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03 febbraio 2022

Ospedale di Cosenza: nel 2018 apre la Terapia Intensiva Pediatrica (TIP), nel 2020 chiude

 


In Calabria non esiste una Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) vera, così come è intesa dalla legislazione nazionale vigente e da tutta la letteratura scientifica internazionale sull’argomento. I bambini calabresi, dunque, non possono usufruire di tale tipo di assistenza, così come non possono usufruire della Neuropsichiatria Infantile, dell’assistenza domiciliare, delle cure palliative, dell’hospice e di tanto altro. Le famiglie colpite da tali tragedie non hanno alcun tipo di sostegno e aiuto. L’affaire TIP è emerso in questi giorni in seguito al decesso della piccola di Mesoraca, ma è bene ricordare alcuni passaggi importanti. Nel 2016 si verificò un altro dramma che scosse le coscienze. L’allora Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Antonio Marziale si impegnò per spingere le autorità regionali ad autorizzare la nascita di una TIP in Calabria. Riuscì a convincere il Commissario ad Acta Massimo Scura a inserire una U.O. di Terapia Intensiva Pediatrica nel riordino della Rete Ospedaliera Calabrese, attraverso i suoi Decreti (DCA 64, 98 e 123 del 2016). E nell’autunno del 2018, divenne operativa, presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la TIP regionale, con 2 posti letto per bambini fino ad 1 anno e con un cronoprogramma che, nell’arco di 3 anni, sarebbe dovuto arrivare a 4 posti letto per bambini fino a 10 anni.

È bene precisare che una Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) è un reparto ospedaliero che assiste pazienti compresi tra i 31 giorni e i 17 anni di vita che abbiano bisogno di alta intensità di cura. Per la normativa in vigore, una TIP deve avere locali, attrezzature e personale dedicato, formato e con esperienza su pazienti pediatrici. Nelle Terapie Intensive per Adulti (una volta denominate Rianimazioni) di ospedali dove non sia operativa una TIP, devono esserci dei posti riservati a pazienti pediatrici, nei quali, in caso d’emergenza, i piccoli possano essere assistiti, stabilizzati e, al più presto, trasferiti.

La Terapia Intensiva Neonatale (TIN), invece, cura pazienti necessitanti di terapia intensiva dalla nascita fino al 30° giorno di vita. In alcune realtà, la TIN assiste solo i prematuri (quelli nati prima delle 36 settimane di gestazione). Gli altri confluiscono anch’essi nella TIP. Questo perché un prematuro è profondamente diverso, sia fisiologicamente che patologicamente, da un bimbo a termine che, a sua volta è diverso da un bimbo in età scolare, anche lui diverso da un adolescente. Tutti hanno ben poco da condividere con un adulto. Ecco perché si è tanto insistito per la nascita di una TIP in Calabria, che a Cosenza divenne operativa nel 2018.

Dopo aver speso 250.000 euro in attrezzature e arredi (in buona parte di dubbia reale utilità) per l’avvio, la struttura è stata lasciata a se stessa nel più completo disinteresse di tutti, ad esclusione dei sanitari che pervicacemente hanno tentato di farla funzionare al meglio possibile. Tale abbandono, nell’ottobre 2020, portò alla sua chiusura su precisa richiesta del Direttore del Dipartimento Materno Infantile, come pubblicamente affermato dall’allora Commissaria Panizzoli. Nell’Atto Aziendale che seguì, si trasformò un qualcosa di obbligatorio per le Rianimazioni (posti letto riservati ai pazienti pediatrici) dove non sia presente una TIP, in un sostituto di una struttura ad alta specializzazione pediatrica. Un abile gioco lessicale che ha privato i piccoli pazienti di una struttura necessaria. E ora la morte di un’innocente viene utilizzata per autoreferenze prive di qualsiasi fondamento e per far promesse che non saranno mai mantenute.

Cosenza, 3 febbraio 2022

© Francesca Canino

 

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