La drammatica situazione dell’ospedale di Cosenza non
accenna a migliorare: il personale sanitario è sempre più scarso a causa delle
ferie, il numero dei posti letto è ai minimi storici e il Pronto soccorso non è
in grado di soddisfare l’utenza. Per questi e altri motivi, la scorsa settimana
è stato proclamato lo stato di agitazione del personale da parte delle
Organizzazioni Sindacali della Dirigenza medica e sanitaria dell’Azienda
Ospedaliera di Cosenza.
Le OOSS hanno chiesto un incontro con il Prefetto e posto
all’attenzione dell’attuale Direzione strategica diversi problemi, tra cui la grave carenza di medici in Pronto Soccorso,
la mancata assunzione del personale,
la mancata attivazione di avvisi e concorsi
pubblici, la mancanza di figure
apicali in diversi reparti, la mancata attivazione dei posti letto previsti
dal piano regionale che determina il cronico intasamento del Pronto Soccorso, le liste di attesa per prestazioni
ambulatoriali, ma soprattutto per interventi chirurgici che per carenza di
personale infermieristico e di posti letto, vedono molti pazienti costretti ai
“viaggi della speranza”, la mancata
attivazione dei nuovi istituti contrattuali che porterebbero nuovi stimoli
e impulso per il rilancio dell’Azienda.
La risposta dei vertici aziendali alle OOSS, giunta
nella giornata di ieri, è la solita comunicazione dovuta, che conferma
palesemente quanto finora non è stato fatto. Non è accettabile che ad oggi non
siano stati ancora presi provvedimenti per il periodo estivo, infatti, ancora
una volta, la direzione strategica promette assunzioni, attivazione di posti
letto, programmazione, piani e quant’altro che non si sa quando e se saranno attuati.
E siamo a luglio.
Intanto, il Pronto soccorso è sempre intasato e non
riesce a curare i pazienti nei tempi dovuti, molti ammalati attendono giorni
prima di avere una diagnosi. Spesso firmano, vanno via e si rivolgono ai
privati. I ricoveri sono ormai un terno al lotto, i posti letto sono risicati,
pare ne manchino quasi la metà di quelli previsti. Ciò accade perché il
personale è insufficiente da anni e nessuno è riuscito o ha voluto risolvere questa
piaga dell’Annunziata. La pandemia ha peggiorato una situazione già al limite: vietare
ai familiari del paziente l’accesso all’interno dell’ospedale ha di fatto
acuito il problema della carenza di personale.
La risposta dei vertici dell’Ao non fa sperare in
tempestivi interventi che potrebbero migliorare le prestazioni dell’ospedale,
si tratta delle solite promesse di rito che tutti sappiamo - in primis i
firmatari della risposta - non saranno mantenute. Ma dove devono andare a
curarsi i cosentini?
Cosenza, 7
luglio 2021
©
Francesca Canino
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