pagina tre

14 agosto 2019

Malasanità in Calabria, è ora di ribellarci




Agosto 2019: tra le varie notizie che affollano il web e i giornali cartacei emergono quelle riguardanti la sanità calabrese. Una vergogna leggere che a Castrovillari “Medico trasferito, stop agli interventi”, “Ortopedia a ore all’ospedale di Locri”, “Cetraro e Soverato, sospensione punto nascita”, “Cosenza, emergenza sangue”, “Cosenza, la lunga attesa degli OSS”, “Cosenza senza infermieri, si corra ai ripari”, “Ospedale chiuso a Cariati”, “Dimissioni reggente Asp: sanità cosentina allo sbando, ospedali a rischio chiusura” e tantissimi altri articoli che descrivono le condizioni della sanità regionale, da decenni in uno stato pietoso (http://francescacanino.blogspot.com/search?q=dossier+sanit%C3%A0).
Nonostante si siano avvicendati governi di diversi colori, assessori e commissari vari nominati per riequilibrare i conti e migliorare, conseguentemente, la sanità calabrese, in realtà non si è fatto altro che perpetuare una situazione di drammatica crisi, che nessuno ha potuto, o meglio voluto, risolvere. E alla domanda di salute dei cittadini, la risposta è stata per anni una sola: “Siamo in Piano di rientro”. Una giustificazione che non regge più. 
Nessuno ha mai reso pubblici i conti della sanità calabrese, nessuno ha mostrato le carte, nessuno si è impegnato seriamente per migliorare i nostri ospedali. Però i commissari sono stati retribuiti, e pure molto bene, mentre in Calabria si continua a morire e a subire le pesanti conseguenze della malasanità. Anche il cosiddetto Decreto Calabria tarda a far sentire i suoi effetti e per questo ci chiediamo per quanto tempo ancora i calabresi dovranno accontentarsi di una sanità raffazzonata, dovranno pellegrinare da una città all’altra per trovare un ospedale aperto e funzionante, dovranno emigrare in altre regioni per curarsi. Perché il commissario ad acta Saverio Cotticelli è immobile dinanzi a questa tragica situazione? Eppure la stampa nostrana non lesina notizie sulla malasanità e nessuno può dire di non essere stato informato su quanto avviene nelle strutture sanitarie calabresi, sui servizi da terzo mondo, sui Pronto soccorso presi d’assalto e inefficienti per mancanza di personale.
Ci chiediamo, inoltre, perché si è dimesso, pochi giorni fa, il direttore facente funzione dell’Asp di Cosenza? Perché nessuno ha mai ordinato un’ispezione in questa stessa azienda, diretta per lunghissimo tempo da un personaggio come Raffele Mauro? Perché nessuno indaga su tutti quelli che hanno fagocitato la sanità, assurgendo grazie ad essa al ruolo di dominus della politica calabrese, creando, sempre grazie ad essa, una rete di clientes che li mantiene al potere da oltre trent’anni? Perché i parlamentari calabresi sono immobili dinanzi a questo sciagurato sistema? E la commissione antimafia ha in mente di avviare delle indagini o non ritiene opportuno farlo? È possibile che a nessuno interessa la salute dei cittadini?
Sì, è possibile e sapete perché? Innanzitutto perché chi ci governa, a tutti livelli, ci considera solo elettori-servi-clienti-contribuenti senza diritti né umanità; in secondo luogo perché tutta questa massa di gente che ricopre posizioni di potere se ha problemi di salute si fa curare nei migliori ospedali italiani o stranieri, ha denaro a volontà per accedere a costosissime terapie e ha amici (sempre clienti) che assicurano loro la precedenza al Pronto soccorso anche se vi arrivano in codice bianco. 
Per noialtri, invece, solo un calvario infinito. È ora di ribellarci.
Cosenza, 14 agosto 2019
Francesca Canino



4 commenti:

  1. È una situazione drammatica! Si spera che con i nuovi direttori sanitari, qualcosa cominci a cambiare, rapidamente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il.problema è tutto il contesto, un direttore da solo può fare poco

      Elimina
  2. Fai bene, come sempre, ad invitare i nostri concittadini ad alzare la testa. Ammirevole la tua ricerca ed incitamento alla reazione. Purtroppo noi calabresi non siamo cittadini, siamo rimasti sudditi. Non si spiegherebbe, altrimenti, la rielezione sempre degli stessi "vassalli".

    RispondiElimina