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Da
alcuni giorni sono apparsi sugli organi di stampa alcuni articoli che paventano
il rischio chiusura del Servizio di oncologia dell’ospedale di San Giovanni in
Fiore.
Non
è proprio così, come spiega il dottor Antonio Caputo, responsabile del servizio
oncologia, sul suo profilo Facebook: «L’oncologia
non è a rischio chiusura nel modo più assoluto; ma sono assolutamente a rischio i trattamenti di chemioterapia
perché è stata modificata la convenzione tra ASP di Cosenza, ASP di Crotone ed Unità Operativa Complessa di Paola, che ci consentiva
di avere i farmaci oncologici dall’oncologia di Crotone e di poterli somministrare
ai pazienti oncologici, come recita il DCA 10 del 2015, solo se l’oncologia
dell’ospedale di San Giovanni fosse aggregata e dipendesse da una struttura
complessa di Ospedale Spoke, che in questo caso si identificava con l’Oncologia
di Paola, il cui Direttore è il dr. Gianfranco Filippelli. Poiché la convenzione, non si capisce bene perché, è
stata modificata dalla direzione aziendale, qualche mese fa, il sottoscritto
per tutelare il proprio profilo giuridico e soprattutto legale, si è rivolto ad
un avvocato di fiducia che ha posto il quesito agli organi commissariali
competenti dell’ASP di Cosenza e si è in attesa di una risposta risolutrice!
Nel caso contrario - conclude Caputo - i
trattamenti saranno interrotti, come comunicato dal mio legale Avvocato
Ferdinando Palumbo alla Direzione Generale ASP, a far data dal 15 Novembre p.v.».
Sarebbe
importante ora sapere perché sono
stati cambiati gli accordi con l’ospedale di Paola, se ci sarà la possibilità
di ripristinarli a beneficio dei pazienti sottoposti a trattamento
chemioterapico e se finiranno mai queste faide nella sanità regionale che compromettono
gravemente la salute dei calabresi.
Cosenza, 9 novembre 2020
© Francesca Canino
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