In
Calabria non esiste una Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) vera, così come è
intesa dalla legislazione nazionale vigente e da tutta la letteratura
scientifica internazionale sull’argomento. I bambini calabresi, dunque, non
possono usufruire di tale tipo di assistenza, così come non possono usufruire
della Neuropsichiatria Infantile, dell’assistenza domiciliare, delle cure
palliative, dell’hospice e di tanto altro. Le famiglie colpite da tali tragedie
non hanno alcun tipo di sostegno e aiuto. L’affaire TIP è emerso in questi
giorni in seguito al decesso della piccola di Mesoraca, ma è bene ricordare
alcuni passaggi importanti. Nel 2016 si verificò un altro dramma che scosse le
coscienze. L’allora Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Antonio Marziale si
impegnò per spingere le autorità regionali ad autorizzare la nascita di una TIP in Calabria. Riuscì a convincere il
Commissario ad Acta Massimo Scura a inserire una U.O. di Terapia Intensiva
Pediatrica nel riordino della Rete Ospedaliera Calabrese, attraverso i suoi Decreti
(DCA 64, 98 e 123 del 2016). E nell’autunno del 2018, divenne operativa, presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la
TIP regionale, con 2 posti letto per bambini fino ad 1 anno e con un
cronoprogramma che, nell’arco di 3 anni, sarebbe dovuto arrivare a 4 posti letto
per bambini fino a 10 anni.
È
bene precisare che una Terapia Intensiva
Pediatrica (TIP) è un reparto ospedaliero che assiste pazienti compresi tra
i 31 giorni e i 17 anni di vita che abbiano bisogno di alta intensità di cura.
Per la normativa in vigore, una TIP deve avere locali, attrezzature e personale
dedicato, formato e con esperienza su pazienti pediatrici. Nelle Terapie Intensive per Adulti (una volta denominate Rianimazioni)
di ospedali dove non sia operativa una TIP, devono esserci dei posti riservati a pazienti pediatrici, nei quali,
in caso d’emergenza, i piccoli possano essere assistiti, stabilizzati e, al più
presto, trasferiti.
La Terapia Intensiva Neonatale
(TIN), invece, cura pazienti necessitanti di terapia
intensiva dalla nascita fino al 30° giorno di vita. In alcune realtà, la TIN
assiste solo i prematuri (quelli nati prima delle 36 settimane di gestazione).
Gli altri confluiscono anch’essi nella TIP. Questo perché un prematuro è
profondamente diverso, sia fisiologicamente che patologicamente, da un bimbo a
termine che, a sua volta è diverso da un bimbo in età scolare, anche lui
diverso da un adolescente. Tutti hanno ben poco da condividere con un adulto.
Ecco perché si è tanto insistito per la nascita di una TIP in Calabria, che a
Cosenza divenne operativa nel 2018.
Dopo
aver speso 250.000 euro in attrezzature e arredi (in buona parte di dubbia
reale utilità) per l’avvio, la struttura è stata lasciata a se stessa nel più
completo disinteresse di tutti, ad esclusione dei sanitari che pervicacemente hanno
tentato di farla funzionare al meglio possibile. Tale abbandono, nell’ottobre 2020, portò alla sua chiusura
su precisa richiesta del Direttore del Dipartimento Materno Infantile, come
pubblicamente affermato dall’allora Commissaria Panizzoli. Nell’Atto Aziendale che
seguì, si trasformò un qualcosa di obbligatorio per le Rianimazioni (posti
letto riservati ai pazienti pediatrici) dove non sia presente una TIP, in un
sostituto di una struttura ad alta specializzazione pediatrica. Un abile gioco
lessicale che ha privato i piccoli pazienti di una struttura necessaria. E ora
la morte di un’innocente viene utilizzata per autoreferenze prive di qualsiasi
fondamento e per far promesse che non saranno mai mantenute.
Cosenza, 3 febbraio 2022
© Francesca Canino
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