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28 dicembre 2019

Cosenza, piazza Fera: collaudi farlocchi e carte mancanti



Mancano i collaudi. L’ho scritto tante volte dal 2016, nessuno, però, ha mai minimamente manifestato l’intenzione di saperne di più su piazza Fera. Da quando è stata inaugurata, ovvero il 16 dicembre 2016, dubbi e domande si sono sprecati.
Il 31 dicembre del 2016, la piazza avrebbe ospitato il primo concertone, ma non era stata ancora collaudata. Queste le notizie che da Palazzo degli Uffici sono state date ad alcuni cittadini preoccupati un paio di giorni prima dell’evento. La certificazione di un collaudo farlocco è circolato nelle ore seguenti, ma i bene informati hanno sempre nutrito dubbi sulla sua veridicità. Chi è del mestiere asserisce che il collaudo è spesso un atto formale, ma se è previsto, perché non effettuarlo?
Intanto, la piazza ha ospitato, dal 2016 a oggi, diversi concerti, bancarelle, suppellettili vari e gente di tutte le età che vi passeggia. Ma c’è di più.
Il 26 marzo 2014, la Soprintendenza di piazza Valdesi ha inviato al comune di Cosenza una comunicazione. Si legge nell’oggetto: “Progetto per la riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo - culturale di piazza Bilotti e realizzazione di un parcheggio interrato…” e nel corpo della lettera: “Si coglie, ad ogni buon fine, l’occasione per far presente che i lavori riguardanti piazza Bilotti non sono rappresentati nella documentazione pervenuta. Si resta in attesa di quanto richiesto e disponibili ad assicurare la massima collaborazione e/o assistenza tecnico-scientifica”.


La Soprintendenza non ha mai ricevuto quanto richiesto, perché? E perché non ha insistito?
I lavori sono andati avanti e nel 2016, a cantiere smantellato, si è assistito all’inaugurazione e ai vari concerti senza collaudo. A distanza di tre anni, ci si ricorda di queste irregolarità e si ordina di smantellare il palco per il concerto di Capodanno. Come mai solo ora? Perché a nessuno è mai interessata finora l’incolumità di migliaia di persone?
Cosenza, 28 dicembre 2019
© Francesca Canino

21 dicembre 2019

Biblioteca Civica di Cosenza: verità cercasi



Un paio di settimane fa, si è svolto un incontro tra le associazioni del territorio e il sottosegretario ai Beni culturali, Anna Laura Orrico, per discutere sulle sorti della nostra Biblioteca Civica, in crisi da anni. Già con l'intervento introduttivo del sottosegretario si è avuta la forte sensazione che il futuro della Biblioteca fosse stato segnato indipendentemente dalle istanze dei cittadini. Con molte probabilità, la Biblioteca sarà statalizzata, passerà dunque sotto l'egida del ministero. Gioiranno provincia e comune che hanno determinato questa situazione, cioè hanno preferito assistere al declino della prestigiosa istituzione culturale pur di non stanziare 100mila euro annui a testa. La provincia si trincera dietro la legge Del Rio, il comune è completamente assente, non eroga alcun finanziamento, benché lo statuto lo preveda. Come sappiamo, un fiume di denaro è finito, nel corso di questi anni, per essere speso tra gli amici, le ditte, i festini, le farine, il folklore di quart'ordine, mentre la Biblioteca si avviava verso la fine. Oggi è a questo punto e, mentre si scongiurano gli interventi dei privati, il sottosegretario ha chiaramente detto che non è di sua competenza individuare i responsabili dello sfascio. Assenti il presidente della provincia e il sindaco della città, sempre disinteressati al destino della Biblioteca, presente Leopoldo Conforti, presidente dell'Accademia cosentina.  
Un paio di giorni dopo, da un comunicato ufficiale del comune bruzio (https://www.comune.cosenza.it/archivio10_notizie-e-comunicati_14_18909_12_4.html), si è appreso che il sottosegretario aveva incontrato precedentemente a Roma l’assessore Succurro, il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, e, in rappresentanza di Leopoldo Conforti, presidente dell'Accademia Cosentina, Mario Bozzo. L’assessore Succurro ha sottolineato che Il Comune di Cosenza ha ben presenti le problematiche che angustiano la Biblioteca civica e farà tutti gli sforzi che rientrano nelle sue possibilità per avviarle a soluzione. Anche per il 2019 il Comune ha confermato la posta di bilancio di 104 mila euro e nell'ultimo quadriennio la Biblioteca civica ha beneficiato di un fondo comunale di oltre 400 mila euro”. Quest’ultima affermazione costituisce una vera sorpresa, poiché del fondo comunale in questione non si trova traccia nei bilanci comunali. Oltre a ciò, se davvero la somma fosse pervenuta alla Biblioteca, i dipendenti non lamenterebbero i tanti mesi di stipendio arretrati.
Si legge ancora nel comunicato: “Rispetto, invece, alla eventualità, paventata dal Sottosegretario, che la Biblioteca civica possa essere accorpata alla Nazionale e quindi diventi di pertinenza del Ministero, con l'automatico assorbimento dei dipendenti, l'Assessore Succurro ha espresso, invece, la posizione dell'Amministrazione comunale che è quella di conservare l'autonomia di gestione, affinché la Civica mantenga la sua peculiarità, fermi restando gli accordi di valorizzazione, attraverso i quali personale qualificato della Nazionale (archivisti e bibliotecari) venga destinato alla Civica perché possa meglio funzionare”. Una posizione in contrasto con i desiderata della Biblioteca nazionale e fors’anche del presidente della Provincia.
Continua Succurro: “L'Amministrazione comunale non potrà mai far venir meno il suo sostegno che sarà modulato sulla base delle future contingenze”, su questo punto non si può fare altro che auspicarlo, il futuro non si conosce, ma il passato sì ed è ben risaputo che il comune di Cosenza non ha mantenuto i suoi impegni economici a favore della Civica.
L’impressione di molti è che la Biblioteca Civica di Cosenza, in crisi da anni, sia diventata una questione politica. La cultura non interessa a nessuno, non produce denaro né consensi elettorali, meglio svilirla, mercificarla e barattarla per infimi scopi politici.

Cosenza, 21 dicembre 2019
© Francesca Canino

Ex hotel Jolly, sospesa la richiesta di autorizzazione sismica



Un cumulo di macerie e di immondizia. Su Lungo Crati si può assistere allo spettacolo dei manufatti cosentini demoliti senza alcun motivo e soprattutto senza le dovute autorizzazioni. Il riferimento questa volta è all’ex hotel Jolly, abbattuto tra i dubbi e la disapprovazione di molti cittadini. Ora si è appreso che è stata sospesa la richiesta di autorizzazione sismica “per revisione dei dati progettuali”.
Nelle scorse settimane, il comune di Cosenza ha inoltrato istanza per ottenere l’autorizzazione sismica e procedere alla “ristrutturazione delle strutture dell’ex Jolly con adeguamento sismico dell’esistente mediante inserimento di struttura interna in acciaio con controventi e fondazione in platea”. Il progettista, in data 13 dicembre u.s., ha chiesto la sospensione dell’istanza per rivedere i dati e, in seguito a ciò, la regione Calabria, Dipartimento lavori pubblici, ha sospeso “l’istruttoria della richiesta di autorizzazione sismica”.

Gli interventi sul Jolly non sarebbero dovuti, forse, mai iniziare. Solo un anno fa - oltre a ricordare che le fasi della demolizione e quelle della ricostruzione dell’ex Jolly Hotel non possono essere scisse in quanto costituiscono un tutt’uno propedeutico a qualsiasi scelta progettuale e sono da valutare unitamente alle opere che interessano l’ambito fluviale - ci si chiedeva se:
1.      è stata approvata la progettazione definitiva che è legata a doppio filo a quella preliminare;
2.       sono pervenute le fondamentali autorizzazioni (VIA);
3.      è pervenuta la pronuncia della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale sull’edificio (ex art. 12 del D. Lgs. 4272004);
4.      esistono tutte le autorizzazioni previste dalla legge;  
5.      è stato attivato il tavolo tecnico tra Amministrazioni (MiBAC, Provincia, Comune) richiesto dal Soprintendente ABAP con nota prot. 8801 del 12.07.2018 “al fine di pervenire a soluzioni condivise per la definizione dell’intervento”;
6.      è stato acquisito - come previsto dal bando di gara, poiché detta progettazione definitiva/esecutiva, ricade in ambito territoriale sottoposto a tutela paesaggistica (ai sensi art. 142, c. 1, l. c) - il nulla osta paesaggistico definitivo che mostri la compatibilità delle opere proposte rispetto ai valori paesaggistici del contesto di riferimento;
7.      saranno tutelati gli alberi posti dinanzi al Jolly. 
Domande rimaste come sempre senza risposte. Da qualche giorno, però, si sa che è stata sospesa l’istruttoria della richiesta di autorizzazione sismica. Lo stato di abbandono si protrarrà, dunque, per chissà quanto altro tempo.

Cosenza, 21 dicembre 2019
© Francesca Canino


Circa un anno fa: 

Demolizione ex hotel Jolly, dove sono le autorizzazioni?

Il prossimo 12 novembre inizierà la demolizione dell’ex hotel Jolly. Occorre ricordare che le fasi della demolizione e quelle della ricostruzione dell’ex Jolly Hotel non possono essere scisse, in quanto costituiscono un tutt’uno propedeutico a qualsiasi scelta progettuale e sono da valutare unitamente alle opere che interessano l’ambito fluviale.
Bisogna chiedere, pertanto, se ad oggi:
  • è stata approvata la progettazione definitiva che è legata a doppio filo a quella preliminare;
  • sono pervenute le fondamentali autorizzazioni (VIA);
  • è pervenuta la pronuncia della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale sull’edificio (ex art. 12 del D. Lgs. 4272004);
  • se esistono tutte le autorizzazioni previste dalla legge;  
  • se è stato attivato il tavolo tecnico tra Amministrazioni (MiBAC, Provincia, Comune) richiesto dal Soprintendente ABAP con nota prot. 8801 del 12.07.2018 “al fine di pervenire a soluzioni condivise per la definizione dell’intervento”;
  • se, come previsto dal bando di gara, poiché detta progettazione definitiva/esecutiva, ricade in ambito territoriale sottoposto a tutela paesaggistica (ai sensi art. 142, c. 1, l. c) è stato acquisito il nulla osta paesaggistico definitivo che mostri la compatibilità delle opere proposte rispetto ai valori paesaggistici del contesto di riferimento.  
È necessario che si esibiscano pubblicamente tutte le autorizzazioni, se sono state acquisite, e che non si proceda con la solita fretta che spesso è “cattiva consigliera”.
È necessario, inoltre, soffermarsi sui divieti di transito e di sosta che saranno istituiti dal 12 al 30 novembre, se tutto andrà bene. Ma con la città nel caos dopo la chiusura di tante strade e soprattutto di viale Parco, con l’eliminazione di tanti parcheggi per la realizzazione della inutili piazze, la chiusura di Lungo Crati cosa causerà alla nostra già impercorribile città? Non si potevano aspettare tempi migliori e soprattutto non prenatalizi - in cui è notorio che il traffico cittadino aumenta - per chiudere altre importanti strade? E infine, come saranno tutelati gli alberi posti dinanzi al Jolly?  

Cosenza, 10 novembre 2018
© Francesca Canino
  


18 dicembre 2019

Mongrassano (Cs), frana la collina del parco eolico in costruzione



Inondata dal fango. Si è presentata così nei giorni scorsi la zona sottostante al costruendo parco eolico di Mongrassano, San Marco Argentano e Cervicati, in provincia di Cosenza. Le abbondanti piogge, che nella settimana passata hanno flagellato il territorio calabrese, sono state la causa dei diversi smottamenti verificatisi nell’area interessata dai lavori, dove una grossa quantità di fango è scivolato a valle dopo aver percorso le colline che ospiteranno le pale eoliche. Il fango ha invaso pezzi di strada del comune di Mongrassano, impedendo la circolazione per ore. Si è scongiurato il peggio, visto che l’area è ad alto rischio idrogeologico e sismico, come segnalato nel 2018 alla Direzione Generale Architettura Belle Arti e Paesaggio del Mibac.

La realizzazione dell’impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica è stato autorizzato dalla Regione Calabria il 20 giugno 2014 alla Società Siemens Gamesa Energy Italy. È costituito da 6 pale alte 150 metri con relative opere connesse ed è situato in località “Aria dei venti”, sul crinale di una montagna che, oltre ad essere zona a rischio sismico e archeologico, è stata percorsa dal fuoco nel 2017 e nel 2008, prima, dunque, del rilascio dell’autorizzazione unica (20/6/14). Quest’ultima non si è attenuta a quanto previsto dalla legge quadro in materia di incendi boschivi (L. 353/00), secondo la quale le zone boscate e i pascoli percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno 15 anni.
L’impianto, inoltre, avrà impatti negativi sul Percorso religioso di San Francesco di Paola. Elementi, questi, che non sono stati valutati. Allo stesso modo, non si è tenuto conto che i lavori sono iniziati oltre il termine di scadenza fissato dall’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione e che il termine di ultimazione dei lavori è stato oggetto di ben due proroghe, in contrasto con quanto disposto dalla L.R. 42/08.

Ora, però, il problema è rappresentato soprattutto dalle frane, che in questo periodo possono verificarsi e causare danni enormi. Non si deve dimenticare che tra i comuni viciniori vi è quello di Cerzeto, dove, 14 anni fa, una frana distrusse la frazione di Cavallerizzo.
Val la pena ricordare sempre che la Calabria non ha bisogno di energia eolica, avendo già raggiunto da anni la piena autosufficienza. 
Cosenza, 18 dicembre 2019
© Francesca Canino