Sono ormai passati oltre quattro mesi da quando la
cosiddetta “piazza della mafia”, in pieno centro di Cosenza, è stata posta sotto
sequestro dall’autorità giudiziaria. Da allora, oltre allo stato di completo abbandono,
non si sono registrati fatti nuovi, a parte una perizia commissionata dal
comune cosentino ad una società privata per stabilire la pericolosità della
piazza. Ma di questa perizia non si è saputo più nulla, così come non si sa
quello che deciderà la magistratura sul futuro della piazza, con tutti i tempi
super lunghi che la caratterizzano e le decisioni spesso contestabili che
prende. Mi riferisco al fatto che, a leggere quello che i giornali hanno più
volte pubblicato estrapolando pezzi dell’ordinanza di sequestro, nessuno è
finito in manette nonostante le gravi omissioni o azioni o parole che si apprendono
dalle intercettazioni. Mi spiego: in alcuni stralci delle intercettazioni
contenute nell’ordinanze, si apprendono, dalla viva voce del sindaco o del collaudatore
o del direttore dei lavori, fatti per i quali questa gente appena citata
sarebbe dovuta essere in galera con porta chiusa a doppia mandata e fine pena
mai, invece sono stati raggiunti solo da ridicoli avvisi di garanzia. La piazza,
giustamente chiusa, è pericolosa, e questo lo sapevano bene i protagonisti dei
lavori e il sindaco della città, ma hanno fatto finta di niente mettendo in
pericolo reiteratamente la vita di migliaia di persone. Tentata strage? Perché
no? Peccato che il Gip, pur velatamente sostenendo questo nella sua ordinanza di
sequestro, non li abbia accusati di tali reati. Ma andiamo oltre, oggi la
piazza è un deserto anche intorno, su di essa è calato il silenzio da parte di
tutti, intanto i cosentini, dopo i milioni spesi per la costruzione dell’obbrobrio
e tutti le difficoltà vissuti durante gli anni del cantiere, non possono
usufruire del più grande spazio della città, e non si sa per quanto altro tempo
ancora. Cosa si aspetta ad agire perché si faccia giustizia in tutti i sensi?
Cosa aspetta soprattutto il Presidente dell’antimafia Nicola Morra che vive a
Cosenza a fare qualcosa per la piazza e a far andare avanti le indagini? Possibile
che non si sia accorto che sono 4 mesi che la piazza è chiusa, che chi ha
determinato questa situazione ancora spadroneggia impunito in città, che chissà
quando si risolverà qualcosa di questo passo? Non solo il ruolo che ricopre gli
impone di agire, ma anche i soldi di noi cittadini che paghiamo lui e la sua
scorta impongono a Morra di darsi da fare. Ma glielo devo dire io che sono un
semplice cittadino? La sua assenza in questa storia fa capire che o non gliene importa
niente o gli piace questo stato di c ose, in entrambi i casi non va bene per un
presidente dell’antimafia, perché facilmente può essere accostato a personaggi poco
per bene, visto che non li combatte. E noi cosentini subiamo l’ennesimo guaio e
paghiamo l’ennesimo politico inutile. Vergognatevi tutti.
Lettera
firmata
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