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28 dicembre 2021

Cosenza: attivisti sorvegliati speciali, politicanti e loro compari liberi di sguazzare nel malaffare

 Riceviamo e pubblichiamo

"Lascia perplessi il provvedimento della questura di Cosenza emanato nei riguardi di alcuni giovani attivisti cosentini. Per quanto ci si sforzi, risulta davvero difficile capire i motivi della loro pericolosità sociale. Di contro, è stato evidente per tutta la cittadinanza la diffusa illiceità che negli ultimi anni ha caratterizzato i comportamenti, le azioni e le prevaricazioni di chi ha amministrato la città con modi poco democratici, sperperando risorse che spesso sono finite nelle mani degli “amici degli amici”. Quante volte sono emerse situazioni al limite della legalità, denunciate da pochi e mai indagate o sanzionate? Procura e questura di Cosenza hanno i cassetti colmi di denunce presentate dai cittadini per varie contravvenzione o reati commessi a danno di loro stessi, ma per quanto si sia insistito, sono rimaste a impolverarsi nei suddetti luoghi. Come mai nessun magistrato o questore o altro personaggio incaricato non si è mai preso la briga di dare seguito alle denunce? Come mai, invece, per chi ha protestato per difendere i diritti, specialmente degli ultimi, si è proceduto immediatamente per imbavagliarlo e impedirgli di continuare a manifestare? Come mai non si è mossa foglia quando negli uffici della questura bruzia qualcuno è stato intercettato mentre parlava di piazza Fera, ovvero del pericolo che essa rappresentava e rappresenta? Come mai nessuno ha proferito verbo quando sono stati demoliti alcuni palazzi del centro storico senza le dovute autorizzazioni? E quando sono stati eseguiti tanti lavori ignorando le richieste della Soprintendenza?

La lista sarebbe lunghissima, bastano questi pochi esempi per capire che in città, come tante volte è stato scritto da pochi nell'ultimo decennio, il dissenso non ha diritto di cittadinanza. E chi osa viene punito in un modo o nell'altro.

Ancora più pericoloso appare oggi il comportamento della questura, alla luce di quanto è avvenuto a livello nazionale: idranti a Trieste su persone inginocchiate e con le mani alzate, Daspo a Puzzer per un tavolino sistemato in piazza del Popolo a Roma. Non si può più manifestare un pensiero diverso in Italia, perché quel po' di democrazia che era stata conquistata e di cui ci si riempiva la bocca è stata trasformata in dittatura. È una deriva pericolosa che deve essere arginata al più presto se non vogliamo ritrovarci in una situazione peggiore di quella che si presentò agli italiani esattamente un secolo fa. Già la pandemia ha messo in quiescenza tante libertà del cives, non vogliamo che da detta quiescenza non se ne esca più".

17/12/21

Movimento civico “Nuovi Orizzonti” Cosenza

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