Circa
un mese fa, il Tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di dissequestro di
piazza Fera presentata dall’avvocato Carratelli su mandato del comune di
Cosenza. Istanza azzardata, visto il contenuto del decreto di sequestro datato
17 aprile 2020: dalle intercettazioni, infatti, si sono apprese notizie
raccapriccianti come il mancato collaudo della piazza e una serie di altre
gravi irregolarità che hanno fatto sorgere grossi dubbi sulla sicurezza stessa
della piazza.
Dai
dialoghi tra i vari tecnici intercettati dalle Fiamme gialle, è emerso che è stata
inaugurata e utilizzata una piazza non
collaudata, sulla quale non erano state effettuate, da parte della
direzione lavori e della società appaltatrice, le prove obbligatorie sulle tre
travi d’acciaio sovrastanti l’area museale della piazza, né le prove di
serraggio dei bulloni delle travi. Equivale a dire che la vita di migliaia
di persone, soprattutto dei giovanissimi, potrebbe essere stata messa in pericolo
e i responsabili non possono dire “Non sapevamo” perché le intercettazioni li
inchiodano.
Appaiono,
pertanto, insensate e pericolose le richieste avanzate nel corso di un recente
consiglio comunale da alcuni consiglieri, sia di maggioranza come Granata, sia
di opposizione come Ambrogio, per l’immediata riapertura e il dissequestro di
piazza Fera/Bilotti, poiché avallano la situazione di pericolo che la città
vive da ben quattro anni.
Sorge
il dubbio che il decreto di sequestro non sia stato letto o compreso o, nel
peggiore dei casi, che non si sia voluto tener conto di quello che ha scritto
il gip di Catanzaro, visto che non si è pensato all’incolumità dei cittadini.
dal Decreto di sequestro |
Era risaputo, infatti, che il collaudo non fosse stato effettuato, però sulla piazza si sono svolti concerti e manifestazioni che hanno richiamato migliaia di persone; era risaputo che i lavori non erano a norma, però si è fatto finta di niente; era risaputo il rischio che la piazza costituiva, però nessuno ha chiesto chiarimenti sul “perché e il percome” personaggi come l’ingegnere Tucci, il collaudatore Alvaro, l’ex questore Liguori, alcuni dirigenti comunali e il sindaco Occhiuto non hanno chiesto e messo in atto le misure idonee per evitare possibili danni a coloro i quali frequentavano l’area.
Ora si dovrebbero chiedere controlli super partes per sapere quali rischi abbiamo corso, quali sono i problemi strutturali della piazza, perché è danneggiata in più parti e soprattutto se le travi presentano le caratteristiche di quelle previste dal progetto originario e non pensare, invece, dove sistemare i tavolini dei bar e se chiudere la strada che fiancheggia la piazza un giorno sì e l’altro no.
Cosenza, 20 giugno 2020
©
Francesca Canino
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