e numerose difficoltà ai lavoratori e alle aziende. E che sia un ricatto si evince dalle parole del ministro Brunetta, secondo il quale i tamponi servono ad aumentare il costo della non vaccinazione con l’accrescimento del costo psichico ed economico, poiché “sottoporsi al tampone giornalmente crea uno stress tale per cui, alla fine, i non vaccinati vorranno vaccinarsi”.  

Ad oggi, l’Italia è oggi il primo stato in Europa che ha limitato i diritti rendendo obbligatorio per Decreto il cosiddetto “certificato verde”, nonostante abbia, con la Risoluzione 2361/21, esortato gli Stati membri dell'Unione europea a “garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere vaccinato, se non lo desidera personalmente; garantire che nessuno venga discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di potenziali rischi per la salute o per non volersi vaccinare”. Illogico. Come illogico risultano le disposizioni per i luoghi pubblici: oggi, al bar, diversamente da quanto accadeva fino ad agosto scorso, all’interno si può stare assembrati al banco, ma da solo al tavolino no; in discoteca si deve tenere la mascherina che poi si toglierà in pista, dove l’assembramento è al massimo, come l’emissione di droplets. Il virus non si contiene o sconfigge così.

A distanza di mesi dai primi vaccini, pur ritenendo che essi siano fondamentali per il contenimento della pandemia e dei ricoveri ospedalieri, si deve constatare che si sono, tuttavia, verificati casi di contagio tra persone che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino. L’alternativa, quella dei monoclonali, non è stata utilizzata a dovere laddove essi siano stati consigliati, a vantaggio dei vaccini e probabilmente di Big Pharma. E oggi, che si assiste sempre più a casi di cittadini immunizzati e contagiati da altri immunizzati qualche risposta dovrebbero darcela. Infine, bisogna soffermarsi sulla pericolosa contrapposizione tra pro-vax e no-vax, che potrà nuocere alla nostra società, già provata da mesi di pandemia. Il quadro non è entusiasmante, per questo sarebbe bene che cittadini, media e politici riflettessero sul futuro che ci attende.

Movimento Nuovi Orizzonti di Cosenza