Pochi giorni fa, la senatrice
calabrese Margherita Corrado ha scritto sulla sua pagina facebook: «Il 18
maggio è stato bandito il 2° interpello per dare un Soprintendente ABAP agli
uffici da poco distinti di Cosenza e di Catanzaro e Crotone, mentre per Vibo e
Reggio, anch’essa a bando, del numero di tentativi frustrati si è perso il
conto. Ma che importa? Avanti con il prossimo giro di giostra! È pur sempre il
Ministero dello Spettacolo, questo, e non si dica che non fa di tutto per
stupire il pubblico».
È da poco, infatti, scaduto il
termine per partecipare all'ennesimo interpello per dare alle tre
Soprintendenze della Calabria un dirigente effettivo stabile, in grado di dare
finalmente dignità e serietà ad un settore trainante per il territorio
regionale. Alla luce degli avvenimenti succedutisi negli ultimi anni, è apparso
sempre più chiaro l'intento della politica nazionale e locale di creare delle
Soprintendenze provinciali. Nel corso di questi anni, l'ufficio di Cosenza è
stato depotenziato attraverso politiche mirate all'indebolimento dell'azione di
tutela e valorizzazione dei beni culturali, è stato alimentato un clima di
contrapposizione tra i funzionari (vedi ispezione Ministeriale), sono state
attuate scelte dissennate nella riorganizzazione degli uffici ed è stata resa normale
la precarietà dei dirigenti (interim), spesso con dubbie capacità
professionali.
Che senso ha oggi parlare di riapertura della Soprintendenza di
Cosenza con annesso laboratorio di restauro? Ha senso mettere a norma migliaia
di metri quadrati di immobili storici vincolati per accogliere il residuo
personale in quiescenza più tre nuovi architetti molto giovani provenienti da
fuori regione? La Soprintendenza in città è stata svuotata di tutti gli uffici
importanti, chi ha permesso ciò? Chi ha voluto lo smembramento? Come si fa, ci chiediamo, a ordinare la riapertura di un ufficio senza conoscere i luoghi e le
persone, senza cioè aver mai messo piede a Cosenza? Perché i nuovi dirigenti
lasciano ai posti di comando sempre le stesse persone nominate dall’ex
soprintendente Pagano, a sua volta indagato e sottoposto a più ispezioni
ministeriale? Anche Pagano non era mai stato a Cosenza e, nonostante ciò,
appena arrivato approvò tutto ed il contrario di tutto. Ecco perché sarebbe
importante sapere chi comanda davvero alla Soprintendenza di Cosenza e perché i
dirigenti si fidano ciecamente dei funzionari (il famoso cerchio magico)
nominati da Pagano.
Intanto, il COVID-19 sta facendo riemergere
tutti i problemi e le criticità che il sindacato CISL e parte di RSU da anni
denunciano alla Soprintendenza di Cosenza. Soprattutto la messa in sicurezza
degli ambienti di lavoro, più volte ed a tutti i livelli istituzionali è stata
segnalata ed evidenziata. Chi doveva e deve intervenire, in primis i dirigenti
e i responsabili dei vari settori, devono oggi relazionare sullo stato di
salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro. Oggi la pandemia non consente più
deroghe o rinvii, si deve intervenire con la massima urgenza. Si devono dare
risposte concrete e rapide ai lavoratori specialmente a quelli ritenuti dalla
normativa ‘fragili’. È giunto il momento di assumersi ognuno per il ruolo che
ricopre o che ha ricoperto le proprie responsabilità e dar conto dell'operato
sin qui svolto.
La situazione delle Soprintendenze calabresi rispecchia la
catastrofica gestione dei beni culturali dell’era Franceschini, orientata verso
la svendita dell’immane patrimonio artistico italiano. Non ci stiamo a questo
orribile gioco e lotteremo finché non riporteremo alla giusta attenzione
nazionale i problemi che il settore sta vivendo. Un’ultima domanda però
dobbiamo farla: “Perché nessun mezzo di comunicazione parla più della ormai
morente Soprintendenza di Cosenza?”.
Lettera firmata
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