Emergenza Covid-19, qualcuno la
definisce come una guerra. Come tutte le guerre che si
rispettano hanno il loro adeguato accompagnamento di squali e sciacalli. Uso
questi termini chiedendo scusa a squali e sciacalli. Magari gli squallidi
esseri cui mi riferisco fossero come loro, il cui comportamento è dettato solo
dall’istinto di sopravvivenza. Quello dei putridi soggetti che intendo io, è
dettato solo dall’insaziabile appetito di potere senza scrupoli nel sopraffare
i propri simili.
In
questi giorni di grande apprensione ed ansia per tutte le persone normali, c’è
la truppa dei soliti noti. Quei parassiti della società che non perdono
occasione per darsi qualche attimo di visibilità da monetizzare alla prossima
occasione. E quale argomento migliore se
non la sanità, soprattutto oggi. Ecco
che tutti i tromboni e trombati tirano fuori i loro argomenti cavallo di
battaglia. Primo fra tutti la riapertura degli ospedali chiusi. Il solito
mantra urlato e gridato da arruffapopoli che alle spalle hanno il nulla.
Riaprire ospedali tout court,
pensando che possono essere utili
nell’emergenza, è una favoletta per la prima infanzia. Per gestire bene la
sanità, soprattutto in situazioni
d’emergenza, ci vuole competenza e
progettualità, cose assolutamente sconosciute ai nostri pseudopolitici ed a tutta la pletora di
incompetenti che hanno posizionato ai vertici della nostra sanità. Un ospedale
vuol dire reparti di medicina, chirurgia, ostetricia, pediatria, pronto
soccorso ecc. A questi vanno aggiunti un minimo di servizi: radiologia, laboratorio,
farmacia, direzione sanitaria. Bello, ma come farli e, soprattutto, a cosa
servirebbero in un’emergenza come questa nostra? A nulla. E’ il classico caso
in cui l’ospedale sotto casa serve ancor meno del solito.
Quello
per cui potrebbero essere utili sarebbe il
loro utilizzo come posti letto di quarantena o per osservazione delle persone
con sintomatologia media. In
caso di aggravamento, li si sposta nel centro con una terapia intensiva, in
caso contrario vanno a casa. In questo modo, potrebbero essere utilmente impiegati i giovani medici e infermieri
appena laureati o specializzandi che, affiancati da pochi colleghi esperti,
potrebbero svolgere utilmente il loro compito. Invece, quotidianamente
assistiamo a passerelle inutili quanto dannose. Tipo un’intervista del
Governatore che, con malcelata soddisfazione condita da un sorrisetto beffardo,
sdogana come normale il fatto che, avendo un calabrese come commissario
straordinario all’emergenza, sia riuscita ad ottenere dei benefici. Ci spettano
o no queste provvidenze? E’ giusto che le otteniamo perché spettano ad un
popolo a cui servono o il tutto è detto per consacrare la solita mentalità de
“ciò l’amico” a prassi necessaria e normale.
Non
parliamo delle interviste di certo Direttore di Terapia Intensiva. Millanta
piena operatività e capacità ad affrontare l’emergenza e manda i suoi colleghi
a combattere a mani nude senza protezioni. Il tutto guardandosi bene dallo
sporcarsi lui le mani. Inutile poi parlare di comunicati dove ci si riempie la
bocca di grande sinergia tra reparti che non hanno nulla da spartire, neanche
il paziente di cui parlano a sproposito, se non i beceri e meschini traffici
dei loro Direttori.
Tutto
questo mentre la gente ha paura e cerca
di aggrapparsi a qualsiasi cosa per sentirsi un po’ più tranquilla. Queste
sì che sono fake news e delle più pericolose perché provengono da fonti che
dovrebbero essere serie, ma non lo sono affatto.
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