A ridosso di Ferragosto, quando la città era semivuota e distratta dalle vacanze, è stato installato sul tetto di un palazzo di piazza Fera il primo ripetitore 5G del Sud Italia. Ad annunciarlo è stata la ZTE, l’azienda di comunicazione che ha sistemato l’impianto ad insaputa, pare, dei condomini e nel silenzio del comune bruzio. Nel giro di poche settimane, altri ripetitori sono stati collocati sugli edifici che sorgono intorno alla piazza e molte sono le domande che si sono poste i residenti, ignari di quanto sta accadendo in città. Ma perché i condomini non sono stati avvisati? Perché il comune non è intervenuto? Quali rischi correranno i cittadini?
Non è facile dare delle risposte, ma da quel che si
è appreso sembra sia stata l’inerzia di palazzo dei Bruzi a consentire
l’installazione del ripetitore. Il comune, infatti, non avrebbe risposto alla
società che ha realizzato i lavori in seguito alla presentazione della Scia.
Ciò avrebbe fatto scattare il silenzio-assenso e la ZTE, scaduti i termini, ha
proceduto senza violare alcuna norma.
Diversamente
dall’amministrazione comunale cosentina, in Calabria alcuni comuni hanno
vietato il montaggio dei ripetitori, in assenza di studi sugli effetti del 5G,
(acronimo di 5th Generation), la tecnologia di telefonia mobile di quinta
generazione. Si tratta di strumenti più potenti di quelli attualmente in uso,
con prestazioni e velocità molto elevate. Il dubbio che la loro introduzione
possa provocare seri problemi di natura ambientale e incidere negativamente
sulla nostra salute è stato sollevato anche dall’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE-Italia. Sabato 12
settembre, Ferdinando Laghi, presidente internazionale di ISDE, ha esposto i
rischi del 5G in piazza del Popolo a Roma. Di seguito pubblichiamo il video del
suo intervento sui pericoli che possono scaturire da questa nuova tecnologia.
Cosenza, 18 settembre 2020
© Francesca Canino
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