Lascereste un vostro congiunto da solo al Pronto soccorso per ore e ore senza che questi possa assumere i suoi farmaci, mangiare, bere, essere tranquillizzato e soprattutto curato? Nel gran caos che vige in questa parte calda dell’ospedale, può capitare che un malato venga lasciato su una barella o una sedia anche per una intera giornata senza la possibilità di chiedere aiuto. Immaginate la preoccupazione dei familiari che aspettano fuori dal Pronto soccorso, poiché a causa del Covid non possono entrare? Disumano.
I pazienti non
possono rimanere completamente da soli, considerata la penuria di personale che
affligge l’ospedale e, di conseguenza, i tempi dilatati del Pronto soccorso. I
familiari devono essere messi in condizione di entrare e rimanere – uno per
paziente – nei locali del Pronto soccorso e delle altre Unità operative per assistere i loro congiunti e avere
notizie immediate sul loro stato di salute. Altrimenti si assuma un numero sufficiente di infermieri e OSS in tempi brevissimi.
Dopo
diverse lamentele, la direzione sanitaria ha deciso di rilasciare, dopo una
valutazione dei casi, una eventuale autorizzazione a un solo familiare per una
sola ora. Ciò è inammissibile perché molti pazienti sono sottoposti a
trattamenti terapeutici che richiedono la costante presenza di una persona e
l’Annunziata non dispone di un numero congruo di infermieri e di OSS. Nessuno
deve rimanere da solo. Si riorganizzi dunque il Pronto soccorso e si rivedano
certe disposizioni che non hanno ragione di rimanere in essere.
Cosenza, 28 settembre 2020
© Francesca Canino
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