per la serie ''La città di...''
Dal 356 a.C. Cosenza diventa la “Metropolis Brettioi”, cioè la capitale dei Brettii, il popolo venuto dal Nord che segnerà per sempre il destino della città. In alcune monete brettie è presente l’epigramma KB, Kosentia Bruttiorum, cioè Cosenza dei Brettii. Tutti questi elementi sono indicativi della precisa connotazione urbana che la città di Cosenza aveva assunto già nel IV sec. a.C. e di come fosse in grado di emettere monetazione propria. Aveva, dunque, una sua radicata identità culturale legata ai simboli di una civiltà antichissima, che presto fu travolta dai nuovi invasori Brettii. Ma facciamo un passo indietro...
I Brettii e la loro Metropolis dopo il villaggio di Kossa
Dal 356 a.C. Cosenza diventa la “Metropolis Brettioi”, cioè la capitale dei Brettii, il popolo venuto dal Nord che segnerà per sempre il destino della città. In alcune monete brettie è presente l’epigramma KB, Kosentia Bruttiorum, cioè Cosenza dei Brettii. Tutti questi elementi sono indicativi della precisa connotazione urbana che la città di Cosenza aveva assunto già nel IV sec. a.C. e di come fosse in grado di emettere monetazione propria. Aveva, dunque, una sua radicata identità culturale legata ai simboli di una civiltà antichissima, che presto fu travolta dai nuovi invasori Brettii. Ma facciamo un passo indietro...
Il villaggio di Kossa
Prima dell’arrivo dei coloni greci
nell’VIII sec. a.C., la valle del Crati era abitata da alcune popolazioni
italiche. La prima traccia concreta dell'esistenza di un villaggio denominato
Kossa (Cosenza) si riscontra nell’elenco delle città situate nell’entroterra
della nostra regione. Compilato nel V secolo a.C. dallo storico greco Ecateo da
Mileto, l'elenco, che è la fonte più antica sulla storia della nostra terra,
risale a circa 2600 anni fa e comprende nove toponimi: Arinthe, Artemision,
Erimon, Ixias, Menekine, Kossa, Kyterion, Malanios, Ninaia (Ecat. FGrHist 1 FF
64-71). I nomi si riferiscono a località presso le quali sorgevano degli
abitati. Non ci sono certezze circa la loro localizzazione, solo Menekine è
quasi certamente identificabile con Mendicino, il toponimo è rimasto pressoché
immutato. Che Kossa sia invece identificabile con Cosenza si deduce da una
serie di splendide monete in bronzo del 400 a.C. circa, che recano inciso
l’etnico 'KOS' in lettere greche. Su una di queste monete, custodita al British
Museum di Londra, è inciso un giovane uomo con le corna taurine, molto simile
al dio fluviale Crahis rappresentato nella coeva moneta di Pandosia. Una città
di nome KOS, con riferimento al fiume Crathis, rimanda alla città di Cosenza. I
conii sono tutti di pregevole fattura: la moneta che raffigura il giovane dio
fluviale con le corna e con una collana di pezzi di canna, che è un elemento
molto comune tra le monete greche e italiche di quel periodo, presenta sul
dorso un granchio di fiume sovrastato da due crecenti lunari contrapposti.
Un'altra moneta reca l'effigie di una donna con un nastro tra i capelli
raccolti a coda e sul dorso vi è inciso un arco ricurvo che doveva essere
un'arma fortemente simbolica per gli abitanti di KOS. Su un'altra moneta è riprodotta
la testa di un guerriero con elmo e sul retro un fulmine con tre crescenti
lunari e tre globi simboli di pianeti, a dimostrazione delle conoscenze
astronomiche della popolazione di Kossa. Di recente è venuta alla luce un'altra
monta che riproduce un giovane dio fluviale con le corna e un fermaglio nei
capelli e sull'altra faccia un granchio sovrastato da una stella. Tutti i conii
recano la scritta KOS e sono identificabili con questa antica città italica.
Le monete in bronzo sono certamente
anteriori all’avvento dei Brettii nella città, datato intorno al 356 a.C., poiché
non recano inciso l’etnico Brettion, presente, invece, su tutte le monete dei
Brettii. Il popolo italico che abitava Cosenza era ellenizzato, usava
l’alfabeto greco, ma conservava una forte identità etnico-culturale nella
simbologia delle sue monete.
Ma cosa significava la parola KOS? In
greco
KOS deriva da KU-US (tagliato-giuntato), cioè sacco di pelle tagliata e
giuntata, otre di pelle. Nella mitologia greca, il gigante Tifone decise di
nascondere Zeus, dopo averlo sconfitto in Cilicia, in una grotta chiamata
KoryKos (il "KoryKos antron", che vuol dire "grotta sacco di
pelle"). Il nome dell'antica città di Kossa deriva probabilmente da sacco
di pelle, primitivo strumento utile per proteggersi dalle intemperie e per
prendere l’acqua al fiume.
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