L’ospedale di Cosenza è scoppiato e non a causa
della pandemia. I due pazienti deceduti in ambulanza in attesa di accedere al
Pronto soccorso hanno cantato il ‘de profundis’ al grande Hub regionale. È
tempo, ora, di indignarsi, protestare, chiamare ognuno alle proprie
responsabilità, scoprire gli altarini e punire i colpevoli. Già, ma chi sono i
responsabili dello sfascio? Panizzoli, Mastrobuono, Longo, Cotticelli, Scura e
tutta la risma di personaggi che si sono alternati ai vertici della sanità
calabrese e cosentina nell’ultimo decennio? I politici e gli amministratori
calabresi? I vari ministri della salute? I boss della sanità privata? Tutti e
con essi i loro manovratori.
Una regia occulta ha massacrato la sanità calabrese,
affidandola nelle mani di persone che si sono mostrate incapaci e alle quali è stato
imposto di rimanere immobili. Nulla sarebbe dovuto migliorare, tutto si sarebbe
dovuto ripiegare su se stesso, crollare, scoppiare per l’inerzia di quanti
hanno occupato finora i posti di comando. Non ci spiegheremmo altrimenti il
perché la sanità calabrese è commissariata da undici anni e nonostante
l’avvicendarsi di diversi commissari e subcommissari al Piano di rientro dal
debito non sia stata fatta piena luce sui conti, sul debito ancora in essere; perché
non sia stata riorganizzata tutta la rete ospedaliera e territoriale e vi siano
state rinunce di milioni di euro (lo scorso anno, il management dell'azienda
ospedaliera di Cosenza, Panizzoli in testa, ha rinunciato, di fatto senza
motivazioni plausibili, all'opportunità di un reale aggiornamento tecnologico
attraverso il finanziamento di 10 milioni di euro, che avrebbe permesso l'acquisto
di molte nuove attrezzature: http://francescacanino.blogspot.com/2020/03/ospedale-di-cosenza-senza-guida.html).
Non ci spiegheremmo altrimenti il perché il Mariano
Santo è stato chiuso nel 2015 ed è diventato un cantiere infinito, privando
l’Hub di Cosenza di 120 posti letto in più. Proprio sull’ex
sanatorio bruzio si è espressa nei giorni scorsi Isabella Mastrobuono,
commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, che, sentita in
commissione sanità del comune di Cosenza, ha assicurato la riapertura dello
stabilimento in 150 giorni. Favole, visto che il Mariano Santo è la classica
mucca da mungere da parte dei soliti noti ((http://francescacanino.blogspot.com/2020/11/lavori-infiniti-al-mariano-santo-ecco-i.html).
Non ci spiegheremmo altrimenti il perché, come è
stato riportato nei giorni scorsi da un quotidiano locale, i manager della
sanità calabrese siano sempre gli stessi. Cambiano i luoghi degli incarichi e i
ruoli da svolgere, ma è sempre lo stesso manipolo di persone ad occupare i
posti che contano. Forse sono troppo bravi a fare in modo che nulla migliori,
che tutto sprofondi nella sabbie mobili come ordinato dai loro manovratori?
Affossare la sanità pubblica equivale a condannare
gli ammalati a invalidità permanenti o a morte sicura. È questo che si vuole? È
per questo che l’ospedale militare è stato riconvertito in centro vaccinale? È
per questo che altri ospedali della provincia rimangono chiusi? I cittadini
esigono risposte, mentre i politici, che hanno mangiato tutto, stanno a
guardare, i commissari eseguono gli ordini, i capoccioni della sanità privata
si sfregano le mani, ignorando che anch’essi sono dei burattini, però ben pagati,
strumenti di un gioco di morte.
Cosenza, 12 aprile 2021
© Francesca
Canino
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