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13 febbraio 2019

icittadinisegnalano: Attesa di oltre 16 mesi per un esame doppler al poliambulatorio di via Popilia

Segnalo quanto mi è capitato pochi giorni fa, perché su alcuni disservizi si deve riflettere molto e agire al più presto. 
Di buon mattino mi sono recato presso gli ambulatori di via Popilia (nei pressi dei Due Fiumi), munito di regolare impegnativa, per avere una prenotazione specialistica ed eseguire un esame doppler delle carotidi e della aorta addominale. Ebbene, dopo aver fatto la normale fila, l’operatrice al computer, imbarazzata, mi ha detto: “Lei, per il suo esame, potrà essere prenotato per Giugno 2020”. Ho risposto, con malcelato sorriso, che i tempi della prenotazione erano fuori di ogni logica e quindi grotteschi. Perché questi tempi lunghi? Cosa non va nell’organizzazione dei suddetti ambulatori? Vi sono pochi specialisti? 


È vero che devo eseguire gli esami succitati per controllo biennali, non essendoci motivi di urgenza, ma è anche vero che tanti cittadini potrebbero avere impellente necessità clinica. Detto questo, lascio la mia testimonianza sperando che venga accolta da chi è preposto per  poter migliorare la sanità cosentina.

Lettera firmata 

11 febbraio 2019

CESARE BERLINGERI, OPERE SU CARTA alla Galleria Ellebi


Inaugurazione sabato 16 febbraio 2019, ore 18.00


La personale di Cesare Berlingeri alla Galleria d’arte Ellebi. Dal 16 febbraio e fino al 30 marzo prossimo sarà possibile visitare la mostra di opere su carta dell’artista Berlingeri, eleganti e raffinate come le sue piegature su tela. È un gradito ritorno in città dopo la grande mostra di cinque anni fa organizzata dalla Ellebi negli spazi della Galleria Nazionale di Cosenza.
L’artista, ancora una volta, si rimette in gioco e si confronta con materiali diversi, realizza un nuovo ciclo con oltre 150 opere su carta, che saranno pubblicate in una monografia per la rassegna prevista, nei prossimi mesi, nelle sale della Reggia di Caserta.
Tra le opere in mostra, degne di nota sono sicuramente “Disegno di stelle”, “Segnato”, “Piegare le parole”, «lavori che – afferma il curatore del volume Maurizio Vanni – hanno il potere di rimettere in discussione la realtà, lo spazio e il tempo e di ridefinire il tutto, individuando elementi di senso nuovi destinati a modificare teorie e pensieri codificati. Berlingeri non lavora partendo dall’idea di qualcosa che è già successo, ma quasi come in un rito propiziatorio si proietta su ciò che deve ancora accadere. Ne scaturisce un’evoluzione artistica costante, dove nulla è mai uguale a se stesso e anche se lo fosse la nostra intelligenza emotiva non lo riconoscerebbe a distanza di tempo perché essa stessa è trasformata. Tutto risponde a un’effimera matrice che si sintetizza in una o più azioni, piegature, avvolgimenti, istallazioni più cerebrali che fisiche, legate a forme che esaltano maggiormente la concezione ciclica del tempo che non lo spazio».

Considerato uno degli artisti italiani più innovativi del panorama artistico nazionale, Berlingeri è stato celebrato con una grande antologica al Museo Marca di Catanzaro. Le sue parole sulle forme della sua arte invitano a visitare la mostra: «La piega è una zona di confine tra due mondi opposti e complementari, tra un visibile e un invisibile, tra una luce e un’oscurità, ovvero tra quello che viene rivelato e quello che l’artista ha dipinto e nascosto all’interno dell’opera stessa e che resta un invito a guardare più in profondità. Nei miei dipinti piegati, costituiti da più superfici sovrapposte, la superficie esterna è la prima immagine che nasconde totalmente o parzialmente le altre. E tale fatto invita l’osservatore a leggere la proiezione dell’opera nel suo svolgersi interiore che alla fine riguarda la stessa intimità di chi indaga».




02 febbraio 2019

icittadinisegnalano: IL CENTRO PER L'IMPIEGO DI VAGLIO LISE, UFFICIO INUTILE E INFERNALE



Approfitto dell’opportunità che date perché vorrei raccontare la mia odissea terminata da soli due giorni. Circa due mesi fa, ho risposto ad un annuncio di lavoro da parte di una ditta, ho sostenuto il colloquio, abbiamo concordato orari e stipendio, non mi sembrava vero di avere trovato un lavoro, dovevo solo portare la scheda anagrafica che rilascia il centro per l’impiego, ex ufficio di collocamento, situato ormai da anni a Vaglio Lise, una scellerata decisione quella di trasferirlo in periferia.
Il primo viaggio all’ufficio di collocamento di Cosenza è andato a vuoto: era chiuso. Al secondo viaggio, dopo aver fatto metà fila all’esterno, ho rinunciato per mancanza di tempo, al terzo sono riuscita ad entrare e forse era meglio non entrare. Un impiegato mi ha detto che non poteva farmi la scheda perché non avevano carta e toner e perché mi sarei dovuta prenotare on line prima di andare lì. C’era tanta gente che aspettava, ma quasi tutti sono andati via. Il giorno dopo, ho provato a telefonare, non mi rispondevano, ho provato tante e tante volte, alla fine avevo perso le speranze, ma all’ultimo tentativo ha risposto una impiegata che mi ha consigliato di fare l’iscrizione on line e anche la richiesta, così mi ha spiegato passo dopo passo i passaggi per iscrivermi, sembrava facile. Ho provato due giorni inutilmente, il sito rimandava a una pagina del portale della Regione Calabria, che risultava inattiva, sono passati altri giorni e finalmente, con non pochi impedimenti (il sito non funzionava) mi sono iscritta. Più volte e per giorni ho provato a prendere un appuntamento on line ma niente da fare, d’altronde non avevo scelta, dovevo fare tutto on line. Pensavo: ma perché il centro ci richiede prima di iscriverci on line e poi di prendere appuntamento on line per poter andare a chiedere informazioni o avere la documentazione che ci serve se il sito non funziona quasi mai? Perché sulla loro pagina ci sono i numeri di telefono e di fax se al primo non rispondono mai? Perché infine un ufficio pubblico come quello non deve funzionare per niente? Vorrei ricordare che tutti quelli che ci lavorano vengono pagati grazie alle nostre tasse, ma a noi il servizio non viene reso, è giusto questo? Un’ultima considerazione: Il lavoro non c’è, ma vi sembra giusto che debba essere in pericolo quando lo troviamo per il malfunzionamento di un ufficio? Allora chiudete che facciamo prima. Grazie per aver accolto il mio sfogo.
Lettera firmata