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31 ottobre 2019

Cosenza tra le città 'green', una bufala pagata dai cittadini


Cosenza, degrado città vecchia
Secondo Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore, quest’ultimo ben foraggiato dal comune di Cosenza (http://francescacanino.blogspot.com/2018/11/lo-stretto-legame-tra-il-comune-di.html), tra le città più ‘green’ d’Italia compare anche il capoluogo bruzio, che si attesta al 14° posto. Lo scorso anno, la medesima classifica aveva riservato a Cosenza la 97° posizione. Cosa avrà determinato la scalata nella classifica 'green' in soli dodici mesi? 
Analizziamo alcune voci della scheda che riguarda la città di Cosenza:





















Verde urbano, valore 19,8. Ecco le foto che dimostrano la situazione del verde urbano



Alberi, valore 24,5. L'amministrazione in carica ha fatto strage di alberi per la realizzazione di piazze e vie, ricordiamo in particolare l'abbattimento degli alberi di viale Parco per far posto alla metro (che non si farà). E quando gli alberi non sono stati abbattuti, sono stati capitozzati senza criterio e senza competenze.























Ozono, valore 3, Pm 10, valore 22,8, Biossido di azoto, valore 26. Non è dato sapere come sono stati calcolati questi valori, visto che l'unica centralina di rilevamento è stata installata in via Panebianco e non funziona da oltre un anno. Il traffico, specialmente dopo la chiusura di tante vie importanti e l'eliminazione di numerosi parcheggi, è sempre alle stelle.


Sulle voci che riguardano la situazione idrica stendiamo un velo pietoso (http://francescacanino.blogspot.com/2015/07/cosenza-cinque-acquedotti-e-sei-pozzi.html).

56° posto per la raccolta differenziata



Per quanto tempo ancora dovremo leggere le menzogne riportate da associazioni e giornali pagati con denaro pubblico da chi ha distrutto la città?

Cosenza, 31 ottobre 2019

©Francesca Canino





08 ottobre 2019

icittadinisegnalano: Carte di identità al comune di Cosenza, tempi troppo lunghi

Vi chiedo gentilmente di pubblicare questa mia lettera che denuncia un grave disservizio che molti cosentini stanno vivendo in questi ultimi giorni. Lunedì scorso, di mattina, mio figlio si è recato all'ufficio anagrafe di Cosenza per il rinnovo della carta di identità, documento indispensabile sempre, ma per lui, in questo periodo, è vitale quasi perché deve partire per lavoro.
Ma una amara sorpresa lo attendeva: da ben due giorni, infatti, non si rilasciano carte di identità (né magnetiche né le vecchie cartacee). Solo in casi di urgenza rilasciano quella cartacea. Su cosa si basa l'urgenza? Chi ne stabilisce i criteri? A parte questi interrogativi, se si vuole avere la carta d'identità si deve aspettare e seguire alcune procedure. Bisogna prenotarsi,  presentarsi all' appuntamento e attendere una settimana prima di avere il nuovo documento. Mi chiedo cosa stia succedendo a Cosenza, visto che praticamente è tutto bloccato e per un qualcosa che veniva tranquillamente rilasciato in pochi minuti ora si deve aspettare due settimane.
Lettera firmata

05 ottobre 2019

Reggio Calabria, operazione Antiques dei Carabinieri NTPC



Nella mattinata, in Reggio Calabria, a seguito di ulteriori sviluppi investigativi emersi nell’ambito della più complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore dottor Giovanni Bombardieri, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cosenza, coadiuvati, nella fase esecutiva, dall’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due antiquari, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di ricettazione di un dipinto del Seicento, provento di furto consumato il 19 luglio 2016 ai danni di un antiquario bolognese.
Il provvedimento cautelare scaturisce dal prosieguo dell’attività d’indagine convenzionalmente denominata “Antiques”, svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza con il supporto dei militari del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, e dai Sostituti dottor Giovanni CALAMITA e dottor Alessandro MOFFA. 
Nell’ambito dell’attività investigativa, il 26 luglio di quest’anno sono state già eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nonché 20 decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria a carico di altrettanti indagati (due dei quali sono gli odierni arrestati)  ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte, quali dipinti, sculture in bronzo e marmo e oggetti chiesastici provento di furto in territorio nazionale e della loro esportazione illecita, per la successiva commercializzazione in ambito internazionale.   
Le investigazioni, avviate nel novembre del 2015 a seguito di un controllo ad un esercizio commerciale d’antiquariato di Reggio Calabria e corroborate anche da attività tecniche e di riscontro mediante l’utilizzo della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, hanno consentito di:

  • acquisire numerosi elementi investigativi di colpevolezza nei confronti dei componenti di un pericoloso sodalizio criminale, con base a Napoli e provincia e con ramificazioni nel bresciano, dedito alla ricettazione di beni antiquariali trafugati sul territorio nazionale e commercializzati anche tramite antiquari calabresi compiacenti ovvero esportati illecitamente per essere venduti presso fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier;
  • recuperare diverse opere trafugate, alcune di rilevante importanza, nonché un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del MiBACT;
  • recuperare e sequestrare il 29 agosto u.s., a Reggio Calabria, il dipinto oggetto della ricettazione, che ha consentito l’emissione delle due misure cautelari in relazione, come motiva il GIP, “all’attualità e alla concretezza del pericolo di reiterazione del reato”. 

Nello specifico, venivano recuperati beni di rilevanza storico artistica,  provento di furto ai danni di abitazioni private del territorio nazionale, tra i quali emerge, per importanza, un dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, di Scuola Napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (AN), nonché di sequestrare, al valico di Ventimiglia (IM), al confine con la Francia, centinaia di beni antiquariali, costituiti prevalentemente da elementi di arredo antico e di pregio, quali sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili antichi in argento, ceramica e porcellana, trasportati a mezzo di furgoni presi a noleggio per l’occasione dagli appartenenti al sodalizio criminale. Il valore economico di tutti i beni finora sequestrati è stato stimato in circa 1.500.0000 Euro.   
Cosenza, 5 ottobre 2019
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale




04 ottobre 2019

Biblioteca Civica di Cosenza, dichiarato l'interesse culturale del suo patrimonio



Un cammino lungo e tortuoso sfociato nell’agognato risultato: la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria, considerato l’interesse storico particolarmente importante, ha emesso il decreto di dichiarazione dell'interesse culturale del patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza (ai sensi degli artt. 10, comma 3, lettera a), b) e c) e artt.13 e segg. del D. Lgs. 42/2004) e ha formalmente inviato al Presidente della Biblioteca Civica di Cosenza le proprie prescrizioni circa i provvedimenti da adottare per assicurare una buona tenuta e conservazione del patrimonio librario e documentario. Ai Carabinieri NTPC è stata inviata una nota contenente sia l'informativa in merito alla Dichiarazione emessa sul patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza, sia gli adempimenti prescritti.
La notizia giunge dalla Direzione generale Archivi, che comunica anche che la stessa Soprintendenza «ha scelto di individuare nel patrimonio della Biblioteca civica di Cosenza l'oggetto di una propria proposta progettuale presentata nell'ambito della Programmazione PON Cultura e sviluppo FESR 2014-2020 — azione 6c.l.b, Asse I». Il progetto è destinato alla digitalizzazione dei Corali Liturgici e delle pergamene custodite nell'Istituto.  
Il Soprintendente archivistico e bibliografico della Calabria, inoltre, ha notificato «al prof. Leopoldo Conforti, Presidente, e a Francesco Antonio Iacucci, componente del Consiglio di Amministrazione, l’obbligo di conservare, ordinare e inventariare la documentazione della Biblioteca e il divieto di smembrare l'archivio e far uscire in modo definitivo dal territorio della Repubblica l'archivio o i singoli documenti ad esso appartenenti». In considerazione del decreto di dichiarazione dell'interesse culturale del patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza e nell'ottica di una piena collaborazione finalizzata ad una fattiva azione di tutela dei beni librari e documentari, la Soprintendenza calabrese invita Conforti e Iacucci a «voler adempiere ai provvedimenti necessari per assicurare una buona tenuta e conservazione dei beni culturali di che trattasi. Si rappresenta che nel corso dei sopralluoghi effettuati e da un'attenta analisi e verifica tecnico-scientifica è stato rilevato che parte del materiale librario ed archivistico non è conservato in modo idoneo, è in precario stato di conservazione, frammisto a materiale di risulta in locali per lo più umidi e carenti di scaffalature sufficienti».
Si dovrà, ora, provvedere a: ricollocare in locali salubri e idonei il materiale afferente l'emeroteca (riviste e giornali a stampa della seconda meta del sec. XX) e le Gazzette Ufficiali (seconda meta del sec. XX), collocato in locali inidonei al piano ammezzato del vano scala; individuare locali idonei per la conservazione dell'archivio della Biblioteca Civica, che oggi è situato in un posto non idoneo alla conservazione; provvedere alla sanificazione di alcuni locali risultati troppo umidi; provvedere a un intervento di restauro conservativo del materiale librario e documentario che non versa in buono stato di conservazione. «Difatti – scrive la Soprintendenza - risulta particolarmente urgente, in considerazione del precario stato di conservazione, prevedere una progettualità che riguardi i 28 Codici corali membranacei (sec. XVI), la platea della Chiesa Matrice di Rocca Imperiale (1777), oltre a numerose cinquecentine e seicentine e proseguire nell'attività di catalogazione dei fondi librari ed all'inventariazione di fondi documentari conservati presso codesta Biblioteca Civica».
Bisogna ora evitare che la Biblioteca rimanga nella sua attuale condizione, Provincia e Comune devono assolvere ai loro obblighi economici nei confronti della storica istituzione, evitando elemosine e disinteresse culturale.
Cosenza, 4 ottobre 2019
©Francesca Canino





01 ottobre 2019

Biblioteca civica di Cosenza, arrivano gli ispettori ministeriali


Visita ispettiva alla Biblioteca Civica di Cosenza. È quanto appena annunciato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del MIBAC, che in seguito a  diversi articoli di stampa, alle lettere inviate dai cittadini e all'impegno della senatrice calabrese Margherita Corrado ha disposto un'ispezione nella storica istituzione cosentina, da anni in stato di abbandono.
Sfrattata nel 2017 da una parte dell'edificio, quella appartenente al Demanio, perché non erano stati corrisposti i canoni di affitto, la Biblioteca ha dovuto adibire il suo deposito a sala per il Fondo Antichi e Rari, ovvero per i libri e i documenti più preziosi che custodisce. Incunaboli, cinquecentine, corali giacciono lì senza speranza di tornare nel luogo che li ha ospitati per decenni e senza speranza di essere restaurati. Il debito con il Demanio aumenta di mese in mese, gli impiegati non ricevono le loro spettanze da dicembre scorso, l'utenza telefonica è stata interrotta per il mancato pagamento della bolletta. Non ci sono soldi. Da anni Provincia e Comune, che per Statuto sono gli enti finanziatori della Biblioteca, non stanziano regolarmente i fondi per il suo mantenimento, non programmano piani di rilancio, anzi, sono riusciti ad affossare un'antica e nobile istituzione cittadina. A marzo scorso  abbiamo saputo che i bilanci erano fermi al 2013, che i due enti avevano drasticamente ridotto i fondi da erogare alla Biblioteca e che nei bilanci comunali lo stanziamento iniziale non corrisponde puntualmente al totale delle liquidazioni. Emerge il disinteresse mostrato verso la Biblioteca, usata come una cassa alla quale destinare fondi che poi vengono distratti. Non sappiamo a chi o per che cosa.
Solo pochi giorni fa, l'amministrazione comunale ha pubblicato una determina con la quale ha stanziato € 40.000 alla Biblioteca, una prima tranche del contributo pari a l04000 euro previsto in sede di bilancio comunale 2019. Non sappiamo quando e se farà pervenire la rimanente cifra, insufficiente, tuttavia, a coprire le spese correnti. E dire che il comune bruzio, per il settore cosiddetto culturale, spende ogni anno fior di quattrini per manifestazioni risibili e autoreferenziali, basti pensare alle luminarie, per le quali sono stati spesi oltre 400000 euro per l'anno in corso, o agli animali di plastica che durante l'estate sono stati sul corso principale e a tante altre iniziative servite solo a sperperare denaro. La cultura non interessa a nessuno, è ormai risaputo, e nella città dei balocchi, quale è diventata Cosenza, i libri, specialmente se antichi, possono andare in malora. E mentre la Biblioteca si avvia verso la strada del tramonto, l'amministrazione comunale torna a chiedere al MIBAC fondi per la ricerca del tesoro di Alarico, di cui non esiste alcuna traccia. 
Ecco il quadro che gli ispettori troveranno quando giungeranno alla Biblioteca Civica, perché oggi questa è la situazione in cui versa.
Cosenza, 1 ottobre 2019
@ Francesca Canino