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24 aprile 2020

icittadinisegnalano: Mongrassano, sono stati eseguiti i tamponi agli ospiti della casa di riposo Serenità?



“Ieri sono stati registrati 439 casi positivi di Coronavirus a Cosenza e provincia dall’inizio dell’emergenza. Dei casi in più, registrati dall’Asp bruzia, 9 provengono dal focolaio di Torano, giunto a 126 casi complessivi sparsi in diversi centri limitrofi. Devo pensare che il peggio debba ancora arrivare per noi che viviamo in questi paesini che hanno avuto contatti con persone operanti a Torano, perché ritengo che non siano state messe in atto tutte le precauzioni dovute. Alcune strutture inoltre sembrano essere state dimenticate, come se non appartenessero alla categoria delle case di riposo o Rsa e a poco valgono certe rassicurazioni pervenute a mezzo stampa dal primo cittadino perché è ben risaputo che alcuni accorgimenti non sono stati messi in opera.


Vorrei parlare della Casa di Riposo denominata “Serenità”, che si trova a Mongrassano centro, una struttura che ospita una quarantina di anziani ed è stata affidata dal comune, così come ci è dato sapere, a titolo gratuito ad una società, che la gestisce non senza qualche ombra. Sembra intanto che lo scorso anno sia stata oggetto di alcune indagini da parte della Guardia di Finanza (che cercava di far luce sui pagamenti effettuati dagli ospiti) e che poi sia stata riconvertita nella cooperativa sociale Scico. Sembra anche che il dirigente attuale non abbia i titoli per svolgere tale compito, ma abbia invece parentele importanti. A parte queste informazioni che vorremmo venissero verificate prima o poi, vorrei sapere se sono stati effettuati i tamponi agli ospiti della Casa di riposo e se c’è qualche residente di Mongrassano che ha avuto contatti con villa Torano. Ho infatti notizia che un compaesano è stato ospite della Rsa toranese, che sia stato dimesso nel mese di marzo e che non sia stato messo in quarantena.
Sono molto preoccupata per quello che potrebbe accadere, visto che Torano è stata e sarà ancora una bomba di contagi, per questo vorrei essere rassicurata in merito all’adozione delle misure di prevenzione previste per questo terribile periodo. Si faccia sapere pubblicamente se gli ospiti della Casa serenità hanno fatto il tampone e quali sono stati gli esiti. È un diritto di tutta la comunità sapere per eventuali precauzioni da adottare”.
Lettera firmata





20 aprile 2020

L'Ospedale di Cosenza ha il suo nuovo direttore amministrativo


L’Azienda ospedaliera di Cosenza ha il suo nuovo direttore amministrativo. Dopo otto mesi e tre avvisi pubblici, a cui hanno partecipato diversi candidati calabresi e non, il commissario Panizzoli ha nominato Laura Coppola nella triade dirigenziale dell’ospedale cosentino.


Coppola proviene da una ASL abruzzese e affiancherà il direttore sanitario, la veronese Simonetta Bettelini e il commissario straordinario Giuseppina Panizzoli nella gestione dell’Hub cosentino. Nomine che possono essere legate a un filo, considerato che il presidente della Regione Calabria, come abbiamo più volte scritto, potrebbe nominare i nuovi direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere entro maggio. Se così fosse, la nuova direttrice amministrativa resterebbe in carica al massimo per una quarantina di giorni, in caso contrario solo fino a ottobre, termine entro il quale, come previsto dal Decreto Calabria, commissari e direttori decadranno.

Nessuna professionalità calabrese, come si può ben notare, si trova attualmente alla guida del nosocomio bruzio, ciò comporta spostamenti frequenti e poco opportuni nel periodo di quarantena che stiamo vivendo. Infatti, abbiamo più volte segnalato i viaggi del commissario straordinario nella sua città, Bergamo, viaggi che non si sono arrestati in questi mesi di pandemia, nonostante diversi decreti abbiano imposto di non lasciare i comuni in cui ci si trova, ad esclusione di motivi gravi o di lavoro. In entrambi i casi, però, è stata imposta la quarantena, mai rispettata dal commissario. E oggi, visto che la direttrice amministrativa proviene dall’Abruzzo, ci chiediamo se rispetterà la quarantena o seguirà l’esempio di colei che l’ha nominata.
Cosenza, 20 aprile 2020
© Francesca Canino


19 aprile 2020

Ex assessore comunale Savastano: si torni a discutere sui processi urbanistici



«Intendo fare alcune riflessioni sull’articolo pubblicato da ‘Il Quotidiano del Sud’ ieri, sabato 18 aprile, a firma di Empio Malara, architetto cosentino e professionista affermato ed esperto, che ha coordinato vari processi urbanistici, compreso il Piano Regolatore di Rende».
A parlare è Francesco Savastano, ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Cosenza negli anni ’80, che partendo dalle considerazioni di Malara su un auspicato cambiamento delle città dopo la pandemia, ha delineato la sua idea di area urbana.

Francesco Savastano
«Esprimo, innanzitutto, il mio compiacimento per l’iniziativa, soprattutto perché affronta problematiche urbanistiche attuali come la gestione del territorio, che parte dal Centro storico di Cosenza per arrivare ad abbracciare anche tutta la città nuova. Si pone il problema della conurbazione tra Cosenza e Rende, da immaginare come un unico comune, premesso che le due città, con Mancini e Principe, si erano impegnate ad attuare questo disegno con l’ausilio di diversi tecnici che avrebbero approvato i Piani Regolatori, tendenti ad uno sviluppo lineare a nord di Cosenza».
È una verità incontestabile, infatti i PRG di Cosenza e Rende hanno seguito questo indirizzo, vero?
«Sì, il piano Malara a Rende e il piano Vittorini a Cosenza esprimono questa linea di sviluppo. Tuttavia, vorrei ricordare che l’ultimo PRG affidato all’architetto Sara Rossi e alla relativa équipe, con il voto in Consiglio dell’on. Mancini, involontariamente non citato dall’architetto Malara, nell’analisi evidenzia una valutazione, giustamente, diversa del territorio dell’hinterland cosentino, che certamente non esclude l’idea di conurbazione di alcuni territori con Cosenza, tenendo conto delle nuove realtà maturate nel tempo».
I piani sono rimasti delle utopie
«C’è da dire che sono cambiate molte cose e che la situazione ha subìto ulteriori modifiche negli ultimi 9 anni. Vi sono stati contrasti molto forti, tuttora esistenti, che hanno fatto perdere tempo per importanti servizi (es: l’ospedale o la metropolitana leggera sull’asse attrezzato) e alcuni miliardi già impegnati, che sarebbero stati certamente un’occasione di sviluppo e soddisfazione per i cittadini. Basti pensare al periodo di pandemia che stiamo vivendo, in cui sarebbe stato utile il nuovo ospedale o l’asse attrezzato, ovvero viale Parco, chiuso da mesi e mesi».


Si parla anche di Centro storico
«La nota dell’architetto Malara ha il grande pregio di porre all’ordine del giorno della città di Cosenza il problema della gestione del territorio e del recupero del Centro storico in modo particolare, riaprendo il discorso sulla qualità della vita e dello sviluppo della città in termini nuovi e moderni. È importante ricordare, inoltre, che si dovrebbe pensare a un utilizzo razionale dell’area delle Casermette, a una riqualificazione della zona comprendente la casa circondariale e ad inserire il ponte di Calatrava in un sistema viario, così come era stato concepito, funzionale all’area in cui sorge e che si colleghi alla strada per la Sila».
Cosa augurarsi ora?
«Spero che i partiti politici, ‘quelli che esistono’, e gli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri e le varie associazioni, invece di dedicarsi alla propaganda, tornino a discutere su questi problemi che da anni sono sospesi, si impegnino a realizzare quanto serve per la nostra realtà, piuttosto abbandonata negli ultimi nove anni, in cui si è preferito pensare al superfluo e allo spreco».
Cosenza, 19 aprile 2020
© Francesca Canino

15 aprile 2020

LETTERE: La Sanità calabrese è immersa in una palude di sabbie mobili che lentamente la sta inghiottendo

Carissima Francesca,
non posso certo dimenticare il tuo impegno professionale e civile contro il potere costituito e in difesa della sanità cosentina ai tempi della “tenda blu”. Di questo, purtroppo, hai pagato le conseguenze. Sono passati gli anni, ma da allora nulla è cambiato e, in piena onestà, non so se ancora si possa fare qualcosa per interrompere la pietosa via crucis percorsa dalla sanità regionale.

Seguo il tuo blog, mi ha colpito molto quello che hai scritto in “Sanità nel cosentino: silenzi, immobilismo e nomine discutibili”, che non è solo giusto, ma dovrebbe spingere tutti i cittadini (ma lo sono ancora?) di questa provincia e dell’intera regione ad una riflessione: cosa c’è che non va in questa nostra terra? E’ forse colpa dell’aria e dell’acqua che, tanto inquinate, sconvolgono chiunque le usi causando cotanto disastro?

Da trent’anni, in Calabria, abbiamo attuato l’alternanza in politica. Cinque anni di centro destra, cinque di centro sinistra. Abbiamo potuto costatare differenze tra loro? Nel rinnovo degli uomini no, ancora oggi sempre gli stessi; nei provvedimenti per rilanciare l’economia no, sempre lo stesso sfacelo; nel migliorare l’ambiente no, sempre la stessa colpevole incuria; nell’ammodernare le comunicazioni no, sempre quelle del dopoguerra; nel rilanciare la sanità no, ognuno ne ha devastato un pezzo riducendola ad uno stato tanto emaciato da ricordare molto da vicino, con il rispetto dovuto a quei martiri, i poveri prigionieri dei lager nazisti.

Ma la cosa che veramente avvilisce è quella che tu, con grande lucidità, hai sottolineato nel tuo articolo: l’immobilismo più assoluto. In questi ultimi anni stiamo vedendo cose che gli altri umani non riuscirebbero neanche ad immaginare. Un immobilismo che, però, pare propedeutico al colpo di grazia. Commissari ad acta che tirano fuori decreti, un tanto al chilo, per generare solo confusione. Altri che vanno in giro, di incontro in incontro, a far promesse a tutti per poi dimenticarsene appena usciti dalla sala del convegno e non fare nulla di nulla. Commissari di aziende sanitarie che, come Celestino V, neanche accettano l’incarico. Altri che, manco il piè veloce Achille, accettano e si dimettono prima che qualsiasi media sia riuscito a darne la notizia. Quelli fantasma che ci sono, ma nessuno li ha mai visti. Quelli alla marchese del Grillo che: “io so io e voi non siete un c….” ma poi sono costretti a dimettersi in fretta e furia. Direttori Amministrativi che, appena data un’occhiata al bilancio aziendale, scappano nottetempo. Direttori Sanitari che non si danno la pena neanche di rendersi conto del materiale umano e strutturale a loro disposizione e sparano sentenze alla Mago Otelma. In tutto questo la Sanità regionale è sempre più immersa in una palude di sabbie mobili che lentamente la sta inghiottendo.

Mi ripeto: che sia radioattiva l’aria? Ultimamente ci arrivano manager della sanità da ogni luogo, dalle regioni virtuose e persino dall’estero. Vengono preceduti da fama di aver fatto faville nei loro precedenti incarichi. Giunti qui, dimostrano solo che, per ottenere risultati persino migliori, sarebbe bastato fare due passi a corso Mazzini o sul lungomare di Paola e prendere i primi che passavano. Per ridurre le spese non acquistando nulla, non assumendo nessuno, tagliando prestazioni e servizi fregandosene delle necessità dell’utenza e degli operatori, ci vuole mica un genio.

E’ però vero che, Calabresi e Cosentini in particolare, ci dobbiamo svegliare. Dobbiamo riappropriarci del ruolo di cittadini. Votare questo o quello non basta. Una volta che li eleggiamo, dobbiamo vigilare sul loro operato e dobbiamo farlo soprattutto nei confronti di quelli cui abbiamo dato il nostro voto. Se uno non l’ho votato mi aspetto che non sia capace di fare cose buone. Da chi ho votato devo pretendere il meglio. Accettare o addirittura elogiare il mal governo di chi ho votato, è becera partigianeria, è comportarsi da sudditi. Denunciarne il cattivo operato non è tradimento né ammissione di errore. Star loro col fiato sul collo è essere cittadini consapevoli dei propri diritti.
Calabresi… SVEGLIA! Alzate la testa. Dobbiamo pretendere i nostri diritti non nel momento del bisogno, ma oggi. Dobbiamo chiedere con forza una sanità che funzioni. In caso contrario, nell’emergenza, ci rimarrà solo di sperare nel miracolo. Attenti, però, perché di santi, in giro, non sempre ce ne sono. E non vi venga in mente di pensare che sanità privata e assicurazioni potranno risolvere il problema. Dove funziona così, la sanità è solo per i ricchi, veramente tanto ricchi.

A te, Francesca, dico: non mollare. E’ dura, ma non mollare. Ad essercene come te che, nel loro piccolo, sono una spina nel fianco del potere. Continua con i tuoi ticchettii. Gutta cavat lapidem, basta avere pazienza e costanza.
Un medico


14 aprile 2020

Sanità calabrese: Nominare i direttori generali delle Ao e delle ASP entro il 1° maggio prossimo. Il caso Panizzoli a Cosenza




La Calabria è sottoposta a Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario dal 2010 e ancora non ci sono segnali che lascino sperare in una sua imminente uscita. Non si è a conoscenza dell’attuale situazione debitoria della sanità regionale, pertanto il commissario Cotticelli rimane al suo posto, sebbene del suo lavoro, e di quello dei suoi predecessori, non si sappia nulla.
Altri commissari popolano le aziende ospedaliere e sanitarie calabresi, oggi particolarmente sotto i riflettori a causa della pandemia. Anche l’Azienda ospedaliera di Cosenza è commissariata da molti mesi e se da una parte il presidente dell’Ordine provinciale dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, si chiede quale sia la funzione nel 2020 dei commissari e quale il loro orizzonte di azione, i cittadini si chiedono, invece, dove sia Giuseppina Panizzoli, commissario dell’Annunziata, assente dal suo posto di lavoro almeno da una decina di giorni. I bene informati sostengono che abbia raggiunto la sua Bergamo per le vacanze pasquali, città nella quale si è recata quasi settimanalmente negli ultimi mesi, nonostante i vari decreti abbiano impedito spostamenti non urgenti e non motivati. Abbiamo già scritto altre volte delle sue partenze e dei suoi soggiorni nella zona rossa per eccellenza, ai quali, dopo il ritorno in Calabria, non sono seguiti periodi di quarantene, come prescritto dagli ormai famosi decreti. Il rischio di contagio è elevatissimo, ma nessuno dice niente.
Intanto, è opportuno ricordare quanto scritto da Corcioni in una lettera indirizzata al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, il 20 febbraio scorso: «A nostro modesto parere, da un lato, si dovrebbe fare una più attenta verifica, non solo contabile di ciò che è stato fatto prima della stagione del commissariamento, per correggere davvero e fino in fondo gli errori delle precedenti cattive gestioni. Poi ho ricordato al presidente della Regione che il famigerato Decreto Calabria prevede all’art. 3, comma 9 che “… i commissari restano in carica fino alla nomina dei direttori generali individuati in esito a procedure selettive che sono avviate dalla Regione decorsi 12 mesi dall’entrata in vigore del presente Decreto. Quindi, pur in periodo di commissariamento, esistono importanti spazi di iniziativa per la Regione e cioè che dal prossimo 1/5/2020 si potrebbero nominare i nuovi Direttori generali».
Entro questa data, si potrebbero sostituire i commissari nominando i direttori generali. Cosenza, dunque, potrebbe avere una nuova dirigenza in sostituzione dell’attuale management, che sarà ricordata, tra le altre cose, per «l’incompetenza manifestata – afferma il presidente Corcioni nella lettera - nell’assegnare gli obiettivi di budget annuale, infatti si propongono ai primari obiettivi impropri alle funzioni di un ospedale HUB, ad esempio: per una divisione che si sta caratterizzando per aver quasi azzerato la lista d’attesa del cancro ovarico, si impone di far le vaccinazioni per il papilloma virus oppure si afferma che l’oncologia pediatrica non è pertinente alla divisione specifica e si danno obiettivi banali! Importantissime le vaccinazioni, ma non può essere l’HUB il luogo per queste pratiche, bensì il territorio».

Cosenza, 14 aprile 2020
© Francesca Canino     






06 aprile 2020

115 pini tagliati a Montegiordano, ecco gli atti che hanno consentito lo scempio

Foto dal web

La scorsa settimana, a Montegiordano, sono stati tagliati 115 pini quasi secolari sul lungomare Liguori. Da uno studio condotto sulle determine emesse dal comune di Montegiordano aventi a oggetto il taglio dei suddetti pini, si può ricostruire ciò che è accaduto nelle settimane precedenti e le modalità con cui sono state prese alcune decisioni che hanno privato i residenti del piccolo centro dell’Alto Jonio di un patrimonio arboreo dal valore inestimabile.


Con una determina datata 24 gennaio 2020, l’amministrazione comunale di Montegiordano, dopo aver premesso la necessaria riqualificazione del lungomare, ha assunto “l’impegno di spesa per la messa a dimora di n° 140 piante sul lungomare Giorgio Liguori compreso primo trattamento e prima concimazione”, servizio per il quale è stato “quantizzato un preventivo ammontante ad € 16.476.
Si apprende che le piante verranno fornite da una ditta che ha presentato un preventivo in comune il 22/01/2020, da cui si evince una specifica così distinta: caparra confirmatoria 40% entro e non oltre il 08/01/2020, 30% inizio dei lavori, 30% conclusione lavori. Non sappiamo se sono state valutate offerte presentate da altre ditte. La determina in questione è stata pubblicata sull’Albo pretorio il 31 marzo 2020, con il numero 166 sul Registro di pubblicazione. Resterà ‘affissa’ fino al 15 aprile prossimo per “eventuali ricorsi ed opposizioni di sorta”. Purtroppo, i pini sono stati già tagliati.

Il 19/2/20 si liquida l’acconto del 40% alla ditta vivaistica con la determina n.17. La pubblicazione sull’Albo avviene lo stesso giorno e il numero sul registro di pubblicazione è 82. 

In data 2 marzo 2020, con la determina n. 23, pubblicata il 13 marzo sull’Albo pretorio con il numero 147, si procede all’impegno “spesa per sopralluogo, analisi e studio cartografico, analisi VTA, redazione progetto e direzione lavori per n°100 piante di conifera sul lungomare Giorgio Liguori”. Da 140 gli alberi da piantare diventano 100, l’amministrazione comunale abbatte i pini, cioè conifere, per sostituirli con ‘piante di conifera’, ma ciò che sorprende è che il 24 gennaio si effettua un impegno di spesa per mettere a dimora 140 piante e il 2 marzo, 38 giorni dopo, si decide di richiedere un “sopralluogo, analisi e studio cartografico, analisi VTA, redazione progetto e direzione lavori per n°100 piante di conifera sul lungomare Giorgio Liguori”, servizio che sarà svolto da una ditta della provincia di Reggio Calabria e che costerà € 2.440. Anche in questo caso non è dato sapere se sono pervenute al comune offerte da altre ditte per svolgere il sopralluogo.
A rigor di logica, prima di impegnare la spesa per la messa a dimora dei 140 alberi (determina del 24 gennaio) si sarebbe dovuto richiedere il sopralluogo (chiesto invece il 2 marzo). Dal lavoro svolto dalla ditta emergerà che 115 pini su 118 sono pericolosi e necessitano di taglio e successivo trasporto in discarica.

Ed ecco che spunta un’altra determina, la n. 41 del 13 marzo 2020, con la quale si impegna la spesa “per lavori di estirpazione ceppi - alberi presso il lungomare” con smaltimento in discarica di 115 pini, da affidare a una ditta di Corigliano/Rossano, “che con nota del 13 marzo 2020 ha comunicato la fattibilità dell’esecuzione a costo zero per il Comune”, mentre per estirpare i ceppi rimanenti e l’apparato radicale, a seguito di trattativa effettuata, si è dichiarata disponibile una ditta di Terranova da Sibari “ad eseguire i lavori per € 5.000, oltre I.V.A., come da preventivo presentato il 09/03/2020”. La determina è stata pubblicata il 13 marzo con il numero 145 sul registro pubblicazioni e solo due giorni prima, quindi l’11 marzo, è stata emanata un’Ordinanza sindacale per tagliare 115 pini.
Abbiamo voluto richiamare i numeri della pubblicazione sul registro per far notare che la determina del 24 gennaio riporta il numero 166, mentre l’ultima determina, datata 13 marzo, riporta come numero di pubblicazione il 145. Non è stato rispettato l’ordine progressivo, come mai?

Il balletto di numeri, determine, lavori, alcuni a costo zero, come quelli per lo smaltimento dei 115 pini, servirà a capire tutte le fasi dell’operazione. Rimane però un interrogativo: dove saranno stati smaltiti i pini dalla ditta che si è offerta di compiere questo lavoro a costo zero?
 Cosenza, 6 aprile 2020

© Francesca Canino





04 aprile 2020

Taglio pini a Montegiordano, boicottiamo la località


Riceviamo e pubblichiamo
Il Comitato Alberi Verdi esprime sdegno e disapprovazione per il taglio di 115 pini eseguito nei giorni scorsi sul lungomare e nella pineta della villa comunale di Montegiordano, piccolo centro dell’Alto Jonio cosentino. Una strage di alberi inaudita, che induce a fare delle considerazioni in un momento difficile per tutti. In piena quarantena a causa della pandemia determinata dal Coronavirus, si è proceduto a compiere un atto gravissimo e incomprensibile: l’abbattimento degli alberi di certo non è compreso tra le attività necessarie e indifferibili previste dai decreti governativi. Inoltre, il verde urbano svolge un’opera di purificazione dell’aria, intercettando, tra l’altro, il particolato fine e ultra fine che diverse fonti scientifiche ritengono possa fungere da carrier (trasportatore) per il COVID 19.
Il sindaco di Montegiordano si è affrettato a rispondere dopo gli articoli di stampa che hanno divulgato la triste notizia, adducendo scuse quali la pericolosità dei pini, i quali, se avessero realmente costituito un pericolo per la cittadinanza, sarebbero potuti essere espiantati e trapiantati in aree fuori dal centro abitato. Invece si è preferito abbatterli senza soffermarsi a valutare le conseguenze. Una barbarie che ancora una volta ci spinge a dover boicottare chi compie dette azioni scellerate: non verremo a Montegiordano, sebbene sia una bellissima località dal mare pulito, e inviteremo più persone possibili a seguire il nostro esempio. D’altronde, troveremmo un lungomare più spoglio e brutto, senza la frescura degli alberi abbattuti da un’amministrazione insensibile al verde.
Comitato Alberi Verdi