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08 agosto 2018

Modello Riace, è tutto oro quel che luccica?


La battaglia intrapresa dal sindaco di Riace, Domenico Lucano, e sostenuta da enti, associazioni, stampa, personalità del mondo calabrese e non solo per far vivere ancora il ‘modello Riace’, occupa da oltre un mese le cronache regionali e, spesso, anche nazionali. Lucano ha da poco iniziato lo sciopero della fame per raggiungere il suo obiettivo, mentre una pletora di personaggi si è schierata dalla sua parte, affinché non muoia l’esperienza di accoglienza e integrazione che il piccolo centro ha avviato vent’anni or sono nei confronti dei migranti. Il sindaco lamenta, oggi, la mancata erogazione dei fondi che gli consentirebbe di proseguire la sua opera e attribuisce le responsabilità ad una generica ‘burocrazia’. Su ciò si sono costruiti articoli, programmi televisivi, campagne sui social, staffette, senza mai chiedere cosa deve intendersi per ‘burocrazia’. In molti avranno pensato ad un’azione disumana messa in atto dall’attuale governo per bloccare il modello Riace, ma nessuno, tuttavia, è a conoscenza delle reali motivazioni che tanto preoccupano Lucano.   
Il Ministero dell’Interno ha inviato, il 30 luglio scorso, una comunicazione al sindaco di Riace in riferimento al progetto SPRAR per l’accoglienza di 165 beneficiari, «in prosecuzione per il triennio 2017-2019 – riporta il documento ministeriale - per un importo annuale di € 2.021.404,00. Al riguardo si riassumono le vicende relative alla gestione del progetto, sin dal monitoraggio condotto dal Servizio centrale il 20 e il 21 luglio 2016» i cui esiti sono stati trasmessi al sindaco. In quella data sono state accertate «plurime anomalie gestionali ed amministrative nonché criticità in merito ai diversi servizi di accoglienza che caratterizzano i progetti SPRAR».
A rischio il progetto di accoglienza SPRAR - Tra le criticità sono citate le strutture destinate all’accoglienza, non in linea con i criteri di confort stabiliti dalle Linee guida stabilite; la mancata rispondenza con quanto indicato nella proposta progettuale in merito alle modalità di erogazione del pocket money; l’erogazione del vitto tramite buoni cartacei prodotti ad hoc dal progetto e spendibili esclusivamente in alcuni esercizi commerciali; l’assenza di figure professionali necessarie a garantire una adeguata presa in carico del migrante; la mancata attivazione della supervisione psicologica, obbligatoria; la mancata rispondenza dei servizi erogati con quelli indicati nella domanda; le criticità sul livello di comprensione della lingua italiana da parte dei soggetti accolti, nonostante i lunghi tempi di permanenza nel progetto territoriale; l’anomalia nelle attività di orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo ed abitativo e altre ancora.
Non sono state sanate le criticità pregresse – Si è di fronte ad una situazione di disordine amministrativo in cui sono state accertate altre criticità in riferimento agli enti gestori, individuati in assenza di gare ad evidenze pubblica, in riferimento alle strutture di accoglienza dei migranti, per le quali non risulterebbero accertate le condizioni di agibilità e abitabilità per legge obbligatorie, con canoni di locazione superiori alla media dei prezzi del mercato locale. In riferimento agli operatori, non in possesso di adeguata professionalità.
In quindici pagine, il Ministero rileva criticità e anomalie in seguito a diverse verifiche fatte, le quali hanno evidenziato che «tale reiterazione costituisce un attendibile indice della cronica incapacità di codesto Ente a realizzare un efficace impianto organizzativo idoneo a conseguire obiettivi di economicità, efficacia ed efficienza».
Possibilità di revoca del contributo - E dopo l’avviso di garanzia ricevuto nei mesi scorsi, dopo il dissesto economico-finanziario della municipalità che amministra per la terza volta consecutiva, Lucano ha ora ricevuto la comunicazione del Ministero in merito all’avvio del procedimento finalizzato all’applicazione di 44 punti di penalità, con le conseguenze di cui all’art. 27, comma 4 del D.M. 10 agosto 2016, che prevede la possibilità di revoca totale del contributo se il sindaco non presenterà entro 10 giorni «dal ricevimento della presente osservazioni corredate da documenti utili e pertinenti all’oggetto del procedimento».
In sintesi, il progetto di accoglienza messo in campo dal comune di Riace, secondo il Ministero dell’Interno, è stato disatteso su quasi tutta la linea, al punto che è stato avviato un procedimento - contemporaneamente alle staffette, allo sciopero della fame e ad altre iniziative a sostegno di un modello che forse deve essere rivisto - che potrebbe revocare il contributo annuo di oltre 2 milioni di euro destinati all’accoglienza di 165 beneficiari.
Cosenza, 8 agosto 2018


© Francesca Canino


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