Nei giorni scorsi,
un'ala del Mariano Santo è stato occupato pacificamente da alcuni pazienti che
proprio in questa struttura si sottopongono alla dialisi. A causa di una serie
di interventi strutturali programmati per il Mariano Santo, una trentina di
dializzati dell'ex sanatorio si sarebbero dovuti trasferire all'Annunziata, già
affollatissima, e
sottoporsi alla dialisi nelle ore
notturne, ovvero dalle venti a mezzanotte. Molti di essi non vivono in città,
alcuni non sono autonomi e hanno bisogno di essere accompagnati. C'è anche un
ultranovantenne di Palmi. Tutti sono già tragicamente provati dalle precarie
condizioni di salute che li costringono a dipendere dal trattamento dialitico.
Dopo due incontri
in Prefettura, ai quali hanno partecipato i vertici dell'Azienda ospedaliera
cosentina, l'Associazione Sud Italia trapiantati (Asit) e alcuni medici
dell'ospedale, si è trovata una soluzione provvisoria grazie anche all'impegno
profuso dall'ASP: dalla prossima settimana, una ventina di
dializzati del Mariano Santo si sottoporranno al trattamento
presso l'ospedale Santa Barbara di Rogliano nel turno pomeridiano. Gli altri,
quelli più anziani, resteranno a Cosenza.
Una soluzione che è stata accolta in attesa del 30 novembre prossimo,
data entro la quale dovrebbero terminare i lavori nei locali dell'Annunziata
che ospitavano la Rianimazione e che sono destinati ad accogliere il nuovo
reparto di Nefrologia.
Discutibile il comportamento della ditta reggina vincitrice dell'appalto
per i lavori al Mariano Santo, che sembrerebbe decisa ad avviare un'azione
risarcitoria nei confronti dell'AO per il mancato avvio dei lavori dovuto
all'occupazione della struttura da parte dei pazienti. Convocata per ben due
volte in Prefettura nel giro di pochi giorni, la ditta non si è presentata.
© Francesca Canino
21-10-2014
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