Il Jolly: una carta da giocare per le necessità
Un paio di anni fa, la Regione ha stanziato sette milioni di euro per abbattere l'ex hotel Jolly. Sette milioni per distruggere un palazzone non pericoloso. Una cospicua
somma racimolata in un periodo di vacche magre allo scopo di rendere più bella la città, perché il Jolly è
un pugno in un occhio e nasconde
una ‘’storica e meravigliosa visuale’’. Queste le motivazioni ufficiali. A nessuno piace.
In tanti si sono dilettati a scattare foto dello ‘scatolone’ e a modificarle
facendo sparire il Jolly. Sempre in tanti hanno esaltato il panorama restituito
virtualmente ai cittadini senza il mastodontico fabbricato. Il problema verte sul fatto
che il Jolly è considerato un obbrobrio
in mezzo a ‘tanta architettura storica’. Ma
il suo abbattimento cosa restituirebbe alla vista del cittadino e del turista?
Un panorama poco edificante. Avete provato a
superare l'area del Jolly, proseguendo verso la Massa per un centinaio di metri
circa? Sulla destra, in prossimità dello slargo della parte posteriore della
Casa delle Culture, si ergono vecchi e fatiscenti palazzi che conferiscono alla
zona un'aria spettrale. Abbattere il Jolly per godere della visuale
mostrata dalle foto è un assurdo
spreco: i fondi stanziati per la demolizione potrebbero essere usati per il recupero
del patrimonio in rovina.
È opinione comune, tuttavia, che il Jolly 'stoni' nell'area in cui è situato. Ma non costituiscono
anche una ‘stonatura’ le nuovissime costruzioni realizzate nel quartiere
Rivocati o in via Monaco, accanto a palazzine risalenti ai primi del '900?
Nessuno dice, in questo caso, di abbatterle né
ci si chiede perché non sia stata rispettata l’architettura originale della
zona. Due pesi, due misure.
Avveniristici edifici e bungalows in lamiera sono sorti anche a fianco di alcune secolari costruzioni cittadine. Deturpano l'ambiente, ma nessuno ha mai pensato di abbatterli.
E non viene risparmiato nemmeno corso Mazzini, come mostrano le foto.
Non sappiamo quali siano i criteri utilizzati per
stabilire cosa rappresenta un pugno in un occhio e cosa no, visto che obbrobri cittadini ce ne sono tanti. E
alcuni pure pericolosi o a ridosso di complessi storici, seminascosti da
chioschetti con tanto di insegna commerciale e mercanzia esposta sul
marciapiede.
Il patrimonio storico cosentino richiede attenzione e
interventi urgenti: i fondi, così come sono stati trovati in tempo di crisi per
l'abbattimento del Jolly, si dovrebbero reperire anche per salvare le
testimonianze del passato. Oppure si potrebbe solo rinviare la demolizione
dell'ex hotel e utilizzare lo stanziamento per recuperare i beni culturali
compromessi. Sempre che interessino a qualcuno. Ma in tempi di crisi non si può pensare tanto all'estetica della città,
quanto ai bisogni dei suoi abitanti. Tutta
quella volumetria - utilizzando i sette milioni stanziati - non potrebbe essere rimodulata in mini appartamenti da
affittare, a costi bassissimi, ai cosentini indigenti?
Invece sarà abbattuto, ma non sparirà del tutto
perché saranno risparmiati i primi piani, destinati a ospitare il museo di
Alarico. Ovvero un contenitore senza 'contenuti'. Al di là delle polemiche sorte sulla
decisione di intitolare un museo a un barbaro che portò distruzione e rovina,
bisogna chiedersi cosa esso potrà custodire, visto che di Alarico non esiste
niente, nessun reperto è stato mai trovato. Anche la rinomata effige attribuita
ad Alarico non appartiene a lui, bensì al re visigoto Alarico II, vissuto tra
il 484 ed il 507 d.C. nel suo regno in Spagna, come confermato dal
Kunsthistorisches Museum di Vienna che la custodisce.
Sarà dunque un museo virtuale, uno spazio occupato da pannelli con testi
e disegni di pura fantasia. Sul re visigoto di storia ‘vera’ ne è stata scritta
poca, è quasi una leggenda su cui si vuole allestire un
museo, peccato che manchino i reperti. Per attrarre turisti non serve un museo
virtuale, bastano il duomo, la Galleria nazionale, il castello (quando
riaprirà), gli altri siti culturali cittadini e il Museo civico che custodisce
centinaia di reperti reali, mentre altrettanti giacciono nei magazzini della Soprintendenza
perché non ci sono locali idonei ad ospitarli. Per questi
ultimi non si è mai pensato di allestire nuovi spazi e potrebbero rimanere per
sempre in umidi scantinati.
9-2-2015
©Francesca Canino
Demolizione ex hotel Jolly, dove sono le autorizzazioni?
Il prossimo 12 novembre inizierà la demolizione dell’ex hotel Jolly. Occorre ricordare che le fasi della demolizione e quelle della ricostruzione dell’ex Jolly Hotel non possono essere scisse, in quanto costituiscono un tutt’uno propedeutico a qualsiasi scelta progettuale e sono da valutare unitamente alle opere che interessano l’ambito fluviale.
Bisogna chiedere, pertanto, se ad oggi:
- è stata approvata la progettazione definitiva che è legata a doppio filo a quella preliminare;
- sono pervenute le fondamentali autorizzazioni (VIA);
- è pervenuta la pronuncia della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale sull’edificio (ex art. 12 del D. Lgs. 4272004);
- se esistono tutte le autorizzazioni previste dalla legge;
- se è stato attivato il tavolo tecnico tra Amministrazioni (MiBAC, Provincia, Comune) richiesto dal Soprintendente ABAP con nota prot. 8801 del 12.07.2018 “al fine di pervenire a soluzioni condivise per la definizione dell’intervento”;
- se, come previsto dal bando di gara, poiché detta progettazione definitiva/esecutiva, ricade in ambito territoriale sottoposto a tutela paesaggistica (ai sensi art. 142, c. 1, l. c) è stato acquisito il nulla osta paesaggistico definitivo che mostri la compatibilità delle opere proposte rispetto ai valori paesaggistici del contesto di riferimento.
È necessario che si esibiscano pubblicamente tutte le autorizzazioni, se sono state acquisite, e che non si proceda con la solita fretta che spesso è “cattiva consigliera”.
È necessario, inoltre, soffermarsi sui divieti di transito e di sosta che saranno istituiti dal 12 al 30 novembre, se tutto andrà bene. Ma con la città nel caos dopo la chiusura di tante strade e soprattutto di viale Parco, con l’eliminazione di tanti parcheggi per la realizzazione della inutili piazze, la chiusura di Lungo Crati cosa causerà alla nostra già impercorribile città? Non si potevano aspettare tempi migliori e soprattutto non prenatalizi - in cui è notorio che il traffico cittadino aumenta - per chiudere altre importanti strade? E infine, come saranno tutelati gli alberi posti dinanzi al Jolly?
Cosenza, 10 novembre 2018
© Francesca Canino
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