di DOMENICO e FRANCESCA CANINO
IN UN VECCHIO monastero alle porte di Lione, in Francia, il pubblico
entusiasta ha applaudito all’ensemble 'Cappella Mediterranea' e al suo giovane
direttore argentino, Leonardo Garcia Alarçon. La musica eseguita è un
capolavoro assoluto, una composizione orchestrale vivacissima, incalzante, con
ritmo e melodia che si fondono mirabilmente per dare vita a una grande emozione
d’ascolto. Si tratta de “Il Diluvio Universale”, oratorio sacro del 1682 e il
suo autore è il 'musico' Michelangelo Falvetti di Melicuccà, paesino
vicino Reggio Calabria, vissuto tra il 1642 ed il 1695.
Falvetti era un sacerdote dedito alla musica sacra. Molto scarse sono le
notizie biografiche: prese parte per un certo periodo alle attività
dell’Accademia di S. Antonio, sita presso l’omonimo Santuario di Melicuccà. Nel
1670 fu chiamato a Palermo come Maestro di cappella e qui, nel 1679, creò la
“Unione dei Musici” che presto ottenne l'approvazione vicereale. Verso il 1682
si trasferì a Messina, dove esisteva un'altra “Unione dei Musici” e ricoprì la
carica di Maestro di cappella del Senato di Messina. In questa città, per la
cerimonia d’insediamento, compose l’oratorio 'Il Diluvio Universale', definito
'Dialogo a cinque voci e cinque strumenti'.
In seguito compose altre opere di argomento sacro come 'Abel figura
dell'agnello eucaristico', eseguito in occasione del Carnevale 1676; 'La spada
di Gedeone'; 'La Giuditta', eseguito nel 1680 nella Chiesa del Monastero del
Cancelliere di Palermo, opera in cui compaiono allusioni sessuali molto spinte
per quel tempo; 'Il trionfo dell'anima', musicato a Messina, ma eseguito per la
prima volta nella Chiesa della Congregazione dei Filippini a Palermo; 'Il sole
fermato da Giosuè' (1692).
Dopo dieci anni dall’esordio messinese, si persero le tracce del musico
calabrese, sembra, però, che nel 1692 Falvetti si trovasse a Messina, dove
eseguì, presso la chiesa della SS. Annunziata dei Chierici Regolari, 'Il Sole
fermato da Giosuè', opera di evidente carattere biblico. Probabilmente nel 1695
era ancora attivo poiché fu menzionato negli scritti del vescovo e storico
Tommaso Aceti.
In breve tempo fu
condannato all’oblio fino alla riscoperta avvenuta dopo tre secoli grazie al
prestigioso ensemble francese, che ha recuperato la partitura originale a
Messina e ha eseguito 'Il Diluvio Universale'. Il risultato è stato esaltante,
tanto che sarà registrato un disco con l'etichetta discografica francese Ambronay, in distribuzione in tutto
il mondo con recensioni molto positive. L'opera, su testo di Vincenzo Giattini,
librettista palermitano, è divisa in quattro parti: 'In Cielo', 'In Terra', 'Il
diluvio' e 'In l’Arca di Noè'. I momenti più emozionanti sono i cori e i duetti
con melodie ben costruite e l'ironica tarantella con la quale il personaggio
della Morte coglie i suoi frutti dopo il diluvio. Un vero capolavoro riscoperto
dall'ensemble musicale francese che ha riportato alla luce un genio dimenticato
della musica calabrese del barocco.
Cosenza, settembre 2012
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