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31 maggio 2019

Operazione Cina: Clini, Hauser, comune di Cosenza




Roma - Finanziamenti milionari, appalti e tangenti nella vicenda Clini & Co. che nelle ultime ore è tornata alla ribalta.
Correva l'anno 2014 quando nel mese di maggio l'ex direttore generale e poi ministro dell'ambiente Corrado Clini venne arrestato per peculato. Emerse dall'inchiesta che duecento milioni di euro erano stati spesi dal Ministero dell'ambiente in Cina per progetti mai realizzati o mal realizzati. Altri 15 milioni di euro sarebbero stati stanziati per il Montenegro. Oltre a Clini, era finito ai domiciliari per lo stesso reato anche l'imprenditore Augusto Pretner. Quest'ultimo, socio dello Studio Galli, era responsabile del progetto per la salvaguardia e la riqualificazione del territorio iracheno, finanziato sempre dal Ministero guidato da Clini con 54 milioni di euro. Altri indagati nell'inchiesta erano la compagna di Clini, Martina Hauser, e alcuni imprenditori. Il quotidiano 'La Repubblica' scrisse  infatti: “Poi ci sono gli affari di famiglia. Non solo le collaborazioni con imprenditori o architetti amici e le consulenze affidate alla compagna, Martina Hauser, ma anche i contratti stipulati con i figli di Clini”.

Cosenza - Con la determina dirigenziale n. 157/2012 del  comune di Cosenza, avente ad oggetto la liquidazione di competenze professionali per le attività relative al “Programma di bonifica e risanamento ambientale comprendente i controlli di perdite idriche e della qualità dell'acqua”, si dispose il versamento di 40.000 euro «ad avvenuta incamero delle somme erogate dal Ministero» allo Studio Galli Ingegneria Spa di Padova, ovvero la medesima società citata nell’ordinanza di custodia cautelare emanata nei confronti di Clini e Pretner. Gli interventi di risanamento ambientale a Cosenza erano compresi nel programma attuativo dell'accordo tra il Comune di Cosenza e la Direzione generale per lo sviluppo sostenibile del Ministero dell'ambiente, stipulato il 2 agosto 2011, quando Clini era direttore generale del dicastero 'verde'. E a Cosenza l'assessorato all'Ambiente era guidato da Martina Hauser.

C'era un elemento comune – seppur indiretto e quindi al di fuori della vicenda giudiziaria – tra l’inchiesta della Procura di Ferrara costata i domiciliari all’ex ministro Corrado Clini e l’amministrazione calabrese retta dal sindaco Mario Occhiuto, elemento, tuttavia, non unico, visto che nella seconda inchiesta in cui fu coinvolto l'ex ministro Clini finì anche la sua compagna Martina Hauser, assessore a Cosenza dall'inizio dell'amministrazione Occhiuto fino a quando non venne indagata.

È d'obbligo a questo punto porsi alcune domande: perché le attività relative al Programma di bonifica e risanamento ambientale non furono affidate a uno studio di Cosenza o della Calabria? Perché il sindaco-architetto Occhiuto nominò Martina Hauser assessore all'ambiente del comune bruzio?

In relazione all’attività istituzionale della signora Hauser e ai motivi che l’avevano condotta da Trieste a Cosenza, dove viene ricordata esclusivamente per l’inaugurazione di un canile e per le ingenti risorse a ciò destinate, ci si è sempre chiesti quante volte l’assessore avesse partecipato alle riunioni di giunta e ai consigli e a quali costi (indennità, rimborsi, trasferte e altro). Non lo abbiamo mai saputo. I fatti indicano che la nomina della signora non avvenne per le sue competenze, quanto più probabilmente per i legami tra lei, il compagno e l’architetto Occhiuto, il quale, come è a tutti noto, ha lavorato in Cina proprio nel settore in cui l' assessore avrebbe – secondo la ricostruzione dei Pm - contribuito a rastrellare tangenti. Strano non ci fosse davvero nessuno adatto a ricoprire il ruolo di assessore all'ambiente al comune di Cosenza.

Ultimo interrogativo: perché i milioni (269 in totale) stanziati per la Cina, il Montenegro e l'Iraq non sono stati destinati alle emergenze italiane? Lo sfasciume pendulo è sempre più a rischio e le tragedie susseguitesi negli ultimi anni non sono altro che l'inequivocabile dimostrazione di un territorio ormai distrutto. «Non ci sono soldi» è la frase che i sindaci pronunciano con maggiore frequenza nei loro discorsi, però si impiegano milioni per finanziare opere da realizzare all'estero, architettando sistemi cervellotici per intascare tangenti e favorire parenti e amici.
Cosenza, 31 maggio 2019
Francesca Canino