pagina tre

06 novembre 2020

Parco eolico di Mongrassano (Cs), negato accesso agli atti alla senatrice Corrado

 

 


La realizzazione del parco eolico di Mongrassano fa discutere ancora, nonostante i lavori siano terminati e le pale siano entrate in funzione. Sull’argomento abbiamo scritto molto, sottolineando che le sei torri eoliche, alte 150 metri, sorgono su un’area classificata ad alto rischio sismico e idrogeologico, che l’impianto di 16 megawatt indebolisce il territorio già fragile della località in cui è stato costruito (Aia dei Venti), che è un affare di 40milioni di euro e che le irregolarità non si contano. I lavori, infatti, sono stati effettuati senza rispettare molte delle leggi vigenti. Numerose sono state le proteste dei residenti nei mesi scorsi, a cui ha fatto seguito una interrogazione parlamentare, da parte di otto senatori, indirizzata ai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e per i Beni e le attività culturali e per il turismo.

Oggi, il parco è stato ultimato, le pale producono un rumore assordante al punto che alcuni cittadini si sono rivolti all’Arpacal per chiedere gli opportuni accertamenti dell’impatto sonoro. Ma al momento tutto tace, sia sulle rilevazioni acustiche, sia sulle irregolarità che sarebbero state commesse. Nei giorni scorsi, è accaduto, però, un fatto sconcertante: il Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Mibact, a proposito della richiesta di accesso civico sul parco eolico di Mongrassano, presentata dalla senatrice Margherita Corrado nell’autunno 2019, ha ulteriormente differito l’accesso, poiché la Direzione continua a riscontrare “circostanze potenzialmente idonee ad escludere anche temporaneamente l’accoglimento ex art. 5 e segg. del D. Lgs. 33/2013”. 

Val la pena ricordare che l’art 5 e segg. ex D. Lgs. 33/2013 definisce necessario il diniego all’istanza di accesso principalmente per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti a:

a) sicurezza pubblica e ordine pubblico,

b) sicurezza nazionale,

c) relazioni internazionali,

d) politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato,

e) conduzione di indagini sui reati e loro perseguimento,

f) regolare svolgimento di attività ispettive, nonché per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno dei seguenti interessi privati: a) protezione di dati personali, b) libertà e segretezza della corrispondenza, c): interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica.

«In attesa di sapere – scrive la senatrice Corrado - in che modo una richiesta di accesso agli atti come quella avanzata su sollecitazione di cittadini e associazioni del territorio (in particolare il Gruppo Ambiente e Territorio), possa ledere interessi della Nazione e/o di privati che il MiBACT reputa prevalenti su quelli della comunità direttamente coinvolta dalla realizzazione delle torri eoliche, non solo costruite ed entrate in funzione, nel frattempo, nonostante la sospensione del cantiere decretata dal predecessore della Galloni a maggio 2019, ma causa di gravi disturbi da inquinamento acustico per gli abitanti di Mongrassano, torno a sognare un Ministero Beni Culturali all’altezza del compito che la Costituzione, all’art. 9, affida allo Stato in tema di cultura, statuendo che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione».


Grave il diniego all’accesso agli atti sull’affare eolico di Mongrassano che ha devastato un enorme territorio, senza tener conto del patrimonio naturalistico, dei percorsi storici e religiosi, delle esigenze dei residenti. Nessuno può opporsi ai signori del vento, protesi verso guadagni milionari a danno dei territori calabresi. Il progetto della multinazionale Gamesa, che ha proposto la realizzazione del parco nei decenni scorsi, si è rivelato un vero e proprio assalto al territorio di Mongrassano, Cervicati e San Marco Argentano, una grave aggressione a crinali, colline e cammini protetti allo scopo di sfruttare indiscriminatamente l’energia eolica e incassare copiosi incentivi energetici. E le irregolarità nella costruzione del parco? A chi importano, gli incentivi servono anche a far cadere nel dimenticatoio le illegalità commesse.
Pecunia non olet, specialmente quando è tanta.

Cosenza, 6 novembre 2020

© Francesca Canino

 

Nessun commento:

Posta un commento