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25 maggio 2015

Piano di riordino del commissario Scura, disparità tra province


4 MAGGIO 2015

 
NELLA fretta di presentare qualcosa al tavolo ex Massicci in modo da sbloccare i 100 milioni di premialità, il commissario ad acta Massimo Scura ha proposto in blocco il piano di riordino della rete ospedaliera elaborato da Urbani all'epoca di Scopelliti. Il piano avrebbe dovuto analizzare i fabbisogni di salute dei calabresi, adeguarli agli standard ospedalieri nazionali, stabilire, cioè, di quanti abitanti deve essere formato il bacino d’utenza perché una determinata specialità possa essere strutturata in unità complessa. Se per una cardiochirurgia, per esempio, necessitano due milioni di abitanti per mantenere alti standard di efficacia ed efficienza, considerato che la Calabria conta 1,8 milioni di abitanti si dovrebbe avere una sola cardiochirurgia in regione. Così si sarebbe dovuto agire per tutte le altre specialità. Il piano di riordino avrebbe, inoltre, dovuto esplicitare i criteri e le linee guida per gli atti aziendali, invece si è sostituito completamente a questi, riducendo quasi a zero gli spazi dei direttori generali. La cosa più grave, però, è l’assoluta mancanza di qualsiasi criterio generale e oggettivo nella stesura, che non si basa sui fabbisogni di salute dei cittadini di una certa area, ma su dati storici delle prestazioni erogate dalle Unità Operative Complesse (UOC) esistenti. Se l’Ortopedia di Cosenza lavora con solo 7 medici è chiaro che non può soddisfare celermente i bisogni di un vasto bacino d'utenza come quello dell'Annunziata. Di esempi del genere, in questo piano, ve ne sono a iosa: la Dermatologia che resta UOC a Reggio e a Catanzaro, mentre a Cosenza diventa Unità Operativa Semplice (UOS); la Chirurgia toracica, molto importante e con ottima casistica a Cosenza, resta UOS con 10 posti letto e a Catanzaro e Reggio sono invece UOC. Discorso a parte deve farsi per la Terapia Intensiva Neonatale (TIN), in cui si è creata una evidente sperequazione e si deve aggiungere che Cosenza è punto di riferimento regionale per la Chirurgia pediatrica e, particolarmente, per quella neonatale.
Quale logica è stata perseguita? Cosenza è un ospedale HUB e la sua provincia è la più estesa della regione, ma dai numeri riportati è chiaro che non è stato applicato alcun criterio oggettivo nella stesura del piano di riordino.

 

Declassata Dermatologia a Cosenza, ecco i numeri:

Nel 2014 l'Unità di Dermatologia ha eseguito 12.000 prestazioni, tra cui 2000 visite di Pronto soccorso e di consulenze urgenti, 350 interventi chirurgici, 750 trattamenti laser, 2000 trattamenti di fototerapia, 1000 visite di dermatologia pediatrica, 700 dermatoscopia in Epiluminescenza computerizzata, 300 capillaroscopie. É anche centro di riferimento per le malattie rare, per la psoriasi, per le malattie sessualmente trasmesse, per dermatiti allergiche da contatto, per tumori cutanei (melanomi ed epiteliomi) ed è l'unico centro calabrese che effettua microfototerapia con laser ad eccimeri come in pochissimi centri pubblici del territorio nazionale. Nella stessa sede si effettua terapia Fotodinamica. Non si capisce perché a Cosenza sia stata trasformata in unità semplice e abbia ricevuto un diverso trattamento rispetto agli altri hub calabresi. A Catanzaro le unità complesse sono state addirittura raddoppiate.
 

 

 Terapia Intensiva Neonatale (TIN)

CITTA'
UOC POSTI LETTO
BACINO DI UTENZA
PERCENTUALE DEL  TERRITORIO REGIONALE
COSENZA
10
800.000 abitanti
45%


CATANZARO
5
Cz, Kr, RC, Lamezia 1.000.000 abitanti
Cz, Kr, RC, Lamezia 55%
CROTONE
4
 
 
LAMEZIA
2
 
 
REGGIO CALABRIA
8
 
 

 

©Francesca Canino

 

 

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